Poetessa (Lodi 1870 - Milano 1945); per varî anni insegnante elementare nella scuola di Motta Visconti (Pavia), in seguito nominata ad honorem prof. di scuole medie a Milano, dove visse dal 1893. Fece parte dell'Accademia d'Italia dal 1940. La sua poesia attinge l'ispirazione soprattutto a motivi di umana solidarietà, dapprima in senso sociale (Fatalità, 1892, ecc.), con echi romantici e carducciani; poi in un senso più intimo ed elegiaco (affetti familiari, gioia, amore, dolore), con cadenze dannunziane o vagamente leopardiane (Maternità, 1904). Anche i libri di prosa (Le solitarie, 1917; Stella mattutina, 1921, romanzo, forse la sua opera migliore, ecc.) hanno carattere lirico-autobiografico. La sua vasta produzione è stata poi ordinata, a cura di B. Scalfi ed E. Bianchetti, in 2 voll.: Poesie (1948), Prose (1954).