Pittore fiorentino del quale si hanno notizie dal 1343 al 1377. Nella decorazione della sala del capitolo di S. Maria Novella a Firenze (il cosiddetto "cappellone degli Spagnoli"), databile agli anni 1366-68 circa, egli svolge con chiarezza paradigmatica, in due grandi composizioni (Trionfo di s. Tommaso, La Chiesa militante e la Chiesa trionfante), il programma iconografico assegnatogli ad esaltazione dell'Ordine domenicano, giovandosi di uno stile asciutto e preciso, che deriva piuttosto dai senesi per il gusto lineare e lo scarso senso plastico, avvicinandosi ai risultati di un Bartolo di Fredi, nonché dalla cerchia di A. Orcagna. Nelle scene della Vita di s. Ranieri (1377), affreschi, ora staccati, nel Camposanto di Pisa, e in alcune pitture su tavola che gli sono assegnate, i caratteri dell'arte di A. da Firenze appaiono costanti, contraddistinti da una ricerca di varietà ed eleganza assai superficiali.