Musicista tedesco (Monaco di Baviera 1864 - Garmisch-Partenkirchen 1949). Compositore e direttore d'orchestra, ha rivestito un ruolo assai rilevante nella storia della musica tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento. La sua vasta produzione abbraccia diversi ambiti musicali, passando dal poema sinfonico al teatro strumentale.
Figlio d'un valente cornista della cappella di corte di Monaco, fu prestissimo iniziato agli studî musicali sotto la guida dei maestri A. Tombo (pianoforte) e Benno Walter (violino). A dieci anni aveva già composto numerosi pezzi. Già ammiratore di Wagner, in tale tendenza fu incoraggiato dal suo primo maestro di composizione F. W. Meyer, avvicinato nel 1875. La Serenata, composta da S. nel 1881, fu apprezzata H. von Bülow che la fece eseguire a Meissinger, chiamando poi S. nel 1886 ad assisterlo nella direzione di quel teatro di corte. Qui S. conobbe A. Ritter, fervente ammiratore di Wagner e di Liszt, la cui influenza fu decisiva per lui, confermando definitivamente il suo indirizzo estetico, come si vede già nel primo dei poemi sinfonici: Aus Italien op. 16 (1886). Nello stesso 1886 S. fu nominato secondo direttore all'Opera di Monaco e vi rimase tre anni, perfezionandosi nella direzione d'orchestra pur senza tralasciare la composizione. Nel 1889 passò al teatro di Weimar, ove diresse tutte le opere di Gluck, di Mozart e di Wagner e terminò la composizione del poema sinfonico Tod und Verklärung, e la prima opera teatrale, Guntram (di stile wagneriano), su libretto proprio. Tornato nel 1894 all'Opera di Monaco, succedette nel 1896 a H. Levi quale primo direttore d'orchestra. Dal 1898 al 1919 fu direttore all'Opera di Berlino; dal 1919 al 1924 all'Opera di Vienna e contemporaneamente fu prof. di composizione all'Accademia di belle arti di Berlino (posto che, assunto nel 1917, lasciò nel 1920 a F. Busoni) svolgendo un'intensa attività internazionale come direttore d'orchestra. Dal 1933 al 1935 fu presidente della Reichsmusikkammer. Trascorse gli ultimi anni di vita nella sua villa di Garmisch e l'atteggiamento accomodante da lui tenuto durante il periodo nazista gli procurò, dopo la sconfitta tedesca, dei provvedimenti punitivi. D'altra parte, il gusto musicale del secondo dopoguerra si era notevolmente staccato dall'influenza straussiana, per esplorare nuovi itinerarî estetici e contenutistici.
Al 1876 appartiene la composizione segnata come op. 1, Festmarsch per orchestra. Seguirono un Quartetto in la op. 2 e la Serenata op. 7 per fiati (1881). Tra i lavori realizzati durante il periodo in cui era secondo direttore all'Opera di Monaco, spiccano la Sonata op. 18 per violino e pianoforte, numerosi Lieder (tra i quali alcuni dei più celebri) e i poemi sinfonici Macbeth (1888) e Don Juan (1889). La sua attività di compositore, dal Guntram in poi, s'intensificò e allargò, sviluppando la sua maggior forza nel poema sinfonico da una parte, nell'opera teatrale dall'altra. Di tale produzione si ricordano i poemi sinfonici Till Eulenspiegel (1895), Also sprach Zarathustra (1896), Don Quixote (1897), Ein Heldenleben (1898), la Sinfonia domestica (1903), i balletti Josephslegende (Parigi, 1914) e Schlagobers (Vienna, 1924), e le opere Salome (1 atto di O. Wilde, Dresda, 1905), Elektra (1 atto di H. von Hoffmannsthal, Dresda 1909), Der Rosenkavalier (3 atti di H. von Hofmannsthal, Dresda 1911), Le Bourgeois gentilhomme (Stoccarda, 1912), dal quale fu poi rielaborato quale opera autonoma l'intermezzo Ariadne auf Naxos (Vienna, 1917), Die Frau ohne Schatte (Vienna, 1919), Intermezzo (Dresda, 1924), Arabella (Dresda, 1933), Die schweigende Frau (Dresda, 1935), Capriccio (Monaco di Baviera, 1942), e infine, tra le composizioni orchestrali, Metamorphosen per 23 archi solisti (1945), e 4 letzte Lieder per soprano e orchestra (1949). Tali lavori manifestano, quale più quale meno decisamente, le caratteristiche dell'evoluzione estetica compiuta da S.: in un primo periodo il compositore si giova ancora delle basi formali lisztiane (Aus Italien) e del Wort-Ton-Drama wagneriano (Guntram). Ma già prima del Guntram egli ha saputo superare il "già noto" nel poema sinfonico (Don Juan e Tod und Verklärung), che all'ardimento della tecnica e alla crescente personalità dell'ispirazione aggiungono una concezione poetica, descrittiva, programmatica ben più vasta di quella di Liszt. Fondamentale tra le risorse proprie del giovane S. è il virtuosismo orchestrale, che non farà, in seguito, che affinarsi e potenziarsi sempre più. Questo periodo si svolge infatti dal Don Juan e da Tod und Verklärung fino alla Sinfonia domestica e alla Alpensinfonie (1915) per quanto concerne la musica strumentale, e fino a Elektra per il teatro, caratterizzandosi per un generale orientamento verso la grandiosità e l'imponenza dei mezzi e degli effetti, come si vede specialmente in Zarathustra e Heldenleben da una parte, in Salome ed Elektra dall'altra. A proposito di queste opere va notato come il wagneriano Wort-Ton-Drama si sia virtualmente ridotto a Ton-Drama: come cioè l'elemento "parola" sia soggiogato dall'elemento sinfonico, dal discorso orchestrale (di cui il canto non è che una proiezione) che tutto dice e tutto analizza e sintetizza. A questo periodo di "titanismo" segue un periodo di rinnovato gusto della semplicità e del cesello: quasi un "ritorno a Mozart", come fu detto allora. S. aveva del resto dato prova anche nelle sue musiche anteriori di possedere questo gusto e di saperlo appagare (Till Eulenspiegel). Il Bourgeois gentilhomme e soprattutto il suo ex intermezzo Ariadne sono le prime realizzazioni di questo nuovo orientamento, il quale continua (anche se con parentesi "titaniche"), con Intermezzo e Arabella, sino alle Metamorphosen.