Brahms, Johannes
Un animo lirico che si richiama alla tradizione classica
Attivo nel secondo Ottocento, il compositore tedesco Johannes Brahms si richiamò al classicismo viennese di Haydn, Mozart e Beethoven e alla sapiente arte polifonica di Bach. Sin da giovane si rivelò come una grande promessa della musica tedesca. Privilegiò le forme della musica da camera mentre si avvicinò tardi alla sinfonia; scrisse numerose opere vocali ed evitò il teatro musicale. Nel suo attaccamento alla tradizione, carico tuttavia di una modernità di scrittura che gli fu più tardi riconosciuta, emerge lo spirito della borghesia austro-tedesca della seconda metà dell'Ottocento impegnata a consolidare i valori tradizionali.
Johannes Brahms nacque ad Amburgo, in Germania, nel 1833. Suo padre, Johann Jakob, era un musicista che suonava per intrattenimento in osterie e sale da ballo, ma che ottenne anche il posto di contrabbassista nell'orchestra del teatro e dei filarmonici di Amburgo. Il giovane Johannes compì invece studi regolari di pianoforte con Otto Cossel e di composizione e pianoforte con un noto didatta, Eduard Marxsen, che lo avvicinò a Johann Sebastian Bach e Ludwig van Beethoven.
Brahms esordì come brillante pianista nel 1848 e nel contempo, su consiglio dell'insegnante, inviò alcune sue composizioni a Robert Schumann, senza tuttavia ricevere risposta. L'incontro con Schumann e sua moglie Clara, famosa pianista, avvenne solo in seguito, nel 1853 a Düsseldorf, e segnò la vita di Brahms. Schumann rimase infatti profondamente colpito dal talento di Brahms e prevedendone il grande futuro ne scrisse con poetico entusiasmo in un articolo intitolato Vie nuove sulla Nuova rivista musicale di Lipsia da lui fondata nel 1834.
Le prime opere di Brahms appartengono soprattutto al genere della musica da camera e in ogni caso prediligono le forme musicali del classicismo viennese, richiamandosi a Haydn, Mozart e Beethoven. Fanno parte di questo gruppo di composizioni, cariche di slancio romantico, le tre Sonate per pianoforte op. 1, 2, 5 (1852-53), il Trio con pianoforte op. 8 (1853-54), il Quartetto con pianoforte op. 25 (1861), il Primo concerto per pianoforte e orchestra op. 15 (1854-58) e il Primo sestetto per archi op. 18 (1858-60).
L'interesse per le forme classiche portò Brahms a prendere posizione contro l'orientamento della Nuova rivista musicale di Lipsia. Il nuovo direttore della rivista, succeduto a Schumann, Franz Brendel, si era impegnato nella diffusione delle idee di Franz Liszt e di Richard Wagner e dei cosiddetti 'neotedeschi' progressisti. Costoro sostenevano la necessità che la musica esprimesse immagini letterarie o extramusicali, come nella 'musica a programma' di Liszt, o l'esigenza di una più stretta unione tra musica e parola, come nelle opere teatrali di Wagner. Per questi musicisti le forme strumentali pure del classicismo viennese (come la sinfonia, il quartetto, la sonata) non erano più sufficienti, ma si richiedeva una nuova organizzazione formale. Brahms, al contrario, voleva rifarsi alle forme classiche e per questo nel 1860 firmò insieme al celebre violinista Joseph Joachim e ad altri musicisti, un manifesto di opposizione alla corrente neotedesca.
Questa decisione del compositore fece sì che l'influente critico musicale e musicologo viennese Eduard Hanslick, autore di un autorevole testo intitolato Il bello musicale (1854), individuasse in Brahms il più efficace oppositore a Wagner e Liszt.
