Uomo politico romano (forse 82 a.C. - 30 a.C.) . Buon politico e valente comandante, fu stretto collaboratore di Cesare. Dopo la morte di questi, mirando alla successione, entrò in conflitto con il legittimo erede, Ottaviano, con cui però in seguito costituì, insieme a Lepido, un triumvirato rei publicae constituendae. Diviso l'impero e ottenuto l'Oriente, legò il proprio destino a Cleopatra nel fallimentare obiettivo di trasformare l'impero in una monarchia di stile orientale.
Vita e attività Figlio di Marco Antonio Cretico e di Giulia, parente di Cesare, Nel 52 fu questore; nel 50, augure e tribuno della plebe, oppose il veto alla deliberazione con la quale si voleva dichiarare Cesare nemico della patria. Ne fiancheggiò con una colonna la marcia dal Rubicone, e rimase quindi in Italia con imperio propretorio (49); partecipò alla battaglia di Farsalo (48) e nel 47 fu magister equitum di Cesare. Console nel 44 con Cesare, alla morte di questo fu a capo della reazione contro i congiurati, mirando anche alla successione. Ciò provocò la reazione del legittimo erede, Ottaviano, il quale (43) sconfisse A. che aveva posto a Modena l'assedio a Decimo Bruto; ma poi, volendo evitare la scissione del partito cesariano, promosse il triumvirato rei publicae constituendae con A. e Lepido. A. pretese la morte di Cicerone suo acerrimo nemico. Mosse quindi contro Bruto e Cassio, e li vinse, con Ottaviano, a Filippi (42). Diviso l'impero, A. ebbe l'Oriente. Con Cleopatra, regina d'Egitto, concepì il disegno di trasformare l'impero romano in una monarchia orientale. Rinnovò tuttavia gli accordi con Ottaviano a Brindisi (40), e, rimasto vedovo di Fulvia, sposò la sorella di lui Ottavia. Quindi condusse un'infelice spedizione contro i Parti. Maturando poi i piani di trasformazione dell'impero, ripudiata Ottavia, riconosciuti i figli avuti da Cleopatra, suscitò di nuovo l'opposizione di Ottaviano, che poté facilmente farlo apparire nemico di Roma. Ad Azio (31) la flotta egiziana fu vinta da Ottaviano e A. e Cleopatra si salvarono a stento. Quindi, caduta Alessandria, A. si uccise.
Le vicende di A. e Cleopatra hanno ispirato numerose opere di poesia, delle quali la più famosa è la tragedia, in 5 atti in versi e prosa, di W. Shakespeare, Antony and Cleopatra, desunta in parte dal racconto di Plutarco e rappresentata probabilmente nel 1607, pubblicata nel 1623. Il dramma dell'uomo d'azione irretito da una lussuria che egli sente abietta ma incontenibile è qui immesso in un'atmosfera colorita e fastosa che, a sua volta, ispirerà ai romantici le loro fantasie e variazioni intorno alla figura di Cleopatra. Da quella dello Shakespeare prende le mosse la tragedia, in versi, di J. Dryden (1677), All for love, or The world well lost. Tra le opere moderne basterà ricordare quella di A. Gide, con preludi e interludi musicali di F. Schmitt (1920). Numerose anche le opere musicali dello stesso argomento e titolo: notevoli specialmente quelle di F.E. Sayn-Wittgenstein (1889) e di G.F. Malipiero (1939).