Regista e scrittore di teatro (Frosinone 1890 - Roma 1960), fu il più celebre dei fratelli Bragaglia. Rispetto a Carlo Ludovico e ad Arturo fu attivo più nel teatro che nel cinema. Direttore e collaboratore di riviste d'arte e di cultura, nel 1919 fondò a Roma la Casa d'arte B. per conferenze ed esposizioni, e poi (1926) il Teatro degli Indipendenti, dove fece rappresentare di preferenza lavori d'avanguardia, con una scenografia sintetica e un'originale interpretazione luminosa tendente a un suggestivo clima scenico. Nel 1935 fu chiamato a dirigere il Teatro delle Arti. Tra i suoi scritti: La maschera mobile (1926), Scultura vivente (1928), Del teatro teatrale ossia del teatro (1929), Film sonoro (1929), Nuovi orizzonti della cinematografia (1929), Evoluzione del mimo (1930), Teatro di prova (1934), Le maschere romane (1947). Diresse anche qualche film; tra questi, notevoli come esperimenti d'avanguardia di ispirazione futurista, Thais (1917) e Perfido incanto (1918), entrambi con scenografia di E. Prampolini.