(tigrino ῾Asâb) Centro (74.405 ab. nel 2006) e porto dell’Eritrea, situato sul Mar Rosso, nell’ampia baia omonima circondata da isole ricche di palmeti. In funzione una raffineria di petrolio. Nei dintorni attive saline.
Fu il primo possedimento italiano in Africa: nel 1869 fu preso in affitto da G. Sapeto, per conto della Compagnia di navigazione Rubattino, la quale agiva in realtà nell’interesse del governo, in base a una convenzione segreta; nel 1882 passò alle dirette dipendenze dell’Italia. Occupato dalle truppe britanniche (1941), seguì le sorti dell’Eritrea nell’unione federale (1952) e nella successiva annessione forzata (1962) all’Etiopia. Nel 1991 le forze indipendentiste eritree ne presero il controllo, rendendo difficoltosi gli scambi via mare dell’Etiopia, di cui costituisce lo sbocco preferenziale.