Biochimico ungherese (Budapest 1893 - Woods Hole, Massachusetts, 1986), naturalizzato statunitense. Compì fondamentali studi sulla biochimica della vitamina C, sui processi ossidoriduttivi e sulla azione catalitica dell'acido fumarico, che gli valsero nel 1937 il premio Nobel per la medicina. In seguito svolse tra l'altro ricerche sulla fisiologia del tessuto muscolare. Vita. Dopo aver svolto attività di ricerca in vari istituti europei e americani, insegnò chimica medica nell'università di Seghedino (1931-45) e biochimica a Budapest (1945-47); si trasferì poi negli USA, dove prese la direzione dell'Institute for muscle research a Woods Hole (Massachusetts), della Muscolar dystrophy association e di altre organizzazioni scientifiche. Fu socio straniero dei Lincei (1951).
Le ricerche che gli valsero il premio Nobel si riallacciano all'isolamento, da lui realizzato nel 1928 dalla corteccia surrenale e da tessuti vegetali, di una sostanza riducente (di formula bruta C6H8O6), che egli chiamò acido esuronico e di cui dimostrò l'importante funzione nei processi ossidoriduttivi dei tessuti vegetali. Di tale sostanza dimostrò poi, con W. Svirbely (1932), l'identità col fattore antiscorbutico, che prese il nome di acido ascorbico o vitamina C (1933). In merito ai processi ossidoriduttivi, affermò per primo che idrogeno e ossigeno reagiscono fra loro soltanto se precedentemente attivati e grazie all'intervento di "trasportatori" dell'idrogeno (comprendenti gli acidi dicarbossilici a quattro atomi di carbonio: acidi fumarico, malico, ossalacetico) distaccato dai substrati. Tra i suoi numerosi altri contributi sono anche da annoverare quelli sulla struttura molecolare delle proteine, sulla riboflavina, su alcune sindromi avitaminosiche, sui flavoni contenuti nel succo di limone e nella paprica (capaci di influenzare la resistenza e la permeabilità dei capillari sanguigni), sulla biochimica muscolare. Tra le opere: Muscular contraction (1947); Bioenergetics (1957); Submolecular biology (1960); Bioelectronics (1968).