In senso proprio, modo di locomozione, soprattutto dell’uomo, che differisce dalla corsa (nella quale si ha, nel ritmico movimento delle gambe, un attimo di sospensione in aria di tutto il corpo) ed è sostanzialmente identico al cammino (nel quale il corpo non abbandona mai l’appoggio del suolo), distinguendosene solitamente per una maggiore regolarità del passo (passo di m.), che è spesso mosso ritmicamente da più persone procedenti di conserva. Nel linguaggio militare, l’ordinato movimento di truppe, di reparti militari e simili, che si trasferiscono su strada. Per esteso il suono di bande o fanfare militari, che accompagnano i soldati in cammino.
Composizione strumentale destinata a ritmare il passo di un gruppo di persone in cammino, come nel caso della m. militare per gli eserciti o nelle parate, o comunque finalizzata a essere eseguita in cerimonie solenni, come nel caso della m. funebre o della m. nuziale. Caratteristico della m. è il ritmo marcato. La struttura deriva dalla forma stabilita da G.B. Lulli per le m. delle bandes di Luigi XIV; tale forma prevedeva due parti di otto battute ciascuna, entrambe ripetute. In seguito, la m. assunse lo schema formale del minuetto (m.-trio-m.), poi quella del rondò (che ha due o più trii). Maggiore libertà formale hanno le m. sinfoniche o quelle per le composizioni teatrali. Tra gli es. più noti la m. di Berlioz (rielaborazione della m. di Rákóczy) nella Dannazione di Faust; quella di Wagner nel Tannhäuser; la m. di Mendelssohn per il Sogno di una notte di mezza estate; la m. funebre di Sigfrido nel Crepuscolo degli Dei di Wagner, quella della 3ª sinfonia di Beethoven, quella di Chopin.
Nel linguaggio militare, colonna di m., l’insieme delle truppe in m.; unità di m. (e scaglione di m.), frazione in cui è divisa la colonna a evitarne l’eccessivo allungamento; formazione di m., modo con cui le truppe si dispongono nelle colonne di m., nel senso della fronte e in quello della profondità (per es., formazione su tre file, tutte su un lato della strada); profondità di m., la lunghezza della colonna; ordinanza di m., modo con il quale le truppe in m. sono raggruppate nella colonna, posto che hanno nella colonna; velocità di m., quella media che le truppe devono tenere (per la fanteria 5 km in 50 minuti); lunghezza della m., il percorso giornaliero; m. celere, quando la velocità sia aumentata oltre i limiti normali; m. forzata, quando, mantenendo normale la velocità, si aumenta il percorso giornaliero oltre i limiti consueti; grafico di m., rappresentazione grafica del movimento di m., che si ottiene riportando su uno dei due assi ortogonali il tempo, e sull’altro il cammino percorso.
La m. al nemico consiste essenzialmente nel portare avanti le grandi unità protette da truppe di copertura, distaccate per uno spazio variabile dal grosso dell’esercito. Quest’ultimo, al momento opportuno, si sposterà con la successione e nelle direzioni volute dal disegno operativo. L’avanzata è preceduta dall’esplorazione aerea a grande distanza, dai corpi celeri dell’esplorazione avanzata a distanza minore e da nuclei d’esplorazione vicina.
In atletica, la m. si definisce azione di progressione regolare eseguita passo per passo, in modo che ininterrottamente sia mantenuto un contatto con il terreno; praticata in Inghilterra fin dal 1835, fu tra le prime specialità dell’atletica a essere ripristinata in epoca moderna. Si distingue nettamente dalla corsa per alcune regole fondamentali: il piede del marciatore deve toccare il suolo progressivamente, dal tallone alla punta, con una rullata uniforme; la gamba portata in avanti, nel momento in cui il tallone tocca il suolo, deve essere distesa con il ginocchio bloccato e tale deve rimanere fino a che il tallone dell’altro piede non abbia preso nuovamente contatto con il terreno; il busto del concorrente deve essere eretto e non può ruotare. Le gare di m. si disputano su strada e su pista. Ai Giochi olimpici si disputano, dal 1908, gare su strada sulle distanze dei 20 e 50 km (uomini), ma sono in molti a ritenere la prima distanza troppo breve, soprattutto per le andature elevate ormai raggiunte dai più grandi specialisti. Le donne, da Sydney 2000, competono sui 20 km.
Lunga m. Fu così chiamato il percorso di circa 10.000 km compiuto dai comunisti cinesi per sfuggire alla distruzione a opera delle truppe del Guomindang (1934-35). Dopo la quinta ‘campagna di annientamento’ (agosto-ottobre 1934), condotta da Jiang Jieshi contro la Repubblica sovietica costituitasi nel Jiangxi, i comunisti superstiti ruppero l’accerchiamento e puntarono verso O; dopo quasi due anni di marce forzate e guerriglia attraverso Yunnan e Xichang i comunisti, guidati dal gennaio 1935 da Mao Zedong, raggiunsero lo Shaanxi, dove fu costituito un governo rivoluzionario con capitale a Yenan. La lunga ritirata costò la perdita di quasi 70.000 uomini, ma gettò le basi dei futuri sviluppi del movimento comunista cinese.
Con riferimento a un rapporto di velocità, in autoveicoli, in motociclette e simili, si chiamano m. le velocità relative a diversi rapporti di trasmissione (➔ cambio).
In cinematografia, m. indietro, trucco che consiste nel riprendere il soggetto invertendo il senso del trasporto della pellicola (quando l’apparecchio di presa lo consente) e proiettando in senso normale: si può ottenere l’effetto grottesco di un cavaliere che, disarcionato, si solleva da terra e torna a cavallo.
In una macchina motrice, m. a vuoto, regime di funzionamento in corrispondenza del quale la coppia resistente all’albero della macchina è nulla; in un autoveicolo essa corrisponde al disinnesto della frizione.