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Andorra è un paese incastonato tra Francia e Spagna, abitato da circa 86.000 persone. Essa è storicamente legata a Carlo Magno che la avrebbe creata come stato cuscinetto per evitare che i Mori musulmani avanzassero verso la Francia. Secondo la tradizione Carlo Magno avrebbe battezzato il principato e concesso una Carta agli andorrani. Indipendente dal 1278, il paese ha vissuto per lungo tempo un relativo isolamento nella storia europea, mantenendo legami con Spagna, Francia e pochi altri paesi.
Il sistema politico e istituzionale, come definito nella carta costituzionale del 1993, è un sistema sui generis. I capi di stato (co-principi) sono ufficialmente due: il presidente della Repubblica Francese e il vescovo d’Urgell (una regione della Catalogna). Tale configurazione è un retaggio del sistema feudale e della dipendenza che, ancora oggi, il paese ha nei confronti dei due stati confinanti. I due co-principi sono rappresentati da due delegati e hanno poteri limitati, infatti, non possono porre il veto su atti governativi. Essi mantengono però la loro autorità nell’approvazione di accordi internazionali con Francia e Spagna e di quelli in materia di difesa, sicurezza interna, integrità territoriale, rappresentanza diplomatica, cooperazione giudiziaria. Il parlamento unicamerale è composto da 28 membri eletti ogni quattro anni di cui 14 rappresentano la circoscrizione nazionale e 14 rappresentano le sette ‘parrocchie’, ovvero le regioni amministrative in cui il paese è suddiviso. Esso designa il primo ministro, responsabile dell’esecutivo.
Con le elezioni del 2009 la coalizione di centro-destra ha perso per la prima volta dal 1994. Tuttavia il governo di centro-sinistra non ha ottenuto l’approvazione parlamentare sulla proposta di introdurre nel paese un’imposta sul valore aggiunto (iva) al 4,5%, uno dei punti di un piano di riforma fiscale volto a migliorare le finanze dello stato, colpite dalla crisi, e ad avviare una maggiore integrazione nell’economia europea. L’opposizione ha infatti bloccato la proposta rivendicando l’opportunità di riforme più graduali e, con le elezioni anticipate dell’aprile 2011, il partito dei Democratici di Andorra, di centro-destra, ha vinto 20 seggi su 28 in parlamento.
Andorra non ha forze armate, ma solo un corpo di polizia e per la difesa dipende dalla Francia e dalla Spagna. Il paese è membro delle Nazioni Unite dal 1993 e del Consiglio d’Europa dal 1994. Viceversa non è membro dell’Unione Europea (Eu), primo partner commerciale, ma dal 1991 è parte di un’unione doganale per i prodotti industriali.
La popolazione di Andorra non è a maggioranza andorrana: gli Andorrani rappresentano solo il 33% della popolazione totale, mentre i restanti sono per lo più Spagnoli, Portoghesi e Francesi. La lingua ufficiale, il catalano, testimonia quanto sia forte l’influenza spagnola e sono parlati anche spagnolo e francese. La maggioranza della popolazione è di religione cristiano cattolica.
L’economia di Andorra si basa prevalentemente sul turismo, che conta per circa l’80% del pil totale. Si stima che i turisti che ogni anno arrivano ad Andorra siano tra i 10 e gli 11 milioni. Oltre che dalle bellezze paesaggistiche, essi sono attratti dalle condizioni economiche andorrane, caratterizzate da sistemi di tassazione molto bassi e da un regime di duty-free. Il settore bancario e finanziario costituisce l’altro elemento di punta dell’economia andorrana. Tuttavia il principato, anche a causa delle pressioni internazionali, sta attuando una serie di riforme nel settore e si è impegnato a modificare la disciplina sul segreto bancario e a rendere maggiormente trasparente la legislazione bancaria. Dal maggio 2009, Andorra è stata quindi rimossa dalla lista dei paradisi fiscali non cooperativi, stilata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd).
Attualmente il settore terziario assorbe quasi tutta la forza lavoro e il livello di occupazione è vicino al 100%. L’agricoltura rappresentava il perno dell’economia prima dell’avvento del turismo, con l’allevamento di pecore come principale attività. Tuttavia solo il 2% del territorio del paese costituisce terreno arabile e oggi il settore primario contribuisce a circa il 2% del Pil andorrano. Andorra non è dotata di una propria moneta e, storicamente, ha sempre usato le valute francese e spagnola; dall’entrata in vigore dell’euro nei due paesi anche Andorra ha adottato la moneta unica europea. Il paese produce energia idroelettrica, da cui deriva circa il 40% dell’elettricità consumata, mentre il restante fabbisogno è importato da Francia e Spagna.