Varietà fibrosa compatta di quarzo translucido, con struttura zonata visibile a occhio nudo anche per una diversità di colore, spessore e trasparenza delle zone; le zone bianche sono interamente opache. L’a. con forte distacco di tinte (per es., bianco e nero) prende il nome di onice.
Le a. si formano per cristallizzazione ritmica di silice gelatinosa, di solito entro cavità amigdalari di rocce basaltiche, perciò la forma esterna è rotondeggiante; la cavità non è sempre interamente riempita e, in alcuni casi, nella parte più interna le fibre assumono lo sviluppo di normali cristalli di quarzo, spesso ametistino. La zonatura può seguire più o meno la forma esterna oppure no: si hanno quindi a. a struttura zonata concentrica e a. a zone orizzontali parallele ( a. uruguaiane).
Esauritisi quasi del tutto i noti giacimenti della Nahe e dell’Idar, i più ricchi oggi sono quelli dello Stato di Rio Grande do Sul (Brasile), dell’Uruguay, del Deccan (India) e del Madagascar. Si distinguono diverse varietà: a. bagnata, tinta artificialmente tenendo la pietra immersa per lungo tempo in una soluzione che già contiene il principio colorante (per es., nitrato di cobalto) o immergendo la pietra successivamente in due soluzioni diverse capaci di produrre un precipitato del colore voluto (per es., una soluzione di zucchero e successivamente di acido solforico); la capacità di fissare il pigmento colorante dipende dal grado di porosità degli straterelli; a. calcedonio, a zonature poco distinte; a. corniola, nella quale prevale il color rosso; a. diaspro, opaca e non translucida; a. figurata, con zonature imitanti figure.