astrattismo
Immagini oltre il mondo visibile
Nel 1910 l'artista russo Vasilij V. Kandinskij realizza un acquerello composto di segni e macchie che non assomigliano a niente di riconoscibile. Fino ad allora, le opere d'arte, almeno in Occidente, avevano sempre riprodotto figure umane, paesaggi, scene storiche. Perché avviene questo grande cambiamento? Che cosa rappresenta l'arte astratta? E qual è il suo valore?
L'idea che si possa dipingere senza essere fedeli al mondo visibile si fa strada in Europa nel corso dell'Ottocento. L'invenzione della fotografia e la sua diffusione provocano una crisi negli artisti figurativi, che sentono di non poter competere con la macchina fotografica nella rappresentazione precisa del mondo. Anche per questo motivo, si cercano nuovi campi di esplorazione. E soprattutto si diffonde una convinzione: