Corrente artistica, sviluppatasi dopo il 1960 che, perseguendo una ricerca di ordine ideale e teoretico, privilegia il processo, lo schema concettuale e costruttivo che determina l’opera d’arte. Nella sua forma più pura, l’arte c. si libera dalla sottomissione al materiale volgendosi prevalentemente alla progettazione e all’ideazione di un’opera, alla concettualizzazione di un’immagine. In un ambito più generale, possono esservi ricondotte esperienze artistiche come la minimal art, la land art, l’arte comportamentale.
L’espressione fu usata per la prima volta da S. LeWitt (Paragraphs on conceptual art, 1967); nel 1974 la rivista Art-Language, del gruppo inglese omonimo, ripubblicò saggi di H. Flynt (1961) nei quali già si trattava di una concept art strettamente legata a concetti linguistici e matematici. Altri esponenti sono J. Kosuth, J. Beuys, B. Venet, On Kawara; in Italia, oltre a P. Manzoni che per certi aspetti può essere considerato un antesignano, V. Agnetti, M. Merz, G. Paolini, E. Prini ecc.