(ingl. Andamans) Arcipelago dell’Oceano Indiano formato da oltre 200 isole e isolotti (6495 km2), nella parte sud-orientale del Golfo del Bengala. Costituisce amministrativamente il Territorio delle A. e Nicobare (8293 km2 con 424.000 ab. nel 2006) dell’India; il capoluogo è Port Blair, sull’isola Andaman Meridionale. Le isole formano una lunga linea di oltre 350 km, che si estende in direzione quasi meridiana tra 10°30′ e 13°30′ lat. N. La catena culmina nell’Andaman Settentrionale (Monte Saddle, 732 m); le isole maggiori (Andaman Settentrionale, Andaman Centrale, Baratang, Andaman Meridionale e Rutland) rappresentano quasi un solo corpo (Grande Andaman), tagliato da stretti canali. A sud si trova l’isola Piccola Andaman. Il clima è vicino al tipo equatoriale, con esigua oscillazione termica tra le stagioni (media annua 29,5°C) e piovosità ovunque abbondante. Una densa foresta sempreverde copre in buona parte le isole e fornisce legname di valore (tra cui il padùk). Si coltivano cocco, gomma, tè e caffè.
Già vagamente note a Marco Polo, furono costeggiate da Niccolò de’ Conti (1440) e da Cesare Federici (1569); furono studiate (sec. 18°) da ufficiali inglesi inviati per fondare un penitenziario.
Gli Andamanesi, popolazione di cacciatori, raccoglitori e pescatori decimata prima dalla colonizzazione britannica e in seguito da quella indiana, sono divisi in quattro gruppi principali: gli Jarawa, gli Onge, i Grandi Andamanesi e gli abitanti dell’isola di Sentinel. A loro è dedicato uno dei più importanti classici dell’antropologia moderna, The Andamans islanders diA.R. Radcliffe-Brown (1922).
Mare delle A. Sezione dell’Oceano Indiano (797.600 km2 circa) compresa tra il Myanmar, la costa del Tenasserim e della Thailandia, e le isole Andamane e Nicobare. È un bacino di sprofondamento (con profondità superiori ai 3500 m), il primo di quelli che caratterizzano l’area indonesiana. Vi hanno origine violenti cicloni, soprattutto in ottobre e in novembre, che hanno tendenza a propagarsi verso N e verso NO.