Alessandria d'Egitto
Un ponte tra l'Oriente e l'Europa
Fondata nel 322 a.C. da Alessandro Magno ‒ che le diede il nome ‒ per dotare la nuova provincia dell'Egitto di un porto che la collegasse con il resto dell'impero, oggi Alessandria è una città con più di 3 milioni di abitanti ed è il maggior porto del Mediterraneo orientale, oltre che un importante centro industriale e culturale.
Alessandria fu progettata sul delta del Nilo dall'architetto Dinocrate, ma fu ingrandita dai successori di Alessandro Magno che la unirono all'Isola di Faro. Qui, nel 280 a.C., fu eretta la prima torre luminosa della storia, considerata una delle sette meraviglie del mondo: proprio dal nome dell'isola trae origine il termine faro. Il re Tolomeo I (323-285 a.C.) vi stabilì la capitale, che sostituì Menfi. Fu costruito un grandioso quartiere reale, con uno splendido palazzo e giardini arricchiti da orti botanici e uno zoo. La città divenne in poco tempo uno dei più importanti centri politici, commerciali e culturali dell'età ellenistica. Tolomeo I ‒ aiutato dall'oratore e uomo politico ateniese Demetrio Falereo ‒ e Tolomeo II (285-246 a.C.) crearono il museo e la biblioteca, che resero la città un luogo di attrazione per i maggiori intellettuali dell'epoca. Il museo, oltre a ospitare una vasta raccolta di opere d'arte, fu un centro di studi scientifici e letterari. La biblioteca, grazie ai continui acquisti e all'opera dei copisti, divenne la più ricca del mondo antico e raggiunse, forse, il numero di 700.000 volumi. La città fu sede anche di una numerosa colonia di ebrei, che raggiunsero posizioni economiche e culturali di prestigio, ma spesso furono oggetto di violente persecuzioni. Con l'occupazione romana iniziò la decadenza. Nel 48 a.C., durante una sollevazione popolare contro Giulio Cesare, si svilupparono incendi che danneggiarono gravemente la città e forse anche la biblioteca. Con la battaglia di Azio (31 a.C.) e il suicidio della regina Cleopatra (30 a.C.), insieme al resto dell'Egitto Alessandria cadde definitivamente nelle mani di Roma. Da capitale fu degradata a capoluogo di provincia, ma rimase per secoli un importante centro culturale, sede di importanti scuole di filosofia e teologia. Alcuni imperatori romani la saccheggiarono, come per esempio Aureliano, o la distrussero, come Diocleziano. Contribuirono inoltre a danneggiarla anche i continui conflitti tra ebrei (nel 66 ne furono massacrati 50.000), cristiani e pagani.
Con la diffusione del cristianesimo, portato, secondo la tradizione, da san Marco, Alessandria divenne sede di un importante patriarcato, che ebbe illustri esponenti in Clemente e Origene. Nel 4° e 5° secolo vi si diffusero l'arianesimo e il monofisismo, due tipi di eresia da cui ebbe origine la chiesa copta o alessandrina. La scelta di Costantinopoli come capitale orientale dell'impero determinò il definitivo tramonto politico di Alessandria, che conservò tuttavia per molto tempo la sua funzione di importante centro commerciale. Conquistata nel 619 dal re persiano Cosroe II, la città, dopo la temporanea riconquista bizantina (629), passò sotto il dominio arabo (642). Nel 968 l'Egitto fu conquistato dalla dinastia musulmana sciita dei Fatimidi, che costruirono Il Cairo come nuova capitale. Nonostante le grandi distruzioni provocate nel 12° secolo dalle crociate, grazie alla ripresa economica registratasi dopo l'anno 1000 Alessandria ‒ divenuta un ponte commerciale tra l'Oriente e l'Europa ‒ strinse fecondi rapporti con le repubbliche marinare di Genova e Venezia, che durarono fino alla fine del 15° secolo, quando la circumnavigazione dell'Africa e la scoperta dell'America aprirono nuove rotte commerciali. La conquista turca nel 1517 provocò una nuova distruzione della città, che all'epoca dell'occupazione napoleonica (1798) era ridotta a un villaggio di pescatori. Una nuova fase di crescita avvenne nel 19° secolo grazie al pascià ("governatore") Mehemet Alì (1805) e ancor più dopo la costruzione del Canale di Suez (1869). Nonostante i danni del bombardamento inglese del 1882, il passaggio sotto il protettorato britannico non fermò lo sviluppo economico della città, che nel corso della Seconda guerra mondiale fu sede di scontri tra le forze inglesi e italo-tedesche.