ALFONSO I delle Asturie, detto il Cattolico
Il suo regno (739-757), come in genere i primi tempi della monarchia delle Asturie, costituisce uno dei periodi più oscuri della storia spagnola, per la mancanza di buone fonti contemporanee. A. fu, si crede, il terzo re della dinastia fondata dall'eroe di Covadonga, Pelagio, del quale era genero. Secondo gli antichi cronisti, era figliuolo d'un magnate visigoto, Pietro, duca di Cantabria. In tal modo, il nucleo cristiano delle Asturie si vide rinforzato con quello della Cantabria, rimasta libera dai Musulmani.
Al tempo di A. si ebbe una sollevazione di Berberi contro gli Arabi (si deve ricordare che, nell'invasione araba, appunto genti berbere avevano invaso le Asturie e i territorî vicini). Quella sollevazione, degenerata in guerra civile tra i Musulmani, e una terribile carestia, che desolò la Spagna per cinque anni, furono, secondo gli storici arabi, le cause per cui il piccolo stato delle Asturie divenne rapidamente più vasto. Dalla Galizia, la sollevazione dei Berberi divampò in tutto il nord-ovest e anche nel sud; ma i ribelli, sconfitti dagli Arabi nell'Andalusia, furono costretti a ripassare lo Stretto. Tale emigrazione giovò ai Galiziani, che, scosso il giogo musulmano, riconobbero per loro re Alfonso (751). Più tardi egli si spinse più avanti ancora, fino alla valle del Duero ed oltre. Le cronache latine con l'elenco di luoghi strappati ai musulmani (Coimbra sul Mondego, Segovia, Avila, Guadalajara, ecc.) attestano i fortunati progressi del principe cristiano, anche se queste avanzate o spedizioni lasciarono deserti (eremavit, dice di A., il cronista albeldense) i paesi abbandonati dai Berberi. Alla morte del re, il regno cristiano comprendeva approssimativamente il nord della Galizia, le Asturie, parte dell'odierna provincia di Santander e parte di quella di Burgos, la Vasconia e forse la città di León. La frontiera musulmana era molto più a sud (Coimbra, Coria, Toledo, Guadalajara, ecc.). Ma fra i due stati era un'ampia zona, resa brulla dalle frequenti scorrerie: i Musulmani trovativi dall'esercito cristiano erano stati quasi annientati. A. fu sepolto nel monastero di Santa Maria di Cangas, che, secondo alcuni, sarebbe quello di Covadonga. Il titolo di Cattolico è dovuto certamente al suo zelo nel propagare la fede e nel fondar nuove chiese; e gli annali parlano di lui come d'un santo, attribuendogli persino miracoli dopo la sua morte.
Bibl.: B. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia española é hispanoamericana, 2ª ed., Madrid 1927, nn. 821, 1020-1024, 1085-1087, 1102-1106. V. specialmente Chronicon Albeldense; Chronicon detto di Sebastiano o di Alfonso III, entrambi del sec. IX; Chronicon Silense, del sec. XII: tutti e tre pubblicati e discussi parecchie volte [tutti e tre in las crónicas latinas de la Reconquista, voll. 2, Valenza 1913. Altre edizioni: v. per il primo, España Sagrada, XIII; per il secondo, Z. Garcia Villada, Crónica de Alfonso III, Madrid 1918 (confrontare Blazquez, A propósito de la Crónica de Alfonso III, in Ciudad de Dios, 1926); e pel terzo F. Santos Coco, Historia Silense, Madrid 1919 (cfr. M. Gomez Moreno, Introductión á la Historia Silense, Madrid 1921)]; España Sagrada, XXXVII, pp. 90-93; R. Dozy, Recherches sur l'histoire et la littérature de l'Espagne pendant le moyen-âge, Leida 1881, pp. 116-127; A. Ballesteros, Historia de España y su influencia en la historia universal, Barcellona 1920, II, pp. 184-186.