Musicista italiano (Torino 1883 - Roma 1947). Studiò con L. Diémer (pianoforte) e G. Fauré (composizione). Visse lungamente all'estero fino al 1915, specialmente a Parigi, prof. in quel conservatorio, poi a Roma, insegnante di pianoforte al Conservatorio e quindi all'Accademia di S. Cecilia. Svolse attività concertistica quale pianista a solo e d'insieme e direttore d'orchestra, ma soprattutto si dedicò alla composizione raggiungendovi, specie per le musiche composte dal 1920 in poi, fama mondiale. Nella sua produzione si rivela un'evoluzione che, partita da premesse post-romantiche (G. Mahler, per es., e il primo A. Schönberg), entra poi nella temperie cosiddetta "oggettiva" cui aveva introdotto I. Stravinskij. Nelle opere del C. (significativa la Serenata) ispirate a questo secondo orientamento, nell'intrecciarsi delle parti e nella loro sintassi armonica, è tutto un gioco di arguzia sottile e nervosa, di fantasie sonore, che raggiunge le altezze della poesia. Tra i suoi lavori emergono: le opere teatrali La donna serpente (1932), La favola di Orfeo (1932) e Il deserto tentato (1937); i balletti Il convento veneziano (comp. 1911-12, rappr. 1925), La giara (1924) e La rosa del sogno (1943); la rapsodia Italia (1909) e Introduzione, aria e toccata (1933); Sinfonia (1939-40) per grande orchestra, varî concerti, musiche da camera e pianistiche, la Missa solemnis pro pace (1944). Ha pubblicato inoltre scritti musicologici e un volume di memorie (I segreti della giara, 1941).