Il vocabolo, già usato nell’antichità per indicare il movimento ascendente della melodia, fu introdotto nella moderna terminologia musicale da H. Riemann per indicare le variazioni di movimento all’interno di una composizione. Si dicono indicazioni agogiche i diversi andamenti, dal Grave al Presto (v. tab.) la cui velocità, da L. van Beethoven in poi è indicata da battiti del metronomo, ma che in realtà può essere diversamente interpretata a seconda delle epoche (la velocità di un Adagio di una composizione barocca è molto diversa da quella di un Adagio romantico).
Queste indicazioni sono spesso modificate attraverso l’aggiunta di comparativi di maggioranza o minoranza (per es., Poco Allegro), di superlativi e diminutivi (per es., Prestissimo) o con ulteriori espressioni che chiariscano meglio il carattere del brano in questione (per es., energico, appassionato). Appartengono a questa categoria anche indicazioni di carattere espressivo come Affettuoso, Appassionato, Cantabile, Dolce ecc.
Si dicono modificazioni agogiche le varie sfumature di andamento scritte (per es., accelerando, trattenendo, ad libitum) o improvvisate. Di solito per entrambi i tipi di indicazione l’italiano era la lingua internazionalmente riconosciuta, ma alcuni compositori (Beethoven, R. Strauss e gli autori contemporanei) le hanno espresse anche nella propria lingua. L’a. musicale va distinta dalla dinamica, che consiste nelle variazioni di intensità sonora.