Isomero trans dell’acido maleico, di cui rappresenta la forma più stabile. (v. formula)
Preparando l’acido maleico, per es., per decomposizione del chinone, se ne ottiene sempre un sensibile quantitativo in seguito a un semplice meccanismo di trasposizione. Si presenta sotto forma di cristalli incolori o giallognoli, poco solubili in acqua e, al contrario dell’acido maleico, si trova in natura soprattutto in alcuni funghi, in Fumaria officinalis e in altre piante; negli organismi viventi è essenziale ai processi che conducono alla respirazione cellulare, essendo uno dei composti intermedi del ciclo dell’acido citrico. Fra l’altro prende parte, oltre al ciclo degli acidi tricarbossilici, al ciclo dell’urea, al processo di biosintesi delle basi puriniche, a quello catabolico della fenilalanina e della tirosina e, nei microrganismi, al processo di biosintesi dell’acido aspartico. Si usa in molte sintesi organiche, nella preparazione di resine, come mordente in tintoria, a volte in sostituzione dell’acido tartarico.