Pittore veronese operoso a Verona e a Padova. Nell'affresco della Crocifissione, nella capp. di S. Giacomo (ora di S. Felice, compiuta, nella decorazione, nel 1379) nella chiesa del Santo a Padova, sul quale principalmente può basarsi la ricostruzione critica della sua personalità e, in minor grado, nella Battaglia di Clavigo, A., risalendo direttamente a Giotto, dà di questo un'interpretazione del tutto originale, ricca di novità nell'organizzazione dello spazio, nella caratterizzazione particolare delle figure, nel raffinato colore. Ciò che può richiamarsi agli esempî di Giovanni di Milano e di Tommaso da Modena (accenti realistici, delicatezza cromatica) appare tuttavia fuso e superato in una visione profondamente nuova. All'arte di A. è informata tutta la serie di affreschi dell'oratorio di S. Giorgio (c. 1380) sul sagrato del Santo, ove per lo meno la Decollazione di S. Giorgio sembra di A. stesso. In un momento ancor più avanzato si ritrova A. a Verona, nell'affresco sulla tomba Cavalli in S. Anastasia (Cavalieri della famiglia Cavalli presentati alla Vergine), databile verso il 1390. Anche volendo restringere a queste sole poche pitture certe, o quasi, l'opera di A., la sua figura appare come la più alta della seconda metà del Trecento in Italia.