Composto di cloro e idrogeno; ha formula HCl e appartiene al gruppo degli idracidi. È un gas incolore di odore pungente che fuma fortemente all’aria; si scioglie facilmente in acqua (nella proporzione di 450 vol. di acido per uno di acqua a 18 °C), in alcol, in etere, in benzene e in altri composti organici. A pressione atmosferica si liquefa a −85 °C in un liquido trasparente, incolore, mobile, che solidifica a −114,2 °C. In presenza di acqua si comporta come acido forte: attacca quasi tutti i metalli, reagisce con gli ossidi metallici, gli idrossidi, formando i rispettivi cloruri; sposta quasi tutti gli altri acidi dai loro sali; con gli idrocarburi saturi e non saturi forma prodotti di sostituzione o di addizione, sui carboidrati agisce come agente idrolizzante ecc.
In natura si trova in piccole quantità in diverse emanazioni vulcaniche e come costituente normale del succo gastrico di tutti i Mammiferi. Industrial;mente si ottiene per sintesi diretta dagli elementi (processo che porta a un prodotto di elevata purezza e che è diffuso per la disponibilità di cloro proveniente dall’elettrolisi dei cloruri alcalini; consiste nel far bruciare l’idrogeno in un’atmosfera di cloro), o per reazione del cloruro sodico con acido solforico o con una miscela di anidride solforosa e ossigeno (ne deriva un acido c. meno puro), o come sottoprodotto della clorurazione di prodotti organici (con quest’ultimo metodo si ottiene circa il 90% dell’acido c. prodotto). L’acido c. è impiegato nella produzione di una varietà di gomma sintetica (cloroprene), come agente idrolizzante nella produzione del glucosio dall’amido, nella pulitura dei metalli, nella produzione di materie plastiche (cloruro di vinile) e di cloruri metallici, come agente neutralizzante, come catalizzatore in chimica organica, come reagente in chimica analitica, nell’industria estrattiva (trattamento dei minerali).
Per i sali dell’acido cloridrico ➔ cloruro.