AFRICA EQUATORIALE FRANCESE (I, p. 809; App. II, 1, p. 84)
L'Africa Equatoriale Francese (2,5 milioni di km2 con 4.878.000 ab.) comprende le repubbliche del Congo (Medio Congo), Gabon, Ciad e la Repubblica Centroafricana (l'ex territorio d'oltremare Ubanghi-Sciari) nell'ambito della Comunità Francese. Anche nei riguardi della A. E. F. l'evoluzione politica è in atto. La nuova costituzione francese riguardante l'autonomia dei territorî d'oltremare nel quadro della Comunità ha previsto un Grand conseil con cinque rappresentanti per ogni repubblica.
Lo sviluppo economico dell'A. E. F. è decisamente legato all'apporto di capitali dall'esterno, che la Francia ha assicurato a partire dal 1947 nel quadro del programma decennale. Tale programma, che è stato sviluppato in due piani pluriennali successivi (1947-53 e 1953-57), ha riguardato soprattutto il miglioramento delle comunicazioni, che hanno assorbito il 61% dei fondi, investiti nella costruzione di strade e di ponti, l'incremento della produzione, soprattutto agricola (20%), e le opere sociali (19%).
Gli indigeni, con la cooperazione degli Europei, si dedicano alla coltura del cotone (295.000 ha) specie nel Ciad e nell'Ubanghi-Sciari, prodotto questo il più importante per l'esportazione; seguono le arachidi e l'olio di palma. La produzione agricola indigena vi è stata promossa in tutti i modi anche con l'ausilio di stazioni sperimentali, di scuole agrarie e di associazioni agricole. Le piantagioni europee, localizzate soprattutto nel Medio Congo e in minor misura nel Gabon, producono per l'esportazione specialmente caffè, cacao, arachidi e noci di palma. È in progetto un insediamento agricolo europeo di notevoli proporzioni (300.000 ha) nella valle del Niari nel Medio Congo. La foresta equatoriale alimenta una forte esportazione di legname in tronchi (valutata a 1,5 milioni di m3), soprattutto di okoumé, la cui vendita avviene attraverso l'Ufficio statale dei boschi con sede a Libreville. La produzione mineraria riguardava in passato solo i diamanti, l'oro, ma ora riguarda anche i minerali di piombo.
Storia. - La Costituzione francese del 1946 concesse ai quattro territorî dell'A. E. F. autonomia amministrativa e finanziaria, con un governatore a capo di ciascun territorio e con un alto commissario nella capitale, Brazzaville. L'alto commissario era assistito nelle sue funzioni da un Gran Consiglio composto dai capi dei servizi civili e militari e da un'assemblea di membri europei ed africani eletta a suffragio limitato col sistema del doppio collegio (uno per gli Africani ed uno per i Francesi). Il nuovo statuto non soddisfece la popolazione indigena, che cominciava ad essere assai sensibile ai movimenti nazionalistici che avversavano le forme coloniali di amministrazione diretta. Movimenti sorti nell'Africa Occidentale Francese, quali il Raggruppamento democratico africano, la Convenzione africana e il Movimento socialista africano, si diffusero rapidamente nel Congo, nel Gabon, nel Ciad e nell'Ubanghi-Sciari, mentre localmente vennero alla ribalta individualità politiche di notevole capacità: l'abate Fulbert Youlou nel Congo e B. Boganda nell'Ubanghi-Sciari. A quest'ultimo si dovette la fondazione del Movimento per l'evoluzione sociale dell'Africa nera.
La pressione esercitata sulle autorità francesi dall'opinione pubblica indigena, alla quale facevano eco le correnti anticoloniali della metropoli e la solidarietà degli stati africani ed asiatici giunti all'indipendenza dopo la seconda guerra mondiale, sfociò nella decisione del governo francese, il 23 giugno 1956, di riorganizzare con una legge-quadro l'A. E. F. insieme agli altri territorî dell'Africa nera. La legge-quadro introdusse il collegio unico e il suffragio universale, e stabilì una larga autonomia amministrativa, che si concretò, nel febbraio 1957, nell'istituzione di un'Assemblea territoriale eletta a collegio unico con suffragio universale e di un Consiglio di governo responsabile verso l'Assemblea. Le prime elezioni per l'Assemblea, tenutesi sulla base del nuovo ordinamento, si svolsero il 31 marzo 1957.
A pochi mesi di distanza, l'evoluzione, implicita nella legge-quadro, verso una più concreta autonomia, si realizzò con la proposta del governo presieduto dal gen. De Gaulle, il 14 luglio 1958, ai territorî dell'Africa nera, di decidere essi stessi se staccarsi dalla Francia o far parte di una Comunità franco-africana con statuto di piena indipendenza interna. Nel referendum svoltosi a tale scopo il 28 settembre, i quattro territorî dell'A. E. F. optarono per la seconda soluzione, proclamandosi repubbliche nel quadro della Comunità Francese. L'Ubanghi-Sciari, peraltro, cambiò il suo nome in Repubblica Centroafricana.
Bibl.: E. Guernier, Afrique Équatoriale Française, Parigi 1950; La situation économique et sociale de l'Afrique Équatoriale Française, in Notes et études documentaires, 1953, n. 1815 e 1816, e 1954, n. 1834); Le problème de l'africanisation des cadres en A. É. F. et au Cameroun, in Chronique d'Outremer, 1956, n. 25; Ch. A. Julien, Histoire de l'Afrique, Parigi 1955. Inoltre l'annuario edito dalle N. U. French Equatorial Africa.