Nel 1862 Brahms si trasferì a Vienna dove visse fino alla morte. Fu nominato nel 1863-64 direttore del coro dell'Accademia di canto di Vienna, proseguendo un'attività già avviata ad Amburgo. L'interesse per la grande tradizione della musica tedesca includeva anche le severe forme polifoniche del Barocco di Heinrich Schütz, Bach e Georg Friedrich Händel. È proprio con un'opera sinfonico-vocale, Un Requiem tedesco per soli, coro e orchestra (1857-68) che la notorietà di Brahms a Vienna iniziò a consolidarsi. Il lavoro è un singolare Requiem, una messa funebre, non destinato alla celebrazione liturgica cristiana ma alla sala da concerto. Articolato in sette parti, si basa su testi biblici scelti dal compositore e non su quelli tradizionalmente utilizzati nei Requiem. L'opera presenta una riflessione sulle sofferenze umane, sulla morte e sulla speranza nella resurrezione attraverso un'austera coralità caratteristica della religiosità luterana della Germania del Nord, da cui proveniva il compositore.
Nonostante la sua ammirazione per Haydn, Mozart e Beethoven, Brahms nei primi anni Settanta non si era ancora avvicinato a una delle grandi forme del classicismo: la sinfonia. La sua prudenza derivava dal reverenziale timore che tale forma ispirava in molti compositori dell'Ottocento. Con la sua Nona sinfonia, infatti, Beethoven era giunto a un tale livello di espressione artistica da scoraggiare chiunque volesse lanciarsi in un'analoga impresa.
Brahms lavorò per oltre venti anni alla sua Sinfonia n. 1 che terminò nel 1876, a quarantatré anni di età. Questo grande lavoro sinfonico è in quattro movimenti, come nella tradizione classica: il compositore collocò il movimento lento, in genere caratterizzato da un'intensa espressività, subito dopo l'Allegro iniziale, tornando alla successione preferita dai classici. Già dalla prima esecuzione, fu notato e sottolineato il profondo legame tra questa sinfonia e la Nona sinfonia di Beethoven. Il musicista Hans von Bülow definì questo lavoro la "decima sinfonia" di Beethoven, e Brahms stesso ammise questa affinità, peraltro evidente nel tema dell'ultimo movimento che richiama l'Inno alla gioia.
Una volta superato il timore dei confronti con il passato e individuato nella Sinfonia n. 1 un linguaggio sinfonico personale, dalla scrittura cameristica, Brahms compose, a partire dall'anno seguente, la Sinfonia n. 2 (1877), la n. 3 (1883) e la n. 4 (1884-85). Quest'ultima si conclude con una passacaglia, un'antica forma di variazione basata su un basso ostinato, nella quale Brahms, guardando ai grandi modelli del passato (primo fra tutti Bach), mostra la sua predilezione per l'arte della variazione. Questa caratteristica del compositore, cioè la fantasia associata a una ferrea tecnica musicale, trova un chiaro esempio nelle Variazioni su un tema di Haydn per orchestra (1873).
Al periodo della grande produzione sinfonica appartengono anche il Concerto per violino e orchestra (1878) e il Secondo concerto per pianoforte e orchestra (1878-81), lavori di grande perfezione stilistica e intenso lirismo entrati nel repertorio solistico dei più affermati virtuosi.
La particolare sensibilità musicale di Brahms, associata al suo amore per la musica antica e le forme classiche, è testimoniata dalla sua raccolta di Lieder, forma di musica vocale che dominò per tutto l'Ottocento. A partire dai primi anni Cinquanta fino agli ultimi Quattro canti seri per baritono e pianoforte (1896) su testi biblici, il compositore scrisse circa duecento Lieder nei quali emerge con forza tutta la sua arte.
Nella produzione degli anni Novanta l'ideale cameristico, che costituisce il nucleo centrale e più profondo dell'opera di Brahms, si dirige verso un'espressività più intima, dai toni smorzati. Ciò è particolarmente evidente nelle raccolte di pezzi brevi per pianoforte delle opp. 116, 117, 118, 119 (1891-92), nel Trio per clarinetto o viola, violoncello e pianoforte op. 114 (1891), nel Quintetto per clarinetto e archi op. 115 (1891), nelle ultime due Sonate per clarinetto o viola e pianoforte op. 120 (1894).
Dopo la scomparsa nel 1896 di Clara Schumann, alla quale era rimasto sempre legato da un profondo vincolo di amicizia, Brahms manifestò i primi segni di un male incurabile del quale morì nel 1897.