Asterix
La rivincita dei Galli
I tanto vituperati Galli dei libri di storia, dopo quasi duemila anni, si sono presi la loro rivincita! Un villaggio gallo, quello di Asterix appunto, resiste all'esercito romano. Le avventure di Asterix il Gallo e dei suoi pittoreschi amici hanno venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo e sono ormai tra le storie a fumetti più popolari d'Europa
"Gallia est omnis divisa in partes tres": così esordisce il De bello gallico, resoconto autobiografico delle guerre combattute da Giulio Cesare in Gallia. Come spesso accade per i testi che dobbiamo studiare a scuola, quest'opera, in realtà molto interessante, ha costituito uno degli spauracchi di generazioni di studenti italiani. Ma forse per gli studenti francesi doveva essere addirittura peggio: oltre a rischiare brutti voti, dovevano subire l'umiliazione di vedere i Galli (nome dato dai Romani agli abitanti Celti ‒ dal greco Kèltoi ‒ della Gallia), cioè i loro diretti antenati, prenderle di santa ragione dal 'nostro' Cesare e dai suoi soldati. Il momento della rivincita giunse finalmente nel 1959, quando René Goscinny ‒ straordinario sceneggiatore di fumetti ‒ e il disegnatore Albert Uderzo immaginarono che un villaggio gallo fosse riuscito a resistere all'invasione dei Romani. Una misteriosa pozione garantiva infatti ai suoi abitanti un'eccezionale forza e i malcapitati legionari che passavano da quelle parti rischiavano, quantomeno, una gragnuola di sonore botte.
Nel villaggio abitava una tribù di personaggi a dir poco pittoreschi: Asterix, un guerriero di stazza minuscola ma astuto e coraggioso, capace di portare avanti con successo le missioni più rischiose; il grosso Obelix, il quale non ha neppure bisogno di bere la pozione per divenire ultraforte, in quanto da bambino è caduto nel calderone che la conteneva acquistando superpoteri permanenti; il cane Idefix, il druido Panoramix e tanti altri protagonisti dal nome con la tipica desinenza in -ix che, nella lingua latina, caratterizzava i nomi dei Galli veri (Vercingetorix). I Romani ‒ le loro vittime favorite ‒ erano invece un po' tonti e incredibilmente inetti, tanto che c'è da chiedersi come un simile esercito di straccioni fosse riuscito a conquistare tutto il resto della Gallia.
Le vicende di Asterix e dei suoi compagni sono caratterizzate da un grande umorismo: gli stessi nomi dei protagonisti costituiscono divertenti giochi di parole. Asterix, per esempio, significa "asterisco"; Obelix è "obelisco"; Idefix si legge in francese come idée fixe ("idea fissa"); il nome del capo del villaggio, Abraracourcix, si legge come A' bras raccourcie, ossia "un braccio corto", un'espressione che in francese designa la litigiosità, perché indica la posizione assunta dai pugilatori quando alzano la guardia per iniziare a combattere. Sia per il desiderio di rivincita sia per la piacevolezza delle storie, Asterix diventò subito un fenomeno di costume: ancora oggi gli albi con le sue avventure vendono milioni di copie; a lui si sono ispirati decine di film di animazione ed esiste persino un parco di divertimenti che porta il suo nome.
Asterix è il più popolare rappresentante di un modo di fare fumetti tipicamente francese. Le vicende da lui vissute sono straordinariamente umoristiche, ma non sono 'semplicemente' umoristiche. Innanzitutto costituiscono avventure vere e proprie, con momenti di azione e di genuina suspense, tanto che su Asterix sono stati prodotti anche due film. In secondo luogo contengono molti elementi documentaristici, che contribuiscono a far conoscere i veri usi e costumi dei popoli di quel tempo. Anche il disegno, generalmente caricaturale, in certi momenti assume un carattere realistico. Molti altri personaggi realizzati da autori d'oltralpe vivono in questo mondo a metà tra il serio e il faceto, il reale e l'immaginario:investigatori, cow boys, avventurieri e chi più ne ha più ne metta. Personaggi che, giustamente, si prendono sul serio ma, quando se ne presenta l'occasione, sono capaci di strizzare l'occhio ai lettori ridendo un pochino di sé stessi.