Regione anatomica (lat. scientifico coxa) che corrisponde alla porzione laterale e postero-laterale della radice dell’arto inferiore. È costituita da un’impalcatura scheletrica (parte laterale del bacino con l’acetabolo, estremità superiore del femore) e dalle parti molli che la rivestono. Tra queste sono da ricordare l’abbondante tessuto adiposo sottocutaneo, i muscoli glutei, il muscolo tensore della fascia lata, il muscolo piriforme, il muscolo otturatore interno, i gemelli e il quadrato del femore.
L’ articolazione dell’a. (o articolazione coxo-femorale) unisce il femore all’osso iliaco (fig. 1); è costituita dalla testa del femore e dall’acetabolo, la cui cavità è ingrandita da un cordone fibro-cartilagineo (cercine cotiloideo) disposto a guisa di cornice sul contorno della cavità stessa. Mezzi di unione delle parti ossee sono il legamento capsulare (capsula articolare), rinforzato esternamente da fasci fibrosi più o meno differenziati (legamenti) e da un legamento intra-articolare (legamento rotondo) che unisce la testa del femore all’incisura dell’acetabolo e rappresenta un organo rudimentale, atrofizzatosi nel corso della filogenesi.
Tra le numerose malformazioni e malattie che colpiscono l’a., la più frequente è la lussazione congenita (fig. 2), verosimilmente connessa a un’esagerazione del normale atteggiamento in flessione dell’a. fetale o al deficiente sviluppo del tetto dell’acetabolo. La patologia dell’a. comprende, tra l’altro la coxa vara e la coxa plana (➔ coxa), le sinoviti e le artriti, l’artrosi, le lesioni traumatiche (lussazioni, fratture, ferite). Le lussazioni, più frequenti nell’adulto, hanno luogo in seguito a traumi di notevole intensità. La testa femorale, sollecitata dall’azione traumatica e dalla trazione dei legamenti e delle inserzioni muscolari, assume nuovi rapporti: può spostarsi in alto (lussazione sopracotiloidea), in basso (lussazione sottocotiloidea), medialmente, con frattura del fondo dell’acetabolo (lussazione centrale); più frequenti sono gli spostamenti in avanti (lussazione precotiloidea) e indietro (lussazione retrocotiloidea). Il trattamento consiste nella riduzione, per lo più incruenta, della testa femorale e nell’immobilizzazione con apparecchio gessato. Le fratture possono essere a carico del bacino e del femore.