Uomo politico e pubblicista (Bergen, Rügen, 1803 - Brighton 1880). Educato nelle univ. di Halle, Jena e Heidelberg alle idee liberali, fu condannato (1825), per aver partecipato ad agitazioni studentesche, a 14 anni di fortezza. Rilasciato (1830), si stabilì a Halle (1832), dove insegnò filosofia. Pubblicista politico, diresse la rivista Hallische Jahrbücher, che divenne il centro del dibattito sugli sviluppi filosofici e politici del sistema hegeliano. Fu inoltre esponente della "Giovane Germania". Critico della destra hegeliana, che accusò di "pigrizia teorica", fautore di un'interpretazione storico-progressista della dialettica hegeliana che rifiutasse l'equazione razionalità-realtà da più parti troppo facilmente piegata a una legittimazione dello stato prussiano, fu uno dei più autorevoli sostenitori di un uso radicale e politico degli strumenti teorici dell'hegelismo (in questo suo atteggiamento andando nettamente oltre le applicazioni critiche avutesi nel campo religioso: v. Strauss, David Friedrich). Trasferitosi a Parigi (1843) per le continue controversie con la Camera tedesca, fondò i Deutsch-französische Jahrbücher, cui collaborò anche K. Marx, col quale peraltro giunse presto alla rottura, disapprovandone l'evoluzione dal radicalismo al comunismo. Ritornato in Germania, ne ripartì dopo il fallimento della rivoluzione tedesca e si stabilì in Inghilterra a Brighton, dove fu in relazione con l'emigrazione democratica europea, specialmente con Mazzini e Kossuth. Dopo il 1866 seguì con simpatia la politica bismarckiana.