Dvořák, Antonín
Una musica che attinge allo spirito nazionale slavo e al sinfonismo tedesco
Il compositore boemo Antonín Dvořák è tra i maggiori esponenti della corrente musicale nazionale ceca, fiorita tra la seconda metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Nelle sue composizioni egli trae ispirazione dalle musiche popolari slave, rielaborandole con freschezza e spontaneità in un linguaggio influenzato soprattutto da Wagner e Brahms
Antonín Dvořák nacque nel 1841 a Nelahozeves, un villaggio sulle rive della Moldava nei pressi di Praga, in Boemia. Il padre, macellaio, gestiva una locanda; la madre era una cameriera. Iniziò da bambino lo studio del violino, ma solo dal 1857 poté mantenersi agli studi presso la scuola di organo di Praga, grazie all'aiuto economico di uno zio e al proprio lavoro di orchestrale.
Conformemente agli orientamenti correnti all'epoca, il maestro di composizione Josef Krejčí lo indirizzò verso la grande musica classico-romantica, ma escluse dalla sua formazione tutti i contemporanei, soprattutto Richard Wagner, che Dvořák studiò autonomamente, rimanendone fortemente suggestionato.
Tra le prime opere sono da ricordare la Prima sinfonia, Le campane di Zlonice (1865). Il successo arrivò solo nel 1873 con l'inno patriottico Gli eredi della montagna bianca che ebbe un'accoglienza trionfale. L'anno successivo Dvořák ottenne una borsa di studio del governo austriaco, grazie all'intervento di Johannes Brahms e del celebre critico musicale Eduard Hanslick, come riconoscimento per la sua Terza sinfonia (1873). Brahms divenne amico e protettore di Dvořák, esercitando su di lui una profonda influenza artistica, incanalandone e regolandone la straordinaria spontaneità e facilità di scrittura.
Musicista straordinariamente fecondo, Dvořák diventò molto famoso in patria e all'estero. Tra le sue composizioni si annoverano opere teatrali, nove sinfonie, poemi sinfonici e danze slave, una copiosa produzione cameristica, opere corali e vocali, composizioni per strumento solista e orchestra e musica sacra. Tra il 1884 e il 1891 Dvořák si recò nove volte in Inghilterra, dove ricevette entusiastiche accoglienze e anche una laurea honoris causa dall'università di Cambridge. Tra le composizioni più apprezzate dagli Inglesi, lo Stabat Mater (1876-77) e la cantata La moglie dello spettro (1884), entrambe per soli coro e orchestra. I crescenti successi consentirono a Dvořák di ottenere finalmente una notevole indipendenza economica.
Nel 1892 Dvořák fu invitato ad assumere la carica di direttore del Conservatorio di New York. Ottenuta l'autorizzazione a sospendere l'insegnamento di composizione al Conservatorio di Praga, iniziato nel 1890, Dvořák accettò, spinto probabilmente non solo dall'elevato compenso, ma anche dalla prospettiva di avere nuovi spazi per l'esecuzione delle proprie musiche. Nei due anni di incarico Dvořák si dedicò a formare negli allievi una coscienza nazionale, stimolando la conoscenza del patrimonio musicale locale. Egli stesso subì il fascino della musica popolare americana, soprattutto degli spiritual, cioè dei canti religiosi degli schiavi neri d'America.
Al periodo statunitense risale la composizione più celebre di Dvořák, la nona e ultima delle sue sinfonie, che egli intitolò Dal Nuovo Mondo (1893), cioè dall'America. Di forma sostanzialmente ottocentesca per stile e struttura, essa impiega sia elementi folclorici cechi sia formule ritmiche e melodiche derivate dalla tradizione americana. Infatti nel primo movimento riecheggia il celebre spiritual Swing low, sweet chariot, mentre il secondo, con lo struggente tema del corno inglese, e il terzo sono ispirati a un poema epico dei Pellirosse.
Tornato a Praga, Dvořák compose la sua più famosa opera lirica, Rusalka (1901), che si ispira ai racconti La sirenetta di Hans Christian Andersen e Undine di Friedrich Heinrich Karl de la Motte Fouqué, e ad altre fiabe popolari. È la storia di una ninfa dei laghi che, pur di poter sposare il principe che ama, accetta di abbandonare la condizione immortale per assumere fattezze umane e, al tempo stesso, diventare muta. Il principe però la tradisce e, dopo essersi pentito, invoca il suo bacio mortale per poter morire dolcemente tra le sue braccia e rimanerle per sempre al fianco.
Nel 1901 Dvořák fu nominato senatore a vita e diventò direttore del Conservatorio di Praga, carica che avrebbe occupato fino alla morte, avvenuta improvvisamente nel 1904.