Termine creato da A. Comte (1830) per indicare, in contrapposizione a egoismo, l’atteggiamento di chi orienta la sua opera verso il fine di raggiungere il bene altrui (o, se si preferisce, di trovare il bene proprio nel bene altrui).
In etologia, il sacrificio di un individuo, di solito a favore della propria progenie o di altri individui con cui il soggetto condivide parti consistenti del proprio patrimonio genetico, che permette a questi ultimi di sopravvivere o di ottenere benefici. È un fenomeno frequente in natura, probabilmente perché favorisce il permanere nella popolazione di una parte del patrimonio genetico comune all’individuo altruista e ai suoi beneficiari, pur comportando sempre un costo che riduce la fitness dell’individuo stesso. Il comportamento altruistico riguarda molti aspetti della vita di un organismo: dalla divisione del cibo all’allertare altri di un pericolo, dall’adottare figli non propri al difendere la propria colonia, e risulta particolarmente adattativo quando il potenziale riproduttivo dell’individuo altruista è significativamente ridotto o esaurito.