BANDINI, Angelo Maria
Nacque a Firenze il 25 sett. 1726 da Anton Francesco e da Dianora Maddalena Carboni. Studiò le discipline letterarie sotto la guida del latinista gesuita Girolamo Lagomarsini. I suoi inizi nell'agone culturale non mostrano l'erudito che il B. fu poi, ma la pratica di un gusto diviso tra letteratura, erudizione e scienza (o divulgazione scientifico-filosofica) caratteristica di un fervore intellettuale ancora discontinuo: da notare però la collaborazione alle Novelle letterarie e la sperimentazione dell'antiquaria con G. Lami.
Appaiono, tra l'altro, una Descrizione di tre urne etrusche e romane trovate nei contorni di Fiesole... (in Nov. lett.,1744, coll. 689-692); un elogio latino del matematico Guido Grandi (Florentiae 1745; e in G. Lami, Memorabilia...,II, 1, Florentiae 1745, pp. 237 ss.); una Dissertatio de veterum saltationibus (in G. Meursio, Opera omnia... J. Lamius recensebat..., V, Florentiae 1745); In antiquam tabulam eburneam sacra quaedam D. N. Iesu Christi Mysteria anaglypho opere exhibentem, observationes,Florentiae 1746; l'edizione delle Lettere VII teologiche e metafisiche... contro i Ragionamenti metafisici del Sig. Giov. Gualberto Soria...,Milano [ma Firenze] 1746 (le Lettere,già pubblicate sulle Novelle contro il tenue ed eclettico razionalismo del professore pisano, sono del Lami e di G. C. Bini; solo la ristampa, che include due lettere inedite, fu curata dal B.); una Dissertazione... sopra un'antica tavoletta d'avorio figurata... Venezia 1747 (e in A. Calogerà, Raccolta di opusc. scientifici e filol., XXXVII, Venezia 1747, pp. 227 ss.); un De cometis liber singularis elegiaco carmine conscriptus (ibid.,XXXIX, Venezia 1748, pp. 261 ss.; e a parte, Venezia 1748). Ma già la Vita e lettere di Amerigo Vespucci, Firenze 1745, e i due tomi dello Specimen literaturae Florentinae saec. XV..., Florentiae 1747-51, aprono una linea meno occasionale di interessi.
Andava intanto il B. compiendo a Pisa gli studi universitari, che interruppe per seguire a Vienna (agosto 1747-febbraio, 1748), in qualità di segretario, il vescovo di Volterra G. Du Mesnil. Parentesi breve, di poco rilievo, conclusasi con la visita superficiale di Venezia, Padova, Ferrara e Bologna, lungo la strada del ritorno. Trasferitosi a Roma nello stesso 1748 presso il fratello maggiore Giuseppe, uditore dell'allora monsignor Gregorio Salviati, poi cardinale, abbracciò lo stato ecclesiastico e si avviò al sacerdozio. Strinse allora rapporti con il circolo raccolto intorno al cardinale Alessandro Albani, con i fratelli Venuti in particolare, e prese a muoversi con discrezione e abilità nel mondo prelatizio e antiquario romano, illustrando epigrafi e reperti archeologici per le Novelle letterarie e descrivendo (Dell'obelisco di Cesare Augusto, scavato dalle rovine del Campo Marzio,Roma 1750) l'obelisco scoperto nel 1749 in Campo Marzio (ed eretto, nel 1792, nella piazza di Montecitorio).
Tradotto in latino, il De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto Commentarius. Accedunt de eodem clariss. virorum epistolae..., Romae s. d. [1751] fu pubblicato a spese del pontefice regnante Benedetto XIV, e apparve arricchito di belle incisioni e di lettere del Poleni, del Boscovich, del Muratori e del Maffei. La descrizione di questo gnomone solare, famoso già dall'antichità per la testimonianza di Plinio, è l'ultima ricerca esclusivamente antiquaria del B.: notizie e dati antiquari non mancheranno certo in talune sue opere o ricerche posteriori (soprattutto negli Odeporici),ma saranno evidentemente inseriti in un contesto diverso storico-erudito.
Alle corti cardinalizie dei Corsini e degli Albani tuttavia il B. preferì presto il più raccolto e congeniale ambiente fiorentino. Tornato in Toscana si laurea in utroque a Pisa nel 1751. Nel 1752 diviene bibliotecario della Marucelliana ed assiste, il 15 settembre dello stesso anno, all'apertura della biblioteca divenuta pubblica per lascito testamentario del fondatore. Nel 1756, morto A. M. Biscioni, gli succede nel canonicato laurenziano di S. Giovanni Battista (di regio patronato) e nella carica di bibliotecario della Laurenziana. Nel 1756 è ordinato sacerdote e ottiene un protonotariato apostolico.
Francesco Stefano di Lorena gli accorda una pensione per le sue fatiche di bibliotecario laurenziano; Pietro Leopoldo gliela sospenderà nel 1769, pur riconfermandogliela nel 1771 (e una antipatia nei riguardi del granduca traspare più volte in giudizi o ricordi del nostro così aulico, asburgico e compassato canonico). Ma il B., oltre il canonicato laurenziano, godette di benefici e pensioni ecclesiastiche ottenute da Benedetto XIV (1756), da Clemente XIV (1772) e da Pio VI (1781). Gli vennero via via le nomine accademiche più importanti: nel 1767 all'Académie Royale des Inscriptions et Belles Lettres; nel 1776 alla Crusca e all'Arcadia (Melisio Tritonio), grazie a Corilla Olimpica; nel 1779 alla Reale Accademia di Napoli; nel 1784 alla Reale Accademia Fiorentina. Nel B. sembrano così assumere valore emblematico le vicende e le aspirazioni del dotto ecclesiastico settecentesco.
Dal momento della nomina a bibliotecario la vita del B. non presenterà, come del resto non era avvenuto in precedenza, scosse o alterazioni profonde: essa si svolge attivissima nello studio e nella pubblicazione di una grande quantità di materiale sconosciuto o poco noto, frutto di ricerche nella Laurenziana e nella Marucelliana, di fortunati reperimenti, di approfondimenti in margine al catalogo dei codici laurenziani, o di una più stanca curiosità erudita. È un susseguirsi di edizioni, di Collectiones o di Ragionamenti,di Memorie o di Illustrazioni che trovano la loro unità in una convinta bibliofilia, in un tutto settecentesco amore per l'inedito e il raro nella scia aperta dai Maurini, dal Muratori e dai loro maggiori e minori discepoli, nel culto delle memorie patrie, rivissute attraverso le indagini di codici e manoscritti, nella ricostruzione dei fasti di una celebre biblioteca.
Il già ricordato Specimen literaturae Florentinae saec. XV in quo dum Christophori Landini gesta enarrantur virorum ea aetate doctissimorum in Literariam remp. merita, status Gymnasii Florentini a Landino instaurati et Acta Academiae Platonicae a Magno Cosma excitatae recensentur et illustrantur,Florentiae, Rigacci, 1747-51, tomi 2 (cfr., per importanti osservazioni sul gusto erudito e il metodo del B., A. Perosa, Una fonte secentesca dello Specimen del B. in un codice della Biblioteca Marucelliana,in La Bibliofilia, XLII[1940], pp. 229-256), è il frammento di una storia letteraria fiorentina tra il '200 e il '400 in dodici volumi, come il B. avverte nella prefazione (pp. XXXIII s.). Dalla quale (p. XXXV) sappiamo anche di un'edizione delle opere inedite del Poliziano cui il B. contemporaneamente attendeva, con altri, presso lo stesso libraio-editore Rigacci. Fallito il progetto, l'interesse per il Poliziano si configurerà tuttavia nell'Elogiodi Angelo Poliziano,che il B. inserì nelle Memorie istoriche di più uomini illustri toscani,I,Livorno 1756, e nel Ragionamento istorico sopra le collazioni delle fiorentine Pandette fatte da Angelo Poliziano, Livorno 1762. Altri frammenti dell'impresa il B. andrà poi pubblicando nella Collectio veterum aliquot Monumentorum ad historiam praecipue literariam pertinentium,Arretii 1752.
In questa continuazione dello Specimen sono inclusi (pp. 37-48) l'allora pressocché inedito Ritratto di cose della Magna di Machiavelli, ma soprattutto brani di epistolografia umanistica, tardo umanistica e di carteggi eruditi sei-settecenteschi, l'Epistola deprecatoria del Landino a Lorenzo de' Medici, lettere di vari a Lorenzo, lettere a Bartolomeo Scala (che preparano il terreno alla Bartholomaei Scalae Collensis... Vita,Florentiae 1768, di D. M. Manni), ad Aldo e a Paolo Manuzio, a Marcello Virgilio Adriani e a Machiavelli, lettere di Ludovico Castelvetro, di Giusto Lipsio, del cardinale Francesco Barberini allo Scioppio (le quali ultime preludono all'interesse del B. per il Doni), del Grevio al Magliabechi. Un itinerario di riscoperta erudita cui vanno affiancate, non a caso, le "vite" dedicate dal B. a personaggi dell'età rinascimentale o a filologi e dotti (Pier Vettori, G. B. Doni, F. Marucelli), che accolsero e perpetuarono le suggestioni della cultura e della critica umanistica nell'età successiva sino alle soglie dei '700. "Vite" che rappresentano la collaborazione prestata dal B., tra il 1756-58, al Magazzino toscano di Livorno,esprimendovi, accanto al fermento illuministico, quel patriottismo regionale e quel tono moderato propri della cultura toscana a metà Settecento. Oltre il citato Elogio di Angelo Poliziano, appaiono La vita di Filippo Strozzi, in Magazzino,II,1755, e a parte,Livorno 1756; Vita di Lionardo da Vinci, ibid.,e a parte, Livorno 1757. Memorie per servire alla vita di Pier Vettori, ibid.,III,1756, e a parte, Livorno 1756; Vita del cardinale Niccolò da Prato, ibid.,e a parte, Livorno 1757 (che provocò il Supplemento alla Vita del cardinale Niccolò da Prato religioso domenicano stampata in Livorno l'anno 1757,Lucca 1758, del domenicano Vincenzo Fineschi). Nelle cit. Memorie istoriche,insieme a tutte le "Vite" ricordate, apparve anche quella del card. Dovizi da Bibiena (a parte, Livorno 1758).
I Commentariorum de vita et scriptis Joannis Bapt. Doni... libri quinque,Florentiae 1755, completano (in un unico tomo) l'edizione del Commercium literarium nunc primum collectum digestum...,Florentiae 1754, di A. F. Gori che l'epistolario e le carte del Doni (1594-1647), teorico della musica e storico della musica antica, non molto tempo prima aveva salvato dalla dispersione e riordinato nella Marucelliana. Per i tre tomi delle Clarorum Italorum et Germanorum epistolae ad Petrum Victorium,Florentiae 1758-60 (cui è premessa una Vita latina rielaborata dalle Memorie del 1756) il B. ebbe a modello l'edizione delle lettere al Magliabechi curata da G. Targioni Tozzetti (1745-46) e si avvalse della collaborazione dell'amico Francesco Vettori, discendente di Piero(sull'edizione del B. e sulle vicende dell'epistolario del Vettori, cfr. D. Giannotti, Lettere a Piero Vettori,a cura di R. Ridolfi e G. Roth,Firenze 1932, pp. 43 ss.). L'Elogio dell'abate Francesco Marucelli,chechiude idealmente la serie, occasionato dall'apertura al pubblico della Marucelliana, era già apparso a Livorno nel 1754.
Il Commentarius de Platonicae philosophiae post renatas litteras apud Italos instauratione sive Marsili Ficini vita auctore Ioanne Corsio patricio Flor. eius familiare et discipulo nunc primum in lucem eruit Ang. Mar. Bandinius...,Pisis, Pizzorno, 1771 (e anche in Miscellanee di varia letteratura,VIII, Lucca 1772, pp. 247 ss.), con note ricavate dall'epistolario ficiniano, se appare più tardi, si riallaccia alle ricerche del B. di questo decennio 1747-58; come agli stessi anni (1753, stando all'autobiografia del B. in Mazzuchelli; 1755, da un cenno nella prefazione, p. XV, del commentario alla vita e agli scritti dei Doni) si riferiscono le prime indagini del B. sulla tipografia giuntina apparse addirittura nel 1791: De Florentina Vuntarum typographia eiusque censoribus ex qua Graeci, Latini, Tusci scriptores ope codicum mss. a viris clarissimis pristinae integritati restituti in lucem prodierunt,2 parte, Lucae 1791 (la seconda parte comprende gli Annali tipografici giuntini).
Gli interessi "umanistici" del B. hanno dunque termine intorno al 1758. Il B., divenuto bibliotecario, aveva ripreso la descrizione dei codici della Mediceo Laurenziana.
Proseguendo in questo senso l'opera del suo predecessore Biscioni,che, con l'aiuto di F. Rizzoni, aveva dato il Bibliothecae Mediceo-Laurentianae Catalogus... tomus primus, codices orientales complectens,Florentiae 1752 (2 ediz. 1756), approntò i tre volumi in folio del catalogo dei codici greci: Catalogus codicum mss. Bibl. Mediceae Laurentianae varia continens opera Graecorum Patrum,Florentiae 1763, tomo II, I -quasi a sottolineare la continuità con il lavoro del Biscioni -; Catalogus Codd. Graecorum Bibliothecae Laurentianae..., tomus secundus,Florentiae 1768; Catalogus..., tomus tertius…,Florentiae 1770 ("Accedunt codices Gaddiani Graeci et Indices locupletissimi": i codici gaddiani, acquistati dal granduca nel 1755, erano stati divisi tra la Magliabechiana e la Laurenziana). Una ristampa anastatica dei tre tomi è apparsa a Lipsia nel 1961, e comprende anche il Supplemento di E. Rostagno e N. Festa, Indice dei' Codd. greci laurenziani non compresi nel catalogo del Bandini,in Studi ital. di filologia classica,I (1893), pp. 129-232.
Seguirono i quattro tomi del catalogo dei codici latini: Catalogus Codd. Latinorum... tomus I,Florentiae 1774; tomus II, ibid. 1775; tomus III... "Accedunt codices latini omnes bibliothecae Gaddianae nunc Mediceae", ibid. 1776; tomus IV,"continens exactissimam recentionem mss. codd. circiter DCC. qui olim in Florentino S. Crucis Coenobio minor. conv. adservabantur", ibid. 1777 (la biblioteca di S. Croce era stata trasferita nella Laurenziana nel 1767). Nel 1778 appare il Catalogus codd. Italicorum bibliothecae Mediceae Laurentianae, Gaddianae et Sanctae Crucis..., Florentiae 1778 (con indice complessivo anche dei volumi precedenti).
Ma altre accessioni di manoscritti alla Laurenziana, volute dalla illuminata politica culturale di Pietro Leopoldo, e altri trasferimenti ordinati da Ferdinando III costringono l'infaticabile erudito a dare gli altri tre tomi della Bibliotheca Leopoldina Laurentiana..., Florentiae 1791-92-93, in cui sono descritti rispettivamente i codici della soppressa biblioteca di S. Maria dei Fiore, passati alla Laurenziana nel 1778, altri codici gaddiani trasferiti dalla Magliabechiana nel 1783, e i codici strozziani acquisiti dalla Laurenziana e dalla Magliabechiana nel 1785, alla morte di Alessandro Strozzi; ancora i codici gaddiani, i codici segniani, quelli biscioniani (trasferiti anch'essi dalla Magliabechiana, secondo le disposizioni di Pietro Leopoldo che mirava a concentrare nella Laurenziana il maggior numero dei manoscritti), e i medicei fiesolani della soppressa biblioteca (1783) dei canonici lateranensi di S. Bartolomeo; ancora i codici fiesolani e i codici della Medicea Palatina, che erano stati trasferiti nel 1783 da Palazzo Pitti.
Alla descrizione dei manoscritti il B. viene accompagnando un'attività tenace quale editore di testi per lo più inediti, di Padri greci e di "Anecdota" riguardanti la Chiesa greca e il Medioevo bizantino, o di autori in prevalenza della tarda grecità.
Si susseguono così: Iustiniani Magni imp. et Eudociae Augustae Opera quaedam anecdota…,Florentiae 1761; S. Ioannis Chrysostomi In Ninivitarum poenitentiam Homilia,Anastasi Sinaitae Sermo III de hominis creatione. Accedunt formula abiurationis Athinganorum,S. Gregori Nazianzeni Epigrammata quaedam,Florentiae 1763; il Fasciculus rerum Graecarum Ecclesiasticarum exhibens tractatum Basili Magni De Synisactis,Nicephori Callisti Xanthopoli Sermonem in S. Mar. Magdalenam, codd. aliquot insigniorum notitiam, ibid. 1763; e, contemporanee o di poco posteriori, le edizioni di poeti gnomici, naturalisti, ecc., greci: Callimachi Cyrenaei Hymni.... Florentiae 1763; Nicandri Theriaca et Alexipharmaca... Accedunt variantes codicum lectiones... et Graeca Eutecnii sophistae metaphrasis ex codd. Mediceae et Vindobonensis Bibl. descripta,ibid. 1764; Musaei Grammatici De Herone et Leandro carmen…,ibid. 1765; Thyphiodori Aegyptii Grammatici Excidium Troiae ibid. 1765; Coluthi Tebani Raptus Helenae ibid. 1765; Arati Solensis Apparentia...,ibid. 1765; Theognidis... Sententiae,Phocylidis Poema admonitorium, Pythagorae Aurea carmina.., ibid. 1766; Theophrasti Gresii De Historia Plantarum libri X fragmentum ex cod. Biblioth. Laurentianae nunc primum in lucem erutum...,ibid. 1770.
Nessun interesse mostrò il B. per la pubblicazione di "aneddoti" latini (ove si escludano quei testi e frammenti di epistolari umanistici e tardo umanistici di cui si è detto); notevole invece l'impegno con cui, durante il lavoro di catalogazione, si occupò di codici o di esemplari di particolare valore che venivano arricchendo la Laurenziana.
Abbiamo così il Ragionamento istorico sopra le collazioni delle fiorentine Pandette fatte da Angelo Poliziano sotto gli auspici del magnifico Lorenzo de' Medici ora ritrovate e restituite al publico a cui una volta appartenevano…,Livorno 1762; la Epistola de celeberrimo codice Tacticorum Graecorum Biblioth. Laurentianae ..., Florentiae 1766; la Dissertazione... sull'antichissima Bibbia creduta dei tempi di S. Gregorio pp. ora trasferita dal celebre monastero di S. Salvatore di Monte Amiate nella Real Biblioteca Laurenziana,in Nov. lett.,1785, coll. 1, 17, 33, 49, 65 ss., e a parte, Venezia 1786 (di questi tre scritti del B. diremo oltre); la Illustrazione di due evangeliari greci del sec. XI appartenenti l'uno alla Chiesa di Costantinopoli, l'altro a quella di Trabisonda,in Nov. lett.,1783, coll. 513-519; 529-536; 545-552; 561-565; 577-585; 593-600; 609-617, e, a parte, Venezia 1787; inserita in lat. nella Biblioth. Leopold. Laurentiana…, III,pp. 490 ss.: si tratta dei codd. Laur.,già Medic. Palat.,CCXLIII e CCXLIV; il Ragionamento... sopra un'opera manoscritta non più stampata di Ugolino da Montecatini, celebre medico del sec. XIV nella quale si tratta delle acque termali della Toscana…,Venezia 1789 (sul Laur. LXXIII, n. 52, acquistato dal Bandini).
Dopo la bella introduzione storica sulla formazione e vicende della biblioteca premessa al primo volume del catalogo dei codici greci, il B. continuerà, attraverso le nuove accessioni, a ripercorrere la storia della Laurenziana e di altre biblioteche fiorentine: con una rapida "guida" della Laurenziana, la Lettera... sopra i principj e progressi della Biblioteca Laurenziana scritta in occasione di essere stati trasferiti nella medesima i codd. orientali che si conservavano nel Real Palazzo. Si aggiunge un'esatta notizia dei codd. più insigni per uso degli eruditi forestieri che qui concorrono,Firenze 1773 (la Lettera indirizzata a M. Lastri per le Novelle letterarie è datata 25 ott. 1771); con il Ragionamento sopra i collettori dei codd. orientali esistenti nelle biblioteche Laurenziana e Palatina e dell'origine e progressi della Tipografia Orientale Medicea in Roma,Firenze 1772 (apparso già sulle Nov. lett.,1772, coll. 17-21; 49-53; 81-85; 113-117; 161-167; 209-213; 241-243; 273-277; 321-326; 353-357; ma il B. tenne ancora sull'argomento tre lezioni alla Società Colombaria, tra il 1802-03: un frammento fu edito da G. Palagi in occasione del IV Congresso internazionale degli orientalisti: La Stamperia Mediceo-Orientale. Frammento di una Memoria in parte inedita del Can. A. M. B.,Firenze 1878); con la Istoria della celebre biblioteca della Metropolitana fiorentina trasportata nella Laurenziana,in Nov. lett.,1778, coll. 193-199; 209-214; 497-505; 545-549; 577-580; 593-598; con la Memoria riguardante il collettore della celebre libreria Strozziana che fu Carlo di Tommaso Strozzi, trasferita dopo l'estinzione della famiglia nella Laurenziana,in Nov. lett.,1786, coll. 33-41; 49-55; 65-72; 81-87; 97-106.
Collaborazione abbastanza continua alle Novelle letterarie,questa del B., attraverso cui egli tenne praticamente la direzione del periodico dopo la morte del Lami (1770-92): anche se gli si affiancò, e talvolta lo sostituì, certo con più avvertita sensibilità per le discussioni aperte dai "lumi" nell'ultimo trentennio del secolo, M. Lastri. Di grande importanza però sul piano dell'informazione e delle polemiche storico-erudite, antiquarie e letterarie, la presenza del B., per la possibilità di contatti, amicizie, rapporti epistolari che egli, salito a fama grandissima dopo i primi volumi del catalogo e la sua multiforme attività di bibliotecario laurenziano, era venuto intessendo in Italia e in Europa.
Conclusa parzialmente, nel 1778, la fatica del catalogo laurenziano, il B. poté dedicarsi, con continuità maggiore che per il passato (allorché si era dovuto limitare a una serie di "odeporici" autunnali a San Gimignano e Volterra, cfr. ms. Maruc. B. I. 10; e nel Casentino, cfr. Maruc. B. I. 19), a viaggi eruditi in Piemonte, Lombardia Veneto, Emilia, Roma, Napoli (mss. Maruc. B. I. 16 e B. I. 18).
Il B. pubblicò le Notizie istoriche della illustre terra di S. Gemignano,in G. Targioni Tozzetti, Relazioni d'alcuni viaggi...,VIII,Firenze 1775, pp. 187 ss. (mentre inedito rimane il copioso materiale dell'odeporico nel Casentino, con il quale il B. intendeva completare l'opera del Targioni); la Del monastero di S. Pietro di Pontignano nel territorio sanese... lettera odeporica,Firenze 1789, e le Lettere XII nelle quali si ricerca e s'illustra l'antica e moderna situazione della città di Fiesole e suoi contorni...,Siena 1800 (ma la prima stesura è del 1776; aggiunte e correzioni riscontrabili nel testo a stampa sono databili, per riferimenti a fatti contemporanei, al 1786, 1795, 1798). Dei Diari degli anni 1778-81 furono editi diversi frammenti: da A. Beccaria, A. M. B. in Piemonte. Dal suo "Diario di viaggio" 9-23 nov. 1778, in Miscell. di storia ital.,s. 3, XIV (1909), pp. 239-268; da A. Cipolla, A. M. B. a Verona, ibid.,s. 3, XVI (1913), pp. 257-271; da S. Fermi, A. M. B. a Piacenza (dal suo "Diario di viaggio" 23-25 nov. 1778), in Bollett. stor. piacentino,VIII (1913), pp. 262-269; da U. Benassi, A. M. B. a Parma,in Arch. stor. per le prov. parmensi,n. s., XIV (1914), pp. 151-163. Inedito resta il Viaggio a Roma, Napoli, Salerno, Montecassino, ecc. nel 1780 e 1781 (nel cit. Maruc. B. I. 18).
Sono questi "viaggi", come le lettere odeporiche, privi non solo, com'è comprensibile, delle fresche impressioni e del calore intellettuale di tanti viaggi o diari in specie della seconda metà del '700, ma anche della spigliatezza e vivacità culturale delle Cartas familiares dell'Andrés cui potrebbero per tanti aspetti avvicinarsi: taccuino o brogliaccio di un erudito, paiono scritti con l'animus di un viaggiatore odeporico di quarant'anni prima né la frettolosità delle annotazioni riesce a dissimulare un grigiore e una sordità effettiva di fronte a fatti culturali, archeologici, artistici. Eppure il B., legato al Lastri e al Lanzi, fu buon raccoglitore di cose d'arte, costituenti oggi il Museo Bandini di Fiesole. Nonostante questi limiti però le "cose viste", e i personaggi avvicinati o conosciuti dal B. aprono nei "viaggi" qualche vivido scorcio: dalle conversazioni romane con il Visconti, il Borgia, lo Zelada, il Marini, il Saliceti, alla descrizione della Villa Albani, agli incontri napoletani in casa Grimaldi con il duca di Belforte, il Galanti, il Galiani, il Filangieri, Luigi Medici, Pasquale Baffi, Fraggianni, Diodati, Hamilton. Ma il B. preferirà ricordare piuttosto libri e manoscritti, edifici pubblici, chiese e monasteri, carte medievali e monete, statue, rilievi, epigrafi.
Questo ritorno al passato, questo richiamo, sul limitare dell'800, alla letteratura tipicamente settecentesca degli "odeporici" riflettono le ultime preoccupazioni del B., che pure, come diremo, veniva toccato negli ultimi anni della sua vita dalle correnti della nuova filologia europea, e segnano il suo definitivo appartarsi dalla scena dell'erudizione fiorentina con gli anni della Rivoluzione e il suo tramonto nella villa-museo di Fiesole (la "hübsches Haus", che tanto piacque al Münter, cfr. Aus den Tagebüchern...,I,p. 235), dove morì il 10 ag. 1803.
Tracciare un sia pur rapido profilo qualitativo degli interessi e delle ricerche del B. non è facile per l'ampiezza e il carattere composito dell'opera sua e per una serie di problemi e di rapporti tuttora oscuri o non sufficientemente chiariti. Poco rilevanti le indagini antiquarie del B., ove si eccettui il De obelisco. Migliori, sotto molti aspetti, e più organiche le sue ricerche umanistiche, volte sul piano storico-erudito alla raccolta di dati biografici e su quello critico-filologico alla edizione di testi e di epistolari. Si giovò il B. dell'esempio del Mazzuchelli, che dava in quegli anni alla cultura italiana gli Scrittori d'Italia (un Ragionamento intorno alla vita di Amerigo Vespucci, indirizzato al conte G. M. Mazzuchelli, pubblicato dal B. a Livorno nel 1754 è di per sé rivelatore), ma soprattutto delle suggestioni e dell'opera di Lorenzo Melius, singolare studioso fiorentino dell'età umanistica, con il quale il B. ebbe precisa consuetudine di lavoro (cfr. M. Rosa, Per la storia...,pp. 53 e 71). Manca tuttavia al B., in questo settore, una esperienza di lavoro, un rapporto concreto con i risultati raggiunti dalla cultura europea anche se egli tende, in armonia con lo schema di origine razionalistica, a superare nettamente l'ambito cronologico di ricerca circoscritto al '400 fiorentino entro il quale si mosse il Mehus (tanto più europeo, questi, però, nella sua agguerrita filologia) e a perseguire un'esigenza di storia della cultura e della civiltà rinascimentale, colta nel suo arco dal pensiero civile, politico e filosofico umanistico (Landino, Machiavelli, Ficino, Leonardo, Bibbiena, ecc.) alla filologia cinquecentesca (Castelvetro, Vettori, Paolo Manuzio; ricerche sulla tipografia giuntina), alla erudizione tardorinascimentale (Doni), alla filologia europea, olandese in particolare, e all'erudizione italiana sei-settecentesca (Grevio, Magliabechi, Marucelli). Questo ripercorrere le strade maestre della critica erudita e della filologia, che pure poteva comportare un consapevole riallacciarsi dal proprio tempo agli archetipi del moderno pensiero europeo e la riflessione sulle fasi di un metodo storico-critico, appare nel B. privo di mordente e di ansia intellettuale e svela la sua componente letteraria, formalistico-retorica e una preoccupazione, sebbene sobriamente espressa, di patriottismo regionale toscano: atteggiamento tradizionale nell'erudizione italiana, e gusto linguistico derivato dalla Crusca e dall'Arcadia attraverso il Salvini e il Lami, insidianti e condizionanti quindi gli orientamenti filologici del B., rivolto al codice o al manoscritto, cioè al testo (e con limiti maggiori nel settore della filologia classica), più con interesse erudito e letterario che con intenti storico-critici. Ma il B. ebbe il merito di richiamare per primo l'attenzione su alcune figure dell'età umanistica (sul Vespucci, per es.; cfr. A. M. Bandini, Vita di Amerigo Vespucci, commentata da G. Uzielli..., unita a G. Fumagalli, Bibliografia delle opere concernenti Paolo Toscanelli e Amerigo Vespucci,Firenze 1898; la prima importante discussione su Vespucci si aprirà soltanto nel 1786-1787, all'Accademia Etrusca di Cortona) e di dare le prime indagini sul Landino e le ancora insostituite edizioni degli epistolari del Vettori e del Doni. Pregevoli fra tutte, anche perché in esse è da scorgere in parte il frutto dei contatti con l'erudizione e la filologia tedesca, inglese e olandese che il B. venne allacciando dal 1780 in poi, le ricerche sulla tipografia giuntina.
Di valore e di interesse diseguale le raccolte e le edizioni nate in margine al catalogo dei codici laurenziani. Già vecchie al loro tempo le edizioni dei testi greci, edizioni scolastiche affiancate dalle traduzioni latine e dalle versioni italiane del Salvini riflettenti il gusto dei primi decenni del secolo e criteri letterari e linguistici, come si è accennato, piuttosto che critico-filologici: aspramente criticate perciò da un rappresentante forse non eccezionale, certo notevole, della nuova filologia europea, quel Gottl. Chr. Harles (o Harless), che fu tra l'altro editore di Teocrito, Bione e Mosco (cfr. la sua Introductio in historiam linguae Graecae,2 ediz., Altenburgi 1792-95, I, pp. 134, 528, 531, 571; II, 1, pp. 409, 411). Unico elemento di un qualche rilievo, semmai, in tali edizioni, la segnalazione delle varianti di taluni codici, per lo più mediceo-laurenziani; con che il B. proseguiva soltanto il vecchio metodo della emendatio ope codicum esasperato dal suo maestro Lagomarsini, celebre ammassatore di varianti per la progettata, e non realizzata, edizione di Cicerone, cui il B. stesso, giovanissimo, aveva collaborato (il materiale collazionato o raccolto dal Lagomarsini costituisce ora i Vat. Lat. 11616-11696 e 11696 A: il B. ne suggerì l'acquisto per la Marucelliana, cfr. ms. Martelli,D. 51),non avvertendo né allora né dopo, sullo scorcio del secolo, come si andava configurando nella più matura filologia europea, l'esigenza di una recensio sistematica, e la tendenza a porsi il problema della scelta fra le varianti e della diversa autorità tra i manoscritti. Edizioni, queste del B., utili tuttavia a chi andava già approntando edizioni filologicamente più avvertite: discusse l'edizione bandiniana di Trifiodoro Chr. Adolf Klotz, in Acta litteraria...,Altenburgi 1764-72, IV, 4, pp. 455 ss.; si servirono del testo e delle varianti indicate dal B. ad es. il Müller per una sua edizione di Arato (cfr. F. Münter, Aus dem Briefwechsel...,I, pp. 32-36) e L. H. Teucher, per una sua edizione di Trifiodoro (cfr. Maruc. B. II. 33. XLVIII, Teucher al B., Lipsia 21 marzo 1792, cc. 467 r-468 r). Entrambe queste edizioni sono risultate irreperibili a chi scrive.
Per le edizioni di testi patristici e di "anecdota" riguardanti la Chiesa greca e la storia ecclesiastica di Bisanzio, il B. si rifà al Lami delle Deliciae eruditorum (1736-44) e precede di poco nel tempo l'Amaduzzi degli Anecdota litteraria (1773-83) e il Fontani delle Novae eruditorum deliciae (1785-93). Si tratta di frutti tardivi della bizantinistica italiana settecentesca, che continua stancamente la tradizione aperta da L. Allacci e da P. Arcudio, senza averne ovviamente le preoccupazioni unionistiche, spinta essenzialmente dal gusto dell'inedito ma niente affatto attenta alle nuove prospettive aperte ad esempio, per la storia dell'impero bizantino, dalle scoperte e ricerche di un Reiske. Le edizioni del B. troveranno però posto nella Patr. Graeca del Migne. Così, uno scritto teologico dell'imperatore Giustiniano, la Epistola adversus Theodorum Mopsuestem (con trad. lat. di G. D. Stratico), edito, come si è visto, nel 1761, e in Catal. I,pp. 166-195, sarà ristampato in Migne, Patr. Graeca,LXXXVI, coll. 1041-1096; il Carmen de s. Cypriano dell'imperatrice Eudossia in Migne, LXXXV, coll. 827-832 (notizia) e 831-864 (testo). La In Ninivitarum poenitentiam Homilia di s. Giovanni Crisostomo, con cui il B. mirò a completare l'edizione maurina delle opere del Crisostomo (1718-38), sarà riprodotta in Migne, LXIV, coll. 423-434; per il Sermo III de hominis creatione di Anastasio Sinaita (dei tre Sermones contenuti nel Laur. I, nn. 6 e 8, plut. 7, il B. diede notizia anche nel Catal.,I, p. 295, pubblicando il Sermo III con la versione latina dello Stratico a pp. 299-312) cfr. Migne, LXXXIX, coll. 23 s. Dal cod. Laur. Med.,XX,n. 15, il B. pubblicò il Περὶ συνεισάκτων (attribuito nel codice a s. Basilio): nel Catal.,I, p.424 (descriz. del cod.), pp. 459-466 (ediz.), nel citato Fasciculus;cfr. notizia in Migne, XXIX, p. CCXLIX. Dal cod. Med. 33, n. 18, plut. 9, il sermone In S. Mariam Magdalenam dell'innografo e omileta Niceforo, Callisto (ma per l'attribuzione cfr. Krumbacher, Geschichte der byz. Litteratur,München 1897, p. 136): in Catal.,I,pp. 446-455, nel cit. Fasciculus,riprodotto in Migne, CXLVII, coll. 539-576. Dal cod. Laur. VIII,plut. 8, sempre nel Fasciculus,lo scritto di Giovanni Cantacuzeno contro Barlaam Calabro (cfr. Catal.,I, p.342); il testo è riprodotto in Migne, CLIV, coll. 693-710; a coll. 693 s. una nota dell'editore corregge alcune sviste del Bandini.
Ancora in questa zona di interessi, tra i più celebri codici laurenziani il B. sottolineerà l'importanza, con la già ricordata Epistola de celeberrimo vodice Tacticorum,del Med. Laur. LV, 4 (sec. X), contenente, tra l'altro, ff. 281 r-400 v, la poliorcetica di Leone VI il Saggio, Τὰ ἐν πολέμους τακτυκά (l'opera dell'imperatore Leone era nota per l'edizione fattane dal Meursio, Lugd. Bat. 1612; il Lami aveva collazionato il codice laurenziano per la sua ristampa del Meursio, VI, Florentiae 1745, coll. 535-920; cfr. G. Moravcsik, Byzantinoturcica,I,2 ediz., Berlin 1958, pp. 402-406, 419). Così, da materiale laurenziano, con la Epistola de Michaele Acominato eiusque scriptis…,Florentiae 1768, il B. darà la prima indagine su Michele Acominato (1140-1220), per il quale bisognerà attendere le ricerche della bizantinistica tedesca dell'Ottocento a partire dalla monografia di A. Ellissen (Göttingen 1846). E sempre da materiale laurenziano fornirà notizie sul cardinale Bessarione a S. Borgia (cfr. B. II. 27, XXXII, Borgia al B., Roma 3 febbr. 1776, c. 230 r), sotto il cui patrocinio apparve di A. [loysius] Bandini, De Bessarionis cardinalis Nicaeni,. Vita, rebus gestis, scriptis commentarius, Romae 1777 (erron. attribuito talvolta al B., cfr. Krumbacher, p. 118); e attenderà intorno al 1794 ad un'edizione degli atti del concilio di Firenze del 1439: l'interesse del B. per il concilio di unione tra la Chiesa greca e quella latina molto probabilmente fu provocato, oltre che dalle bolle e carte originali del concilio passate alla Laurenziana dal Guardaroba granducale (1783), anche dall'importante cod. Strozziano 33, già appartenuto al cardinale Domenico Capranica (cfr. Biblioth. Leopold. Laur.,II, pp. 335 ss.); le ricerche del B. (ms. Maruc. B. I. 7) furono utilizzate da A. Pellegrini per l'edizione degli Atti del concilio di Firenze, approntata a Roma nel 1913.
Notevoli nella storia delle biblioteche nel 700, almeno per l'occasione da cui furono motivati, il Ragionamento istorico sopra le collazioni delle fiorentine Pandette... (1762) e la Dissertazione sull'antichissima Bibbia... di Monte Amiate (1786). Il Ragionamento è una indagine sul celebre testo postillato dal Poliziano (Laur. plut. 91 inf., 15, 16 e 17: cfr. A. Perosa, Mostra del Poliziano nella Bibl. Medicea Laurenziana... Firenze, 23 settembre 30 novembre 1954, Catalogo,Firenze 1955, pp. 56-58), già nella Medicea, scomparso alla fine del '500 e recuperato ad opera del B. da privati che ne erano venuti casualmente in possesso (circa 1758). Nello scritto, in sostanza la relazione del B. al consiglio di reggenza "allorché da me si trattò di far ritornare un sì pregievole Monumento all'Augusto Padrone" (p. 5), il B. esamina sia pure esteriormente le collazioni effettuate dal Poliziano sul famoso Codex Pisanus del sec. VI, che doveva anch'esso di lì a un ventennio (1783) entrare a far parte del patrimonio della Laurenziana; ricorda altre collazioni del Poliziano e gli studi sulle postille polizianesche del Vettori, del Crinito e del Bolognini, mostrando un'attenzione rara in lui per problemi storico-critici, anche se l'interesse è volto prevalentemente a tracciare le fortunose vicende dell'esemplare. La Dissertazione è, invece, il primo scritto dedicato al famoso codice amiatino (Laur. Amiatino,I)e venne approntato anche per suggerimento dell'orientalista e biblista danese Jacob Georg Adler (ms. Maruc. B. III. 27. XXXX, Adler al B., Copenhagen 6 ott. 1784, cc. 3 r-v). Il B. avanzò l'ipotesi (pp. 16 ss.), più tardi confermata, che lo splendido esemplare miniato della Bibbia prima di passare, tra il sec. IX-X, al monastero di Monte Amiata venisse donato alla basilica di S. Pietro in Roma da un abate tedesco o inglese, in qualche modo intuendo perciò l'origine anglosassone del codice, scritto, com'è noto (cfr. G. Muzzioli, Mostra storica naz. della miniatura. Palazzo di Venezia - Roma,Firenze 1954, p. 22, con bibl.), nel monastero di Jarrow-Northumbria per ordine dell'abate Ceolfrido (670-716). Ma dalla lettura errata di una sottoscrizione congetturò poi erroneamente (pp. 18 ss.) di un Servando, discepolo di s. Benedetto e contemporaneo di Gregorio Magno, abate del monastero di S. Sebastiano nella campagna romana.
L'opera più significativa del B., alla quale fu ed è in massima parte legato il suo nome, è costituita dal catalogo dei manoscritti laurenziani: lavoro paziente e immane, irto di difficoltà per la quantità e la varietà di materiale, la presenza di settori inesplorati o poco esplorati, la complessità dei problemi filologici, storici, esegetici, liturgici, ecc., da risolvere; un impegno erudito, che, almeno per l'Italia, che pure aveva a quel tempo bibliotecari insigni quali un Paciaudi, un Audiffredi, un Morelli, rappresenta la summa della biblioteconomia settecentesca. Del catalogo bandiniano dà un lusinghiero apprezzamento l'Adler, Kurze Uebersicht seiner biblischkritischen Reise nach Rom,Altona 1783, p. 58 n. 5, per il catal. dei codd. greci e latini, p. 76, per la preparazione dei voll. di supplemento e le difficoltà incontrate dal B.; una importante recensione al catalogo dei codd. greci, da parte del diplomatista, cronologo e storico Joh. Christ. Gatterer, apparve in Allgem. historische Bibliothek... des königl. Instituts der hist. Wissenschaften zu Göttingen,1767 e ss., voll. VII e XIII; ma sarebbe interessante, attraverso altre recensioni, seguire la risonanza europea del lavoro del B.: qualche cenno ancora in lettere del Teucher al B. (Maruc. B. III. 33. XLVIII, Lipsia 21 marzo 1792, cc. 467 r-468 r; 14 luglio 1792, cc. 471 r-472 r). Eppure il B. mancava della necessaria preparazione e difettava persino degli strumenti tecnici indispensabili: mediocre conoscitore del greco tanto da leggerlo con difficoltà, come desumiamo da sue lettere (cfr. M. Rosa, Per la storia...,p. 77 n. 128), oltre che da severi giudizi di contemporanei (cfr. F. Münter, Aus den Tagebüchern...,I,pp. 210 s., per un giudizio di A. Fabroni; II, p. 27, dove il Münter concorda con un duro giudizio di P. Baffi; ma soprattutto il giudizio del famoso filologo, arabista, grecista e bizantinista J. J. Reiske, Oratorum Graecorum... quae supersunt monumenta,V,Lipsiae 1772, p. 786), dové continuamente ricorrere alla collaborazione e all'aiuto altrui. Del domenicano dalmata G. D. Stratico, poi vescovo di Città Nova d'Istria e successivamente di Lesina, un frate casanoviano "qui jouait de la guitare" nelle "conversazioni" di dame toscane, stando a un malizioso ricordo del Casanova (cfr. Histoire de ma vie, vol. XI-XII,Wiesbaden-Paris 1962), e che mostrò più volte di preferire le lusinghe del bel sesso al monastico lavoro di catalogazione (cfr. Roma, Bibl., Corsiniana Cors. 2036, B. al Foggini, Firenze, 24 febbr. 1761, c. 84 r; Cors. 1607, B. al Foggini, di Villa, 22 nov. 1762, c. 258 r); del Melius (cfr. M. Rosa, Per la storia…, p. 72 n. 118); dell'agostiniano tedesco fra Gaudioso Jagemann, divenuto poi, lasciata Firenze e deposto l'abito religioso, quel Christian Joseph Jagemann bibliotecario di Weimar, poligrafo, lessicografo, traduttore fecondissimo e amico di Goethe (cfr. Chr. jos. Jagemann, Briefe über Italien, Weimar 1778-80, pp. 227 s.); di A. Sarti, vicecustode della Laurenziana, buon grecista a quanto pare, che collazionò codici greci, tra gli altri, per il celebre Ruhnken (cfr. Maruc. B. II. 27. XXXII, Ruhnken al B., 20 ott. 1776, c. 371 r-v; Maruc., B. III. 27. XXXVIII, Leida 8 ott. 1780, c. 434 r) e che figura tra i due bizzarri frati quale cireneo della situazione (cfr. Münter, Aus den Tagebüchern...,I,p. 191).
Nonostante errori e sviste e livelli inevitabilmente diversi, il lavoro del B. fu tuttavia notevolissimo per tenacia e risultati, in specie per quanto riguarda i cataloghi dei codici latini e italiani ricchi di notizie e di preziosi excerpta;e se consideriamo anche l'attività del B. volta a garantire alla Laurenziana o alla Marucelliana (che egli tenne distinte e complementari) manoscritti e stampati di raccolte private condannate alla dispersione o all'esodo da Firenze, in specie negli ultimi decenni del secolo, per la estinzione di antiche famiglie patrizie e per le abili campagne di acquisti di viaggiatori e mecenati stranieri (cfr. Maruc. B. III. 27. XXXIX, Amaduzzi al B., Roma, 26 luglio 1783, c. 67 r, per acquisti di mss. compiuti dal B.; Ibid.,G. A. De Bianchi, Vienna, 30 nov. 1783, cc. 145 r-v, per uno scambio di incunaboli italiani e incunaboli tedeschi fra la Laurenziana e la Biblioteca Cesarea; Maruc. B. II. 27. XXXII, F. Cecchi al B., Arezzo, 24 ag. 1776, c. 256 r, per l'acquisto, ad opera del B., delle carte del Lami; Maruc. B. III. 33. XLVIII., G. Poggiali al B., Livorno, 23 genn. 1792, C. 417 r, notizie sulla vendita delle biblioteche Pandolfini e Marmi), andrà ancora sottolineata la eccezionale funzione culturale esercitata dal B., di là dai suoi intrinseci meriti scientifici, nella storia delle biblioteche e della bibliofilia settecentesche.
Intorno al catalogo, come si sono sviluppate le ricerche e le edizioni del B., così si muove in gran parte il suo carteggio, testimonianza di un'evolversi di condizioni di studio e di orientamenti, presentando, quasi specularmente giustapposte, quella fase di erudizione muratoriano-mazzuchelliana, tipica della metà del secolo, in cui il B. si formò e compì le sue prove erudite (lettere del Garampi, del Facciolati, del Foscarini, del Baruffaldi, del Pecci, dell'Affò, del Baldasseroni, del Venuti, del Bianchi, del Guarnacci), e lo scaturire, nell'ultimo trentennio del '700, in Italia, dal corpo dell'erudizione e dal gusto dell'inedito, della nuova filologia. Come il B. abbia saputo cogliere le suggestioni diverse che andavano maturando, è da definire ancora nella sua esatta misura: e un esame più accurato del suo epistolario, come un confronto tra i primi e gli ultimi volumi del catalogo laurenziano sarebbero interessanti sotto questo profilo. Ma il B., com'è dato di vedere, rimase in gran parte l'erudito italiano tradizionale, dagli interessi vari, ma dispersi e poco profondi, tecnicamente e metodologicamente incerti. E come il B. fu chiuso sostanzialmente a questo nuovo fervore, così fu appena sfiorato da altri fermenti intellettuali che in qualche modo potevano dare vivacità alla sua erudizione (vagamente connesse al processo antimassonico contro il poeta Tommaso Crudeli sono le sue indagini sulle vicende dell'Inquisizione in Toscana, cfr. Maruc. B. I. 14, e la progettata edizione delle opere del Paleario, cfr. Maruc. B. I. 14 con la quale riprese, intorno al 1778,un precedente tentativo del latinista e massone C. Buonamici). Antilluminista è un suo scritto di scarso interesse contro il Rousseau del Discours sur l'inégalité parmi les hommes (Maruc. B. I. 14),dove è evidente la totale incomprensione del paradosso rousseauiano e la superficiale declamazione contro lo stato di natura e la felicità naturale. Puramente moralistico qualche suo giudizio su Voltaire (Cors. 2036, B. al Foggini, Firenze, 22 giugno 1756, cc. 65 r-v).
Fu antigesuita, ma amico di ex gesuiti, dall'Andrés al Pla; non simpatizzò per il giansenismo, pur essendo legato al Lami e all'Amaduzzi. Forse aderì alla massoneria, negli anni '80, gli anni dei suoi rapporti con l'ambiente napoletano e del viaggio del Münter in Italia. Questi, in una lettera a C. G. von Helmolt (Trieste, 27 ott. 1784, in Aus dem Briefwechsel,I, p. 387),richiederà una credenziale per i "fratelli" da parte di Timoleone, il nome "illuminato" del duca Ernesto II di Sachsen-Gotha: il suggerimento di indirizzarla a Firenze al B. farebbe sospettare un legame massonico, ma potrebbe anche trattarsi di un recapito altrimenti noto. Non è da escludere tuttavia il carattere massonizzante della "conversazione" di Corilla Olimpica, nella quale "die Art von Bonhomie" dell'assiduo B. (cfr. Münter, Aus den Tagebüchern...,I, p. 193) sarà colta con amabile tocco dalla celebre improvvisatrice: "Sempre ride il canonico Bandini" (nel sonetto "Ginori dorme saporitamente", riportato dal Münter, Aus den Tagebüchern...,I, p. 244).
Servizievole difatti e liberalissimo "delle ricchezze letterarie affidate alla sua custodia" (cfr. Münter, Aus dem Briefwechsel, I, p. 35, lettera del B., Firenze, 26 apr. 1785),in contrasto con la grettezza di taluni bibliotecari italiani, dei quali spesso si lamentavano gli studiosi stranieri, il B. per decenni si adoperò a fornire trascrizioni e collazioni di codici laurenziani, allorché filologi, grecisti, orientalisti soprattutto inglesi, tedeschi e olandesi scopriranno, attraverso il catalogo, i tesori della biblioteca.
Così nel 1778 Thomas Winstanley chiede la collazione di alcuni codici medicei per l'edizione della Poetica di Aristotile che apparirà di lì a due anni ad Oxford restando a lungo quale libro di testo dell'università (Aristotelis, De poetica liber,Oxonii 1780). Nello stesso anno, ancora da Oxford, i responsabili della stamperia Clarendoniana solleciteranno il B. per la collazione di quattro codici di Strabone, forse per l'edizione cui attendeva Thomas Falconer (1783)pubblicata postuma dal nipote Thomas Falconer nel 1807(Strabonis, Rerum geographicarum libri XVII Graece et Latine, Oxonii 1807). All'orientalista Jacob Georg Adler, che appartenne al circolo cosmopolita raccolto intorno al Borgia e che il B. conobbe durante la sua permanenza in Italia, il B. darà notizia (1782-83)di un codice siriaco dell'Apocalisse allora nella biblioteca di S. Marco di Firenze: va ricordato però che nel 1785 lo stesso codice sarà studiato per conto dell'Adler (autore delle fondamentali NoviTestamenti Versiones Syriacae…, Hafniae 1789)dal Münter, che percorreva l'Italia nel suo itinerario massonico anche per collazionare manoscritti biblici in vista dell'edizione neotestamentaria patrocinata dal re di Danimarca, al cui lavoro preparatorio avevano contribuito, oltre Adler, i teologi danesi Hwiid e Birch (cfr. Münter, Ausden Tagebüchern...,I, p. 215; III, p. 27). Il Paciaudi metterà in rapporto (1782)il B. con Richard Fr. Phil. Brunck che attendeva all'edizione dei Gnomici poetae graeci. Adoptim. exemplarium fidem,Argentorati 1784. Il De Rossi chiederà notizie su manoscritti biblici ebraici (1782)per i quattro volumi delle sue Variantes lectiones (Parmae 1784-87;un'appendice apparve nel 1798).Il Ruhnken da Leida (1780)invierà in dono al B. la sua edizione dell'omerico Hymnus in Cererem e chiederà collazioni di vari codici. Ancora da Leida, Lorenzo van Santen (1783)chiederà collazioni di codici catulliani (C. V. Catulli, Elegia ad Manlium, lectionem constituit L. Santenius, 1788). Singolare è la breve corrispondenza fra il B. e l'inglese Samuel Musgrave, medico, uomo politico, ma soprattutto il più grande studioso di Euripide alla fine del '700(Euripidis, Quae extant omnia,4 voll., Oxonii 1778e Glasgow 1797;le note del Musgrave furono riprodotte in successive edizioni ottocentesche): al B. il Musgrave chiese (1776)la trascrizione del codice mediceo dell'Antologia; tramite dell'incontro tra l'erudito italiano e il filologo inglese fu Pasquale Paoli. Il Birch, tramite il Borgia, otterrà l'aiuto del B. per la progettata edizione del Nuovo Testamento greco (intorno al 1784). Il linguista e orientalista Friedrich Georg Adelung, da Roma, dove andava raccogliendo materiale per i suoi Nachrichten von altdeutschen Gedichten (Königsberg 1796; 2 parte 1799)chiederà, nel 1792,i buoni uffici del B. per la collazione di sei codici laurenziani di Pomponio Mela, del quale C. H. Tzschucke andava curando l'edizione (Pomponii Melae, De situ orbis libri tres, 1807; 1809; 1816). Da Oxford nel 1784 G. Benwell, impegnato nell'edizione dei Memorabilia di Senofonte, apparsa postuma nel 1804,si servirà per le relative collazioni dei codici laurenziani del sempre solerte Bandini.
Ma una schiera di altri personaggi e studiosi solleciterà l'aiuto del B.: G. M. Galanti, nel 1779,per una progettata edizione di Machiavelli (le lettere scambiate con il B. sui criteri di edizione sono importanti, mostrandosi il B., diversamente dal meno "letterato" Galanti, propenso a una "riduzione" moderna del testo del Machiavelli; cfr. Maruc.,B. II. 27. XXXV, cc. 411r-v; 412r-v; 414r-v; 415r-v); il letterato piacentino Maggi per l'edizione delle lettere e delle opere inedite del Petrarca (il B. permise poi che G. B. Baldelli utilizzasse per un'edizione non compiuta delle Familiares il Laur. XXVI sin. 10); l'Affò per l'edizione delle poesie di Iacopone (1776); G. Garampi per ricerche sull'umanista Augurelli; Lorenzo Drudi per la collazione della Meleagris di Basinio Basini (1791) da inserire nella stampa delle opere dell'umanista parmense (Basini Parmensis, Opera praestantiora,I e II, 1, Arimini 1794). Infine il Roscoe richiese rare cinquecentine e opere dello stesso B. (1802) per The Life and Pontificate of Leo the Tenth,apparsa nel 1805.
Le indicazioni potrebbero continuare: dalle lettere dell'Amaduzzi, collaboratore alle Novelle Letterarie;di Isidoro Bianchi che al B. per le Novelle inviò notizie dei suoi viaggi in Danimarca; del Galiani (sotto lo pseudonimo di Ernesto Freeman); del Tanucci, occasionate dagli studi del B. sulle Pandette; del Filangieri (una soltanto drammaticamente interrotta dalla notizia della morte di F. A. Grimaldi); del Baffi; a innumerevoli sparse lettere di personaggi singolari del '700 europeo, Denina, Eulero, Maillot de la Treille, Bianconi, l'abate de Sade, Bodoni, van Swieten, ecc.
Ma di là da questi incontri pur sempre occasionali, una iniziativa di grande rilievo nell'ultimo ventennio del '700 mostra la fama europea del B. e le possibilità che egli aveva di coordinare, almeno esternamente, le fila delle indagini critico-filologiche in Italia. Quando, nel 1788, Robert Holmes iniziò ad Oxford una nuova edizione del Vecchio Testamento greco (Vetus Testamentum Graecum cum variis lectionibus...,5 tomi, e typ. Clarendoniana, Oxonii 1798-1827, in fol.,continuata dopo la morte di Holmes, nel 1805, da J. Parsons), sembrò più che opportuno rivolgersi al B. ufficialmente tramite il Mann, ministro britannico in Toscana. Non erano mancate nel '700 altre edizioni del Vecchio Testamento greco (di J. E. Grabe-J. J. Breitinger, Tiguri Helvet., 1730-32, in 4 tomi; l'edizione con varianti di M. Chr. Reineccius, 1730; 2 ediz. 1757). Si trattava ora, analogamente a quanto era stato fatto non molti anni prima per il Vecchio Testamento ebraico da B. Kennikott (Oxford 1776-80, 2 voll.) e a quanto si andava tentando da parte di teologi e filologi danesi per il Nuovo Testamento greco, di dare un'edizione del Vecchio Testamento nella versione dei Settanta la quale segnalasse il maggior numero possibile di varianti. Al B. fu richiesto di collazionare tutti i codici laurenziani (cfr. materiale, appunti, lettere, ecc., in B. III. 37 e in B. III. 56), per il qual lavoro, tra il 1788-95, il B. si servì del vallombrosano Berretta e del grecista Bartoli, del Sarti e di Pietro Benamonti; e di organizzare i lavori di collazione un po' dovunque, servendosi di amici e stipendiando copisti e collaboratori. L'Amaduzzi coordinò il lavoro nelle biblioteche romane: G. E. Baldi e D. Calabresi collazionarono codici vaticani, B. Stefanopoli cinque codici chigiani, ecc. (un elenco dei codd. romani collazionati, quasi tutti identificati, è dato da A. Mondolfo, p. 365, n. 47). Il Baffi si impegnò per controlli e collazioni nelle biblioteche napoletane; a Venezia, dove non fu possibile trovare elementi idonei, si recarono espressamente tra il 1789-90 i due archeologi e filologi danesi Georg Zoega e Niels Schow, che collazionarono nella Marciana due importanti codici biblici (cfr. [A. M. Zanetti], Graeca D. Marci bibliotheca Codd. mss.... digesta,Venetiis 1740, pp. 1-13); il Pla collaborò da Ferrara, l'orientalista Gian Luigi Mingarelli da Bologna, G. B. De Rossi da Parma. Il B. accompagnò il lavoro con una serie di istruzioni (cfr. B. III. 37, cc. 261r-v); ma diffuse uno schema, un metodo da seguire per la segnalazione delle varianti, inviatogli da Holmes (13. III. 37, cc. 389r-395v in lat.; cc. 397r-398r e cc. 644r-645r, in italiano, rielaborato dal B.): documento di grande interesse per la diffusione in Italia dei nuovi orientamenti della critica testuale.
Un altro gruppo di lettere (in Maruc. B. III. 56) permette di seguire il lavoro sul "confronto biblico" dal 1795 al 1802. Interrottisi per le vicende rivoluzionarie i rapporti tra Francia e Inghilterra, le collazioni effettuate a Parigi dal Coray vengono dal B. inoltrate a Holmes. Quando nel marzo 1799 i Francesi occupano la Toscana ogni scambio è forzatamente sospeso. Il B. consegna nell'aprile una notevole quantità di collazioni al segretario della legazione inglese Penrose che torna in Inghilterra. Le vicende del Penrose (cattura, sbarco a Palermo, ecc.) fanno, temere la perdita del prezioso materiale. Dell'ultimo pacco di collazioni (come è noto, le collazioni sono raccolte in numerosi volumi nella Bodleiana di Oxford) lo Holmes ringrazia il B. il 14 luglio 1802.
In questo modo, ancora legato al mondo settecentesco, e risolto, come si è visto, in grandissima parte in quella cultura erudita, il B. attraverso la Laurenziana e i contatti con metodi, iniziative e culture più avanzate, indirettamente e forse inconsapevolmente, apriva in Italia una strada nuova e preannunziava il lavoro e gli orientamenti della filologia ottocentesca.
Fonti e Bibl.: Manca uno studio complessivo sul B.: notizie in G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,II, 1, Brescia 1758,pp. 217-228 (èun'autobiografia del B. abbastanza diffusa sino al 1753).Materiale autobiografico nei mss. Marucelliani, B. I. 8(dal 1740 al 1769)e B. III 50(dal 1772 al 1800). Utili, ovviamente, per la biografia del B. i viaggi e gli "odeporici" ricordati nel testo. Importante anche per l'elenco delle opere, la vita del B. del suo discepolo e successore quale bibliotecario laurenziano F. Del Furia, inserita in De Tipaldo, Biogr. d. ital. ill., I, Venezia 1834, pp. 138 ss., e ripubblicata "con note e aggiunte del can. Dionisio Brunori in occasione dell'apertura del nuovo Museo Bandiniano", Fiesole 1913. Elenco delle opere del B., degli articoli delle Novelle e del Magazzino Toscano,delle ristampe ecc., in D. Moreni, Bibliogr. stor. ragionata della Toscana,I, Firenze 1805, pp. 72-79. Brevi notizie biogr. e elenco delle opere in M. Parenti, Aggiunte al Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e dei bibliofili ital. di C. Frati,I,Firenze 1957, pp. 64-71. Fondamentali testimonianze contemporanee sul B.: Aus den Tagebüchern Friedrich Münters,a cura di Øjvind Andreasen, Kopenhagen u. Leipzig 1937, 1 (1772-8s), pp. 190-193, 194, 210 s., 213, 215, 217, 235 s., 243 s., 287; Il (1785-87), p. 27; III, p. 52; Aus dem Briefwechsel Friedrich Münters,a cura di Ojvind Andreasen, I, Kopenhagen u. Leipzig 1944, pp. 32-36 (lettere al e del B.), 387; e Cartas familiares del abate D. Juan Andres a su hermano D. Carlos Andres, dandole noticia del viage que hizo à varias ciudades de Italia en el año 1785, I, Madrid 1791, pp. 69, 70, 71 s., 74 nota, 77, 127, 132. Impossibile dare qui un elenco dei mss. marucelliani riguardanti il B. o contenenti suoi inediti: qualche indicazione in G. Gasperoni, A. M. B. inedito. 1726-1803 (Contributo alla storia della cultura in Toscana nel sec. XVIII),in Atti d. Soc. Colombaria fiorentina,XIII-XV (1934-37), pp. 288-363. Per il carteggio del B. - i volumi sono sistemati anno per anno, con ordine alfabetico interno dei corrispondenti - si rinvia al Catal. dei mss. della R. Bibl. Marucelliana,compilato da F. Vespignani (1883), ms. in Bibl. Marucelliana, ricordando solo il Maruc. B. II. 27. XXXII (lettere di I. Bianchi del 1776, del Ruhnken, del Musgrave); il B. II. 27. XXXIV (lettere del Musgrave e del Winstanley del 1778); il B. III. 27. XXXVIII (lettere dell'Adler del 1782, e del Ruhnken); il B. 111. 27. XXXIX (lettere dell'Adler del 1783, del Borgia, del Falconer, di L. van Santen); il B. III. 27. XXXX (lettere dell'Adler del 1784, del Borgia, del Santen); il B. III. 33. XLVIII (lettere dell'Adelung del 1792, del Benwell, del Teucher); una lettera. del Roscoe al B. è in B. III. 156, cc. 158r-159r, 160r; la risposta del B. ibid., cc. 164r-165v.
Da menzionare anche le lettere del B. al Borgia in Bibl. Apost. Vaticana, Borg. Lat.,283-286 e 288; e le lettere del B. al Mazzuchelli, ibid., Vat. Lat.,10-004, parte I.
Per altre lettere e mss. marucelliani, come per singoli punti dell'attività del B. si rimanda alle indicaz. fornite nel testo. Qualche cenno al B. bibliotecario in N. Anziani, Della Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze, Firenze 1872, pp. 17-23. Per i rapporti con il Tiraboschi (ma anche per altre interessanti notizie ricavate dall'epistolario del B.) cfr. A. Mondolfo, Il Tiraboschi e il B. (Da carteggi inediti), in Accademie e Biblioteche d'Italia,X (1936), pp. 357-402. Per qualche indicazione sul B. nell'ambito dell'erudizione toscana settecentesca cfr. Eric W. Cochrane, Tradition and Enlightenment in The Tuscan Academies,1690-1800, Roma 1961, pp. 58, 77, 86, 160-163, 175-178, 199, 209. Per i rapporti con Lorenzu Melius: M. Rosa, Per la storia dell'erudizione toscana del '700: profilo di Lorenzo Mehus, in Annali d. Scuola speciale per archivisti e bibliotecari d. univ. di Roma,II, 1, (1962), in part. pp. 53 e n. si (dove lo Stock, di cui si parla, è erroneamente identificato con Filippo di Stosch, mentre si tratta del bibliofilo ed ecclesiastico irlandese Joseph Stock, col quale il B. fu in corrispondenza), 62 n. 83, 68, 71 e nn. 117 e 118, 75 e n. 125, 77-78, 95.