archivio
Conservare documenti per tenere viva la memoria storica
Gli uomini, fin dall'antichità, hanno avvertito la necessità di realizzare archivi per lasciare testimonianza di sé stessi. In tal senso, possono essere considerate archivio le incisioni rupestri che uomini preistorici hanno lasciato sulle lastre rocciose della Valcamonica (Lombardia), dove hanno rappresentato i momenti salienti della loro vita sociale. In fondo, mantenere la memoria è il motivo per cui tutti noi conserviamo le pagelle scolastiche o le lettere ricevute dalle persone care.
L'operazione di raccolta e conservazione dei documenti richiede che questi vengano protetti e ordinati secondo determinati criteri. Ecco perché l'archivio, con il trascorrere dei secoli, diventa una struttura, un edificio pubblico, si dota di regole e strumenti per selezionare il materiale, conservarlo e trasmetterlo ai posteri (storia e storiografia). Il termine archivio può indicare la raccolta di documenti concernenti un individuo, una famiglia (archivi privati o familiari) o un qualsiasi ente (archivi pontifici, archivi nazionali, archivi di Stato, e così via). Viene utilizzato anche per indicare il locale in cui sono custoditi i documenti. Solitamente questo insieme di documenti è organizzato in modo che il gestore dell'archivio possa essere in grado di ritrovare in modo semplice e veloce un qualsiasi documento da tutto l'insieme.
Oggi l'archivio cartaceo è stato in gran parte sostituito da archivi informatici. Si tratta di archivi dove i documenti sono memorizzati sotto forma di file e quindi, per realizzare un archivio informatico, tutti i documenti su carta devono essere convertiti in documenti informatici. Con un computer è possibile gestire archivi enormi occupando poco spazio e poco tempo per la ricerca dei documenti. L'archivio può anche distinguersi in base al tipo di documenti che contiene: in tal senso può essere, per esempio, fotografico, oppure cinematografico.
A Roma il primo edificio adibito ad archivio fu costruito nel 78 a.C. sul Campidoglio. Era chiamato Tabularium perché conservava le tabulae ("tavole") delle leggi e dei trattati dello Stato romano. La definizione di archivio in epoca romana e durante il periodo medievale è "luogo nel quale gli atti pubblici sono custoditi affinché acquisiscano fede pubblica", cioè valore legale. Storicamente, infatti, l'archivio nasce per preservare tutti i documenti di rilevanza giuridica.
Le frequenti guerre ma anche la trascuratezza nel custodire gli archivi sono state le principali cause di distruzione o smarrimento di importanti archivi. Era infatti usanza, già durante l'Impero romano, far seguire l'imperatore nei suoi viaggi, se non da tutto, almeno da una parte del proprio archivio. Così gran parte degli archivi veniva smarrita o danneggiata.
Nel Cinquecento inizia quel processo di concentrazione e riorganizzazione dei tanti archivi esistenti che porterà alla costituzione, nell'età moderna, degli archivi generali. Nel 17° secolo nasce una nuova dottrina, l'archivistica, che mira a un ordinamento razionale degli atti d'archivio. Se fino alla metà del Cinquecento il fine della conservazione dei documenti d'archivio è essenzialmente giuridico, cioè rilevante solo per il diritto, in seguito gli archivi vengono 'scoperti' e utilizzati dagli storici: tutti i documenti archiviati vengono consultati per realizzare ricerche storiche su una città, uno Stato, una dinastia o un personaggio illustre. Qualunque archivio, anche il più piccolo, può essere utilizzato per fare ricerche in svariati campi del sapere: ricostruzioni storiche, biografie di personaggi importanti, fenomeni sociali, studio della diffusione di determinate malattie sono solo alcune delle tante possibilità di conoscenza che un archivio può offrire.
Gli archivi italiani costituiscono il patrimonio documentario più antico e più vasto al mondo; sono ufficialmente definiti un bene culturale.