trono Seggio, per lo più grandioso e riccamente decorato, sopraelevato dal suolo e spesso coperto da un baldacchino, sul quale prende posto un sovrano o altro personaggio di grande autorità e dignità, per compiere atti connessi con la sua carica, in ambienti e circostanze particolari. È anche attributo della divinità (pagana e cristiana), che s’immagina e si raffigura sedente sul t., segno di potenza e di maestà.
Già nei poemi omerici il t. è assegnato a Zeus, e dalle fonti letterarie ai sovrani, come attributo del grado. Il sedile di pietra nella sala del trono a Cnosso (tardo minoico II), a dorso alto e senza braccioli, derivato da modello ligneo, è considerato il più antico esempio. Quelli delle statue faraoniche sono senza braccioli e a schienale basso. Capolavoro di arte e di tecnica era il t. colossale della statua di Zeus a Olimpia, di Fidia.
Nella sua forma più evoluta, in età classica, il t. è un alto sedile, con gambe tornite spesso terminanti ad artigli leonini, alto dorso, braccioli talvolta a testa di ariete e retti da sfingi, e uno sgabello mobile. Di regola era di legno, scolpito e probabilmente dorato, con intarsi e applicazioni.
Al culto e alla divinazione dei defunti sono dovuti i t. simbolici rinvenuti tra le suppellettili di tombe etrusche (tomba Regolini-Galassi di Cerveteri, Museo etrusco vaticano); tipica è la forma con schienale tondeggiante dei sedili di lamina di bronzo sbalzato delle tombe arcaiche di Preneste, Chiusi, Cere, spesso simbolici. Anche la ‘sedia Corsini’ si presenta come sedile di parata o trono.
Nel mondo cristiano il t., come attributo divino e regale, compare nell’iconografia del Cristo in maestà, della Madonna in t., di imperatori, testimoniando, per es., i sontuosissimi t. del mondo bizantino, sormontati talora da cupole o baldacchini. Frequente fu il tipo di t., derivato dalla sella curulis, costituito da una sedia pieghevole in metallo o in legno e poi il tipo di sedile a banco, con o senza spalliera. Tra i più antichi esemplari conservati, il cosiddetto t. di Dagoberto (pieghevole, in bronzo, 8°-9° sec., Parigi, Bibliothèque nationale); il t. di Carlo il Calvo, o cattedra di San Pietro (legno ricoperto di placche d’avorio; S. Pietro in Vaticano); il t. di Carlo Magno (in pietra, con ricettacolo per reliquie; Aquisgrana, Cappella Palatina).
L’evoluzione tipologica del t., che presenta una stretta analogia con la cattedra vescovile o abbaziale, porta, in Occidente, alla riduzione della cupola di copertura a mezzo baldacchino, incorporato nel seggio; dal 17° sec. il t. è prevalentemente costituito da grandi poltrone, a volte sormontate da baldacchini (per il t. nell’etimasia ➔ etimasia).