Poeta greco (Zante 1792 - Louth 1869). Vissuto in Italia fin dall'infanzia, a vent'anni divenne amico di Foscolo, che seguì come segretario in Svizzera (1815) e in Inghilterra (1816); qui, interrottosi il sodalizio con il poeta conterraneo, visse facendo traduzioni e dando lezioni private; si trasferì poi a Corfù, dove fu professore all'Accademia ionia (1826-52). Trascorse gli ultimi anni di vita in Inghilterra, dirigendo insieme alla moglie un educandato. La prima attività letteraria di K. fu in lingua italiana: odi e tragedie (Ippia; Teramene; Le Danaidi, edite a Londra nel 1818); ma la sua fama di poeta è legata alle odi in greco, venti in tutto, delle raccolte ῾Η Λύρα ("La lira", 1824) e Λυρικά ("Le liriche", 1826), pubblicate rispettivamente a Ginevra e Parigi, che celebrano soprattutto la gloria e le virtù della Grecia da poco insorta contro i Turchi. Anomala e solitaria, l'opera di K. deve la sua originalità alle soluzioni linguistiche e metriche adottate, al nitore neoclassico della forma che contraddice ed esalta insieme l'ispirazione romantica. Passata inosservata per molti anni, fu riscoperta nel 1888 dal poeta K. Palamàs.