Storico italiano (Palermo 1889 - Napoli 1946). Dedicatosi dapprima alla storia delle origini del cristianesimo, O. si è poi rivolto alla storia del Risorgimento, dei rapporti fra cattolicesimo e civiltà moderna nel sec. XIX e a discussioni metodologiche e storiografiche, attraverso studi notevoli per acume critico e finezza di analisi.
Dapprima insegnante nelle scuole medie, in seguito prof. di storia antica nell'univ. di Catania (1923), poi (dal 1923) di storia della Chiesa nell'univ. di Napoli. Avvenuto il colpo di stato del 25 luglio 1943, fu nominato rettore dell'univ. di Napoli (1° sett.), ma dovette fuggire dalla città in seguito all'occupazione germanica. Riassunta la carica di rettore il 2 ottobre 1943, venne in essa riconfermato per elezione del corpo accademico nel febbraio 1944. Nella sua attività politica fu esponente del Partito d'azione nel CLN di Napoli, e come ministro dell'Istruzione, nel gabinetto di coalizione dell'aprile-giugno 1944, mirò a un liberalismo di più larga base democratica e orientato verso una unione federale europea (Per la riconquista della libertà, 1944). Socio nazionale dei Lincei (1946).
Si dedicò dapprima allo studio delle origini del cristianesimo (Storia delle origini cristiane, 1921-25; La mistica giovannea, 1930); ma l'aspirazione a difendere gli ideali liberali contro il fascismo e l'influsso profondo su di lui esercitato da B. Croce (del quale fu fervido collaboratore) lo spinsero poi verso la storia del Risorgimento. Nacquero così: L'età del Risorgimento italiano (1931), una serie di studi(Figure e passioni del Risorgimento italiano, 1932; J. de Maistre, 1936-37; La leggenda di Carlo Alberto, 1941; Vincenzo Gioberti e la sua evoluzione politica, 1941) e la nuova ed. dei Discorsi parlamentari di Cavour (in collab. con L. Russo, 1932 sgg.); attività, quest'ultima, sfociata in L'opera politica del conte di Cavour, parte 1a, 1848-57 (1940), punto culminante dei suoi studi risorgimentali. Venne fuori, da queste opere, una visione profondamente rinnovata e ampliata del Risorgimento, nella quale il mazzinianesimo riacquistava valore e autonomia, e Cavour appariva non solo l'artefice del trionfo politico-diplomatico della monarchia, ma soprattutto l'espressione e il modello del grande ideale umano del liberalismo europeo del sec. 19º. Ma questa visione postulava un approfondimento dei rapporti fra vita italiana ed europea, che O. compì soprattutto in La cultura francese nell'età della Restaurazione (1946). Postumi apparvero: Aspetti del cattolicesimo della Restaurazione (1946); Giovanni Calvino (1947); Il senso della storia (1948); una raccolta di scritti risorgimentali (Difesa del Risorgimento, 1951) e una di lettere alla moglie (Lettere 1910-1946, 1963).