Capitano di ventura italiano (Barbiano 1348 circa - Castello della Pieve 1409). Dopo aver partecipato nel 1377 alla conquista di Cesena, A. costituì, per primo, una compagnia di ventura (detta di s. Giorgio) italiana, composta di 7000 uomini dei quali 1000 a cavallo. Passato al servizio di Urbano VI, batté (29 aprile 1379) a Marino la compagnia dei Bretoni al seguito dell'antipapa Clemente VII. Riuscì a conquistare, per Carlo II di Durazzo, il trono di Napoli. Trascorsi due anni in Toscana, nel 1383 scese di nuovo a Napoli per difendere il Durazzo contro il pretendente al trono Luigi d'Angiò. Assolta la sua missione e ricevuto in compenso il titolo di gran connestabile del Regno, passò in Romagna donde fu chiamato una terza volta a Napoli per difendere il giovinetto Ladislao, succeduto intanto al Durazzo. Fatto prigioniero ad Ascoli (24 aprile 1392), fu liberato da Gian Galeazzo Visconti, per il quale combatté lungamente. L'impresa più importante fu la lotta impegnata contro Giovanni I Bentivoglio, vinto e ucciso da A. a Casalecchio (26 giugno 1402). A., dopo aver combattuto di nuovo per conto del papato, tornò un'ultima volta al servizio di re Ladislao di Napoli, per il quale dirigeva l'invasione della Toscana, quando lo colse la morte. La compagnia di A. divenne il prototipo, per circa un secolo, delle compagnie di ventura italiane e straniere.