ACETI DE' PORTI, Serafino (Serafino da Fermo, Serafino da Bologna)
Di famiglia nobile, nacque da Cesare a Fermo verso il 1496. Dopo i primi studi a Fermo passò a Padova per dedicarsi agli studi universitari (si suppone che egli vi abbia studiato medicina), conoscendovi, dopo il 1520, Antonio Maria Zaccaria, il futuro fondatore dei barnabiti e delle angeliche di Milano. Tornato in patria entrò nella Congregazione dei canonici regolari lateranensi, in data certamente posteriore al 1523, trascorrendo l'anno di noviziato a S. Marco di Rivocello (Fermo). Dopo la professione e dopo gli studi teologici, ordinato sacerdote, completò la sua preparazione per la predicazione e la vita religiosa probabilmente a Ravenna, nel priorato di S. Maria in Porto (verso il 1527).
Iniziò allora una lunga serie di viaggi di predicazione che lo portarono in molte città dell'Italia centrale e settentrionale: a Milano riallacciò, più stretta, l'amicizia con lo Zaccaria (verso il 1530).
Va in proposito precisato che la notizia del Pennoni e del Rosini, ripresa da Noel Alexandre, dal Mazzuchelli e da altri eruditi, secondo cui l'A. avrebbe indotto lo Zaccaria e i suoi due compagni a fondare la Congregazione di S. Paolo, è stata dimostrata falsa, già nel sec. XVII, da A. Secchi (De clericorum regularium S. Pauli... Synopsis,Mediolani 1682, pp. 12, 152). Altrettanto falsa è poi l'altra supposizione per cui l'A. sarebbe stato figlio spirituale dello Zaccaria.
Certo l'amicizia tra i due fu profonda, come prova il fatto che l'A. dedicò al monastero delle angeliche di S. Silvestro di Vicenza, fondato dallo Zaccaria, la sua opera Problemi sull'Oratione,e che rimase sempre in relazione con altre fondazioni dello Zaccaria, come con il monastero delle donne convertite di S. Maddalena di Vicenza, alla cui superiora Paola A. Negri dedicò il Trattato brevissimo della Conversione.
Dopo la permanenza a Milano, l'A. continuò la sua attività di predicatore, con particolare successo a Mantova ed a Modena; predicò la quaresima del 1538 nella chiesa di S. Petronio di Bologna. Ai primi di luglio del 1539 raggiunse a Cremona lo Zaccaria morente. Morì nel 1540 e fu sepolto nella chiesa del convento di S. Giovanni in Monte a Bologna. I confratelli, che lo seppellirono accanto a Pietro da Lucca, posero una iscrizione, riportata dal Feyles, spostata poi nel rifacimento della chiesa effettuato nel 1824.
Direttore di coscienze di grande sensibilità e di aperta formazione culturale, sulla linea del suo maestro di spiritualità Battista da Crema, la sua opera va posta nel quadro delle numerose iniziative, ancora individuali e frammentarie, rivolte a contrastare l'espansione in Italia del luteranesimo, ch'egli vedeva come manifestazione del male, segno della fine dei tempi.
Oltre la traduzione di un'opera del mistico certosino G. Landsberg (m. 1539), Faretra del divino amore...,di cui conosciamo la ristampa veneziana del 1578,delle sue opere si ricordano: Opera nova del discernimento delli Spiriti,Mantova 1535; Trattato della Discretione,pubblicato come sembra dallo stesso A., ma di cui non resta traccia nella sua prima edizione. Due altre opere di questi stessi anni (e cioè Della Diffidentia et Confidentia e Vita di due beatissime donne, Margarita et Gentile, brevemente per D. Serafino da Fermo raccolta)furono pubblicate postume, nell'edizione completa del 1548. Agli ultimi tre anni della sua vita vanno riportate le opere più importanti: Trattato utilissimo et necessario della mental oratione,pubblicato forse a Milano come il Trattato brevissimo della conversione ed il Trattato per la Vita Christiana utilissimo, della cognitione et vittoria di se stesso.A Bologna sembra abbia pubblicato il Modo brevissimo di confessarsi,il Trattato della Discretione,diverso in parte dall'opera precedente di ugual titolo, e i Problemi sull'Oratione.Di due opere soltanto conosciamo i dati della prima edizione, la Breve dichiaratione sopra l'Apocalisse di Gioanni,Milano 1538, e lo Specchio interiore,Bologna 1539. Un'altra opera, l'Apologia di fra' Battista da Crema,fu pubblicata postuma nell'edizione veneziana di Comin di Trno del 1541.
Tutte queste opere, più volte ristampate, vennero raccolte e pubblicate a Venezia nel 1548 e poi ancora successivamente. Importante poi, anche per la fama che diede in Europa all'A., la traduzione latina pubblicata prima a Piacenza nel 1570 e poi ad Anversa nel 1580: Seraphini Firmani... Opuscula... ex italico idiomate in Latinum nunc primum versa Gasp. Placentino interprete,Placentiae 1570.
Bibl.: Tutta la bibliografia sull'A, è raccolta nella monografia che alla sua vita ed alle sue opere ha dedicato G. Feyles, Serafino da Fermo canonico regolare lateranense (1496-1540). La vita, le opere, la dottrina spirituale,Torino 1942.