Scultore a cui Plinio attribuisce una leonessa bronzea senza lingua nei Propilei di Atene, ricordata anche da Plutarco e, secondo la tradizione, dedicata all'etera Leena (in greco "leonessa") amica dei Tirannicidi, la quale sotto la tortura seppe tacere ogni informazione sulla congiura contro i Pisistratidi e infine, secondo la tradizione, si mozzò con un morso la lingua. La statua della leonessa dev'essere posteriore al 480 a. C.; e la maggior parte degli studiosi oggi ritengono che sia stata la perdita casuale della lingua a dare origine alla leggenda popolare.