Argentina
Relativamente remoti, date le vicine origini di un'autonoma vita culturale argentina, sono i primi segni d'interesse che l'opera di D. suscita e riscuote in quel paese. A parte alcune tracce d'influenza dantesca presenti nel gruppo dei poeti romantici esiliati del 1837 e soprattutto (come acutamente osservato da A.J. Battistessa) in Esteban Echeverría (1805-51) e in José Mármol (1818-71), rispettivamente nei poemetti La Cautiva (1837) e Cantos del peregrino (1847), nel secondo dei quali la conoscenza di D. è forse diretta o forse mediata attraverso il Childe Harold's Pilgrimage di Byron, assume notevole importanza il fatto che già nel 1889 l'uomo politico, storico e poeta argentino Bartolomé Mitre (1821-1906), una delle personalità più in vista del movimento indipendentista argentino, si accingesse alla traduzione in versi della Commedia, che fu terminata e pubblicata integralmente nel 1894. Questa versione - ancor oggi considerata tra le più pregevoli versioni moderne in lingua castigliana - varie volte ristampata, doveva servire di base e di stimolo alla successiva e copiosa esegesi dantesca nel nostro secolo in A., come testimoniano i saggi e gli studi, spesso cospicui e originali, di alcuni filologi e scrittori di quel paese, quali Ángel J. Battistessa, Arturo Berenguer Carisomo, Jorge Luis Borges, Alberto Obligado Nazar, Jorge Max Rohde e Carlos Alberto Ronchi March. Dalla traduzione di Mitre, ancor prima di fondare, nel 1951, la Sociedad Argentina de Estudios Dantescos (v.), prendeva le mosse lo scrittore e critico Gherardo Marone (1891-1962), fecondo divulgatore della letteratura italiana nei paesi di lingua spagnola, professore di letteratura italiana presso l'università di Buenos Aires dal 1940, il quale dava di nuovo alle stampe siffatta traduzione, corredandola di uno studio introduttivo e note al testo (Buenos Aires 1946). Dal 1951 a oggi l'attività di letture e studi danteschi in A. è quasi tutta contenuta e registrata nei numeri annuali del Boletín de la Sociedad Argentina de Estudios Dantescos, di cui si riferisce nella voce relativa a tale Società. Fuori di questo ambito rimangono alcuni contributi parziali e occasionali, del tutto trascurabili, spesso giornalistici, e varie altre traduzioni delle opere di Dante. Tra i contributi parziali e occasionali merita di esser citata soltanto la raccolta di studi promossa dalla Universidad Nacional de la Plata, Facultad de Umanidades y Ciencias de la Educación, e pubblicata alla Plata nel 1965 per il VII centenario della nascita di D. (Departamento de Letras; Trabajos, comunicaciones y conferencias, VII, 159). La raccolta, presentata da R.H. Castagnino, si divide in quattro parti: Itinerario espiritual de Dante, Dante proscripto, Ideas y estilo, Ecos dantescos, con studi firmati da A.J. Battistessa, A.R. Pólito, A.N. Marani, N. Guglielmi, A. Asti Vera, O. Frattoni, V. Parravicini, M.C. Rezzano de Martini, I.M. de Brugger, M. Binetti. Di qualche rilevanza appaiono i lavori di O. Frattoni (Continuidad del trabajo estilístico de Dante) e di V. Parravicini (Tres líneas de la influencia virgiliana en Dante), mentre qualche utile notizia bibliografica appare nei contributi di M.C. Rezzano de Martini (Dante en Inglaterra Estados Unidos) e di I.M. de Brugger (Dante en las letras alemanas). Dato che consideriamo a parte la speciale lettura di D. effettuata da Jorge Luis Borges, restano qui soltanto ancora da menzionare due interpretazioni letterarie della poesia dantesca: quella contenuta nel libro di Victoria Ocampo, De Francesca a Beatrice (Madrid 19241; ibid., 19282; Buenos Aires 19633, con aggiunta di due nuovi scritti), e quella svolta nel saggio iniziale del volume di J. P. Echagiie, El amor en la literatura (Buenos Aires 1941, 7-48). La prima è un'elegante e pregevole guida di alcuni episodi e personaggi della Commedia, che a suo tempo attrasse l'attenzione e il consenso di Ortega y Gasset (nella terza edizione è riportata come epilogo una lettera del saggista spagnolo alla scrittrice argentina) e venne infatti pubblicata nelle edizioni della " Revista de Occidente "; la seconda, che ha per tema l'amore " nelle opere maestre della fine del Medioevo e dell'inizio del Rinascimento " (D., Petrarca, Boccaccio), è principalmente dedicata alla Vita Nuova, ma poco o nulla aggiunge alla tradizionale e consueta trattazione di quell'argomento. Quanto alle traduzioni in versi successive al lavoro di Mitre, sono da ricordare la versione dell'Inferno e del Purgatorio realizzata da Antonio Babuglia (Buenos Aires 1941); quella ormai classica del V dell'Inferno di Enrique Larreta (1875-1961), uno dei più qualificati scrittori argentini del '900, eseguita nell'anno 1951, per la fondazione della Sociedad Argentina de Estudios Dantescos (poi in " Ars " XVII [1957] n. 78); del XXXIII del Paradiso, di Jorge Max Rohde (ibid.); del I dell'Inferno, di Luis Arena, in versi e con versione in prosa e interpretazione (Buenos Aires 1965); del V dell'Inferno, di Alfonso Grimaldi (ibid. 1965); di tutta la Commedia, di Enrique Martorelli Francia (Puebla, Messico, 1967); e, sempre di tutta la Commedia, quella di Ángel J. Battistessa (1968), risultato di una lunga elaborazione e di un meditato studio del testo. A parte va ricordata una versione in prosa di Abraham Waissman, in corso di pubblicazione.
Bibl. - A. Serrano Redonnet, D. en América Latina, in " Boletín de la Sociedad Argentina de Estudios Dantescos " V (1955); Á.J. Battistessa, Mitre, traductor e intérprete de D.: motivos poéticos del " Purgatorio ", ibid. VI (1956); A. Mitre, Los censores de Mitre, traductor de D., ibid. VII (1957), poi ripreso e ampliato, con riproduzione di una pagina autografa di B. Mitre e con il titolo La traducción argentina de la D. C., in " Ars " XVII (1957) n. 78; M. Fassina, Gherardo Marone, estudioso de D., in " Boletín de la Sociedad Argentina de Estudios Dantescos " XIII (1963); Á.J. Battistessa, Presencia inicial de D. en nuestras letras, in " Cuadernos del Sur " I (1964) 62 ss., poi ampliato con il titolo D. y las generaciones argentinas, in " Boletin de la Académia Argentina de Letras " XXX (1965).