Ossiacido organico, di formula C15H20O4; cristalli incolori, alquanto solubili in acqua. Il lattone dell’acido s. costituisce la santonina, di formula C15H18O3, contenuta nelle sommità fiorite di alcune artemisie e specialmente di Artemisia cina o seme santo (1,8-3%); si presenta in lamelle incolori, splendenti, di sapore amaro, inalterabili all’aria, che alla luce si colorano rapidamente in giallo, solubili in alcol, in cloroformio, quasi insolubili in acqua. La santonina è un vermifugo particolarmente efficace contro i nematodi (ascaridi ecc.): agisce esaltando la motilità dei parassiti che possono perciò essere espulsi facilmente, specie se viene somministrata insieme a un purgante. Presenta notevole tossicità per il sistema nervoso e per il rene, per cui ne va escluso l’uso nei primi anni di vita, in gestazione, in allattamento, in caso di insufficienza epatica e renale. L’intossicazione da santonina (santonismo) è caratterizzata prevalentemente da disturbi nervosi e renali.