Nome di vari personaggi cartaginesi:
1. Figlio di Magone, al principio del 5º sec. a. C. sottomise la Sardegna.
2. Comandante dell'esercito inviato in Sicilia contro Timoleonte, fu vinto al Crimiso (339 a. C.).
3. Figlio di Annone, generale durante la prima guerra punica, fu sconfitto da Attilio Regolo ad Adi presso Cartagine; sottomise Agrigento, fu quindi battuto presso Palermo.
4. Genero d'Amilcare Barca (270 circa - 221 a. C.), estese il dominio cartaginese su gran parte della Spagna, fondò Cartagena e concluse (226-225) coi Romani il trattato dell'Ebro per la definizione delle reciproche zone d'influenza.
5. Figlio d'Amilcare Barca (n. 245 circa), fratello d'Annibale, quando questi iniziò la spedizione contro l'Italia comandò l'esercito di Spagna, dimostrandosi inferiore al suo compito, nonostante riportasse una importante vittoria (211) su due mediocri generali romani, Publio e Gneo Scipione. La sua posizione diventò difficile quando Publio Cornelio Scipione riportò l'offensiva in Spagna, impadronendosi di Cartagena e vincendo a Becula. A. passò poi in Italia per congiungersi con Annibale; al Metauro (207) fu raggiunto dai consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone: il suo esercito fu disfatto ed egli stesso fu ucciso.
6. Asdrubale il Calvo: generale, nel 215 a. C. fu inviato in Sardegna con 10.000 uomini per appoggiare la rivolta antiromana ivi divampata; fu però ben presto sconfitto e catturato dal pretore Manlio.
7. Figlio di Gisgone, fu responsabile, con A. figlio di Amilcare, degli insuccessi della guerra in Spagna. Battuto a Ilipa (207), si ritirò a Cartagine; con Siface (a cui aveva dato in sposa la figlia Sofonisba) affrontò Scipione quando questi sbarcò in Africa, ma fu sconfitto al fiume Bagrada (203). Accusato di tradimento, si avvelenò.
8. Comandante delle forze cartaginesi nella terza guerra punica. Si era fatto circondare da Massinissa e fu costretto perciò alla capitolazione. Condannato a morte dai cittadini, riuscì a sottrarsi alla pena e a racimolare 20.000 uomini. La pena fu sospesa, e A. venne messo a capo dell'esercito che doveva affrontare i Romani ai quali resistette a lungo (149-146). Fu poi catturato nella presa di Cartagine: risparmiato dai Romani, morì prigioniero in Italia.