Fabio Chigi (Siena 1599 - Roma 1667), vescovo di Nardò e inquisitore di Malta (1635), nunzio a Colonia (1639) e (1643-48) presso il congresso della pace in Münster (Vestfalia), dove, obbedendo alle istruzioni inviategli da Roma, tenne un atteggiamento nettamente intransigente che gli alienò, tra l'altro, le simpatie della Francia; segretario di stato di Innocenzo X (1651), cardinale (1652); fu eletto pontefice il 7 apr. 1655. Proseguì da pontefice la lotta con il giansenismo (aveva già partecipato alla elaborazione della bolla In eminenti, 1642) pubblicando le due bolle Cum occasione (1653) e Ad Sanctam beati Petri sedem (1656); intervenne nelle questioni dei riti cinesi in senso favorevole alle tesi missionarie; entrò in contrasto aperto con il Mazzarino e poi con Luigi XIV di Francia per la questione del ducato di Castro e per le prepotenze dell'ambasciatore francese, marchese di Créquy, ma alla fine dovette cedere ("pace" di Pisa, 1664). Curò notevoli abbellimenti di Roma (colonnato di piazza S. Pietro, chiese di piazza del Popolo e porta omonima, oltre i restauri alla chiesa di S. Maria del Popolo, palazzo ora Odescalchi ai SS. Apostoli, ecc.). Umanista e bibliofilo, lasciò una biblioteca, che dal suo nome fu poi detta Alessandrina. Celebre il suo mausoleo, in San Pietro, opera del Bernini.