Poema allegorico in terzine di G. Boccaccio, composto probabilmente nel 1342.
Colto da un dolce sonno, il poeta è guidato da una donna bellissima a un castello nelle cui sale sono affrescati i trionfi allegorici della Scienza, Gloria, Ricchezza, Amore e Fortuna. Entrato poi in un giardino, dove molte belle donne passeggiano, scorge Fiammetta e con lei s'apparta finché si ritrova accanto la guida che lo esorta alla virtù.
Il poema è da considerarsi un tentativo intellettualistico non riuscito, estraneo al temperamento artistico di Boccaccio, che si è rifatto alla letteratura didattica e, in particolare, all'esperienza dantesca: evidente è infatti l'influsso della Divina Commedia nello schema e nel procedimento allegorico, comunque negli elementi esteriori e non nella sostanza poetica.
Approfondimento di Natalino Sapegno da Boccaccio, Giovanni (Dizionario Biografico degli Italiani)
§ Amorosa Visione. Poema in cinquanta canti in terzine, la cui composizione si colloca fra l'Ameto e la Fiammetta, è la scrittura più povera, scolorita e prosaica del B. e conferma le sue deboli qualità di verseggiatore. Riprende ed esaurisce le superstiti scorie della vena allegorica e didattica, presente, come si è visto, nella cultura, ma non nel sentimento dell'autore. Egli narra d'essersi trovato in sogno in un luogo deserto, dal quale lo trae con sé una "donna lucente in vista e bella", che lo conduce alle soglie di un nobile castello. Vi si accede per due porte, una bassa e stretta che "mena a via di vita", l'altra aperta e facile che promette "ricchezza, dignità... gloria mondana". Il poeta sceglie la seconda e viene introdotto in una splendida sala, con affreschi che celebrano i trionfi della scienza, della gloria, della ricchezza e dell'amore; in altra stanza contempla l'immagine della Fortuna tra le sue vittime; infine in un giardino incontra Fiammetta e si rallegra nell'amore di lei, ma quando è sul punto di cogliere l'ultimo frutto di questo amore, si sveglia; e allora si abbandona docile alla volontà della sua misteriosa guida, seguendola per il cammino stretto e arduo della virtù che conduce a "riposo eterno". Tutto il poema è costruito come un enorme acrostico: le lettere iniziali di ciascuna terzina formano infatti tre sonetti di dedica, i primi due indirizzati a "madama Maria", cioè a Fiammetta, il terzo ai lettori.