Alessandro Magno
Il sogno di un impero universale
Alessandro è una delle maggiori figure della storia: per la grandezza delle sue imprese, il fascino legato alla sua personalità e il fatto di essere morto al culmine della sua gloria poco più che trentenne, è diventato una vera e propria leggenda. Macedone di nascita, dominò la Grecia, culla della civiltà occidentale, e fu un conquistatore e un abile stratega come Annibale, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte. Denominato Magno in conseguenza dei suoi trionfi, Alessandro fu l'incarnazione dell'eroe temerario, pronto ad affrontare le sfide più impossibili, generoso ma talora anche impietosamente violento.
Figlio del re Filippo II, fondatore della potenza macedone, Alessandro nacque a Pella nel 356 a.C. e ricevette un'accurata educazione. A provvedere alla sua istruzione fisica, politica e militare fu personalmente il padre, che intendeva prepararlo a diventare un sovrano avveduto e capace. Quanto a quella intellettuale il principe ebbe la fortuna di avere come precettore il grande filosofo greco Aristotele. È significativo che tra le sue letture un ruolo importante abbiano avuto l'Iliade e l'Odissea, i poemi omerici nei quali si esaltavano i valori della forza militare di Ettore e di Achille e l'astuzia di Ulisse.
Nel 338 il principe aveva già offerto la sua prima grande prova militare, combattendo valorosamente a capo della cavalleria nella battaglia di Cheronea, nella quale i Macedoni stroncarono le truppe dei Greci. Alessandro, molto legato alla madre Olimpiade, ebbe a soffrire perché il padre l'aveva lasciata per passare a nuove nozze, ma conobbe un momento veramente drammatico quando nel 336 questi venne assassinato. All'assassinio del padre e ai disegni dei congiurati Alessandro reagì con estrema decisione e in maniera implacabile, stroncando con la forza i suoi nemici. Subito dopo, nel 335, soffocò una ribellione scoppiata in Grecia col sostegno della Persia, distruggendo Tebe e facendone schiava la popolazione.
Formata con i Greci sottomessi la lega di Corinto, Alessandro si propose di iniziare la conquista della Persia, già progettata dal padre. Sbarcato nel 334 in Asia con un potente esercito di circa 40 mila uomini e una grande flotta di 160 navi, si recò in pellegrinaggio alla tomba di Achille presso Troia. Dopo aver liberato le città greche sottomesse dai Persiani, nella grande battaglia di Isso (333) sconfisse le truppe del re persiano Dario III. Occupate la Siria e la Fenicia, Alessandro si volse contro l'Egitto, governato dai Persiani, lo ridusse sotto il suo potere e fondò la città di Alessandria. A Siwa, in Egitto, l'oracolo salutò Alessandro come "figlio di Ammone" (titolo tradizionalmente riservato ai faraoni).
Quindi riprese la marcia penetrando in Mesopotamia: nel 331 inflisse presso Gaugamela una nuova decisiva sconfitta ai Persiani e conquistò le maggiori città del loro impero, tra cui Babilonia, Susa e Persepoli. Il re Dario si diede alla fuga e Alessandro, proclamato re dell'Asia, per sanzionare la sua vittoria ordinò che il palazzo imperiale di Persepoli venisse incendiato e raso al suolo. Ma il grande sovrano macedone, con l'intento di farsi accettare dai vinti, punì in maniera esemplare un satrapo, ossia un governatore dell'impero persiano, che per fare cosa grata al vincitore aveva assassinato Dario. Lo fece uccidere e decretò per Dario un funerale grandioso e solenne. Volendo apparire ai Persiani nelle vesti non soltanto del conquistatore ma anche in quelle del pacificatore, Alessandro sposò Rossane, figlia del sovrano della Battriana; ma questa decisione non fu bene accolta in Macedonia da una parte della classe dominante, che avrebbe voluto che il re sposasse una macedone. Subito dopo riprese le sue conquiste in direzione delle regioni a sud del Mar Caspio: tra il 329 e il 327 sottomise la Battriana e la Sogdiana (antiche regioni asiatiche in larga parte corrispondenti agli odierni Afghanistan, Usbechistan, Tagichistan), e da lì penetrò con il suo esercito fin nell'India settentrionale, aprendo orizzonti del tutto nuovi e consentendo straordinarie scoperte.
Tuttavia, i costi umani e materiali di conquiste tanto lontane ed estese finirono per indurre al ritorno il grande conquistatore, che nel 324 fece rientro a Susa, la capitale della Persia. Scopo di Alessandro era allora consolidare il suo impero e instaurare buoni rapporti tra Macedoni, Greci e Persiani. Pensando che un nuovo matrimonio potesse servire a questo scopo e costituire un esempio, pur essendo già sposato a Rossane si unì in matrimonio con la figlia di Dario, Statira, e fece anche sposare 80 ufficiali macedoni a giovani persiane. L'impero era però tutt'altro che consolidato, e il re macedone dovette reprimere pericolose rivolte. Una minaccia ancora più grave al suo potere venne dalle stesse truppe macedoni, orgogliose delle proprie tradizioni e dei propri costumi. Scontenti che Alessandro da un lato stabilisse la supremazia della cultura e dei modi di vita greci e dall'altro conferisse alla propria persona di monarca caratteristiche divinizzanti di tipo asiatico, i soldati macedoni si ribellarono, provocando una dura repressione. Al culmine del suo potere e della sua gloria, Alessandro cadde vittima di una febbre maligna che lo portò alla morte nel 323 mentre si trovava a Babilonia.
Il grande re aveva lasciato ai posteri una eredità fondata su due principali elementi. Il primo era il fatto di avere creato le condizioni per un'enorme espansione della cultura greca, così da porre le premesse per quella che è stata definita la civiltà ellenistica; al tempo stesso però la creazione di un grande impero macedone-greco-asiatico aveva posto le premesse perché la Grecia perdesse in un certo senso la sua centralità. Il secondo elemento era la difficoltà di governare questo impero, tanto grande e segnato da così grandi diversità al suo interno. La conseguenza fu che i generali di Alessandro, i diadochi ("successori"), si divisero l'impero, che trovò il suo assestamento con la creazione di tre regni principali: la Macedonia, l'Egitto e l'Asia. La successiva frammentazione dell'impero asiatico portò alla nascita di alcuni regni più piccoli, fra cui quello di Pergamo. A questo assestamento pose fine la conquista romana tra il 2° e il 1° secolo a.C. Si può dire che la battaglia di Azio nel 31 a.C., che segnò la fine della indipendenza dell'Egitto, chiuse l'età ellenistica che aveva tratto le sue forze motrici dall'opera di Alessandro.
Al fine di consolidare le sue conquiste, un aspetto importante della visione strategica di Alessandro Magno consistette nella fondazione, in vari luoghi giudicati particolarmente importanti, di numerose colonie militari che dovevano costituire un mezzo di influenza sia culturale sia politica sui territori conquistati - una linea poi proseguita ed estesa anche dai suoi successori - , la maggior parte delle quali prese il suo nome. Fra le più famose, possiamo citare Alessandria d'Egitto, Alessandria d'Aracosia (l'odierna Qandahār, in Afghanistan) e Alessandria sull'Isso (l'odierna Alessandretta, in Turchia).
L' immenso impero edificato da Alessandro, partendo dalla Macedonia e dalla Grecia, giunse ad abbracciare l'Egitto in Africa e a estendersi in Asia fino al fiume Indo. In tal modo egli contribuì a creare nuovi legami tra i popoli soggetti e a intensificare i contatti tra culture e civiltà diverse, estendendo enormemente l'influenza della civiltà greca. Il giovane eroe, cui vennero conferiti attributi divini, dopo la sua morte diventò oggetto non soltanto di opere storiche, letterarie, musicali, pittoriche, scultoree, che ne hanno analizzato ed esaltato la figura a partire dall'antichità fino alla nostra epoca, ma anche di leggende scritte e orali fiorite specialmente nei paesi asiatici. Una rappresentazione altamente simbolica, in cui è sintetizzata la leggenda di Alessandro, si trova nella scultura del suo sarcofago conservata nel Museo archeologico di Istanbul, dove il giovane re è scolpito a cavallo del suo amatissimo destriero Bucefalo.