Uomo politico kirghiso (n. Arashan 1956). Leader del partito socialdemocratico del Kirghizistan (SDPK), è stato capo di governo nel 2007 e tra il 2010 e il 2011 (il primo del Kirghizistan democratico). Lasciata previamente la carica di primo ministro (come previsto dalla Costituzione), il 30 ottobre 2011 si è presentato alle elezioni presidenziali, ottenendo oltre il 60% delle preferenze (distanziando i rivali A. Madumarov e K. Tashiyev), con il sostegno del SDPK, del partito socialista Ata-Meken e del neonato Respublica. Tuttavia, l’elezione di A. ha creato perplessità, non solo in patria (Madumarov e Tachiev ne hanno chiesto l’annullamento), ma anche nella comunità internazionale: l’OCSE, infatti, ha rilevato irregolarità nello spoglio dei voti. Ulteriori timori di una svolta autoritaria sono stati suscitati dall'esito del referendum svoltosi nel dicembre 2016, in cui è stata approvata con l’80% di voti favorevoli una riforma costituzionale proposta dal governo in base alla quale vengono conferiti al premier maggiori poteri, ed è consentito inoltre al presidente del Paese di candidarsi alla carica di primo ministro. A seguito delle consultazioni presidenziali svoltesi nell'ottobre 2017 è subentrato ad A. il socialdemocratico S. Jeenbekov, già premier del Paese. Nel giugno 2020 l'uomo politico è stato condannato a 11 anni e 2 mesi di carcere per corruzione.