Scultore e architetto (Colle di Val d'Elsa, Siena, tra il 1240 e il 1245 circa - Firenze tra il 1302 e il 1310), figlio di Cambio e Perfetta. Figura centrale della cultura artistica del Medievo con la sua classicità trascritta in forme gotiche, fu allievo di Nicola Pisano, con derivazioni dalla scuola cistercense ed esperienza formativa alla corte francese di Carlo d'Angiò.
Nel 1265 lavorò alle dipendenze di Nicola Pisano nel pulpito di Siena. Attestato a Roma nel 1277 presso Carlo d'Angiò, per il quale probabilmente realizzò alcuni anni dopo la statua in Campidoglio, venne richiesto a Perugia per la Fontana minore di Piazza (sculture conservate alla Galleria nazionale; 1277-81). Intorno al 1282 eseguì la tomba del cardinale G. de Braye in S. Domenico di Orvieto, mentre nel 1285 firmò cum suo socio Petro (forse Pietro di Oderisi, architetto della seconda metà del 13° sec.) il ciborio di S. Paolo a Roma, simile a quello, firmato da lui solo e datato 1293, di S. Cecilia in Trastevere. Ancora agli inizi degli anni Novanta del Duecento sono da riferire il monumento funerario di R. Annibaldi in S. Giovanni in Laterano e il Presepe per S. Maria Maggiore. Nelle Grotte vaticane si conservano solo alcune parti del monumento funebre di Bonacio VIII. L'8 sett. del 1296 fu deposta la prima pietra del Duomo di Firenze, di cui A. fu capomastro e per il quale progettò la facciata (disegno nel Museo dell'Opera del Duomo). Scolpì numerose e splendide statue che dovevano essere collocate sulla facciata del Duomo e ora conservate nel Museo dell'Opera del Duomo e in collezioni private (Natività, Madonna in trono, Bonifacio VIII, apostoli e diaconi), nonché a Berlino, Staatlichen Museen (Dormitio Virginis). È stata prospettata, inoltre, una sua possibile attività di pittore, presumibilmente rinocoscibile nelle Storie di Isacco della Basilica Superiore di S. Francesco ad Assisi.
La figura di A. scultore, fin dai primi interventi individuati dalla critica nell'ambito dell'opera di Nicola Pisano, appare ben differenziata da quella del suo maestro. L'accentuazione di saldi blocchi volumetrici, il risalto angoloso nella realizzazione dei panneggi, l'intensa individuazione realistica nei ritratti e nella gestualità delle figure mostrano un'acuta attenzione per la scultura antica (soprattutto tardoantica ed etrusca) e la conoscenza dei nuovi modelli gotici francesi. Ancora, l'analisi del particolare, nell'inscindibile rapporto che la sua scultura ha con l'impianto architettonico (dalla tomba del cardinale de Braye al ciborio di S. Cecilia), può convincere della continuità e della coerenza tra le sue realizzazioni scultoree e la più discussa e problematica attività di architetto. La sua presenza, oltre che nel Duomo (ad A. risale anche l'idea della cupola ottagona su cappelle disposte a trifoglio), è stata riconosciuta, per ragioni di stile, nella fabbrica fiorentina della chiesa di Badia (pianta, resti della facciata), nel Palazzo Vecchio, e, specialmente, in S. Croce.