(romeno Transilvania o Ardeal; ted. Siebenbürgen; ungh. Erdély) Regione naturale e storica della Romania, ampia poco meno di 60.000 km2 e costituita essenzialmente dal bacino di T., zona di colline argillose e marnoso-arenacee la cui altezza media si aggira sui 400 m s.l.m., chiusa a N, a E e a S dal grande arco montuoso carpatico; fanno parte della T. anche i rilievi (Monti Bihor e altri) che dividono a O il bacino stesso dal Bassopiano Ungherese. Il clima è temperato continentale, con notevoli escursioni termiche annue (Cluj-Napoca: media di luglio 19 °C, di gennaio −5 °C) e precipitazioni prevalentemente estive e nel complesso modeste. I corsi d’acqua sono tutti tributari del Danubio nel quale confluiscono, o direttamente (come nel caso dell’Olt, il maggiore), o indirettamente (come il Mureş, il Körös e altri corsi d’acqua che si versano nel Tibisco). La popolazione (4.133.358 ab. nel 2002) è in maggioranza romena, ma vi sono pure cospicui gruppi di Ungheresi e di Tedeschi. Le città principali sono Cluj-Napoca, Braşov, Sibiu e Târgu Mureş. La T. è un’importante regione agricola (cereali, barbabietola); le industrie (automobilistiche, elettrotecniche, tessili, chimiche) si concentrano nei maggiori centri urbani.
Nell’antichità la storia della T. rientra nel quadro della Dacia (➔ Daci). Come la Dacia, fu soggetta al dominio dell’Impero romano nei sec. 2° e 3°, poi i Daci romanizzati furono soverchiati dalle sopraggiunte popolazioni germaniche, slave ecc. Nel 9° sec. si affermò la dominazione ungherese, ma la regione godette di una certa autonomia con a capo un voivoda. Nei sec. 11° e 12° nuovi gruppi etnici vi presero stabile residenza, i Székely e i Sassoni, che in seguito, insieme alla nobiltà ungherese insediatasi nella regione, ottennero particolari privilegi, acquisendo una posizione di predominio sulla popolazione agricola valacca. Nel 15° sec. le tre ‘nazioni’ transilvane si collegarono nell’unione fraterna di Kápolna (1437). Acuitasi la minaccia dell’Impero ottomano nel 16° sec., la T. rescisse i legami che la vincolavano agli Asburgo, successori nei diritti della corona ungherese, e si costituì in principato. Nel 1661 il sultano conferì il principato a M. Apaffy, che vi regnò come suo vassallo. La decadenza della potenza turca decise delle sorti della T. che nel 1691 tornò sotto la corona austriaca. Il 18° sec. fu contraddistinto dal graduale rafforzamento della signoria asburgica e dallo svuotamento dei privilegi delle ‘nazioni’, infine aboliti da Giuseppe II. Nel medesimo tempo, divenne sempre più vivace la pressione dell’elemento valacco (Romeni), che irruppe nel 1848 con la violenza propria dei giovani movimenti nazionali. Il compromesso (Ausgleich) del 1867 acuì ulteriormente il contrasto tra Ungheresi e Romeni ma la situazione non mutò fino al 1918. La sconfitta dell’Impero austro-ungarico coronò le aspirazioni dei Romeni di T., che proclamarono l’unione al regno di Romania, confermata dal trattato di pace del Trianon (1920). Contesa tra Ungheria e Romania, la T. divenne causa di contrasto nel periodo tra le due guerre mondiali. Con l’arbitrato Ciano-Ribbentrop di Vienna del 1940, una parte della regione fu restituita all’Ungheria; il suo ritorno alla Romania fu sanzionato dal trattato di Parigi (1947).