Scrittore e drammaturgo romeno (Cămăraşu, Cluj, 1927 - Budapest 2006), di lingua ungherese. Lavorò al giornale ungherese Új Élet ("Nuova vita") e dal 1971 si trasferì in Transilvania, dove prese parte attiva alla vita politica locale contrassegnata talvolta da aspri conflitti (rivoluzione del 1989, scontri etnici del 1990). Nelle novelle e nei romanzi (si veda l'autobiografico Anyám könnyű álmot igér "Mia madre mi ha promesso dei sogni leggeri", 1970) emerge la vita quotidiana della comunità ungherese della Transilvania, mentre nella sua produzione teatrale (Suzai mennyegző "Le nozze di Suza", 1981) traspare la lotta dei deboli contro le ingiustizie. Fu anche autore di saggi (Szemet szóért "Occhio per parole", 1993; Heródes napjai "I giorni di Erode", 1994), in cui affrontò la questione della sopravvivenza della lingua ungherese in Romania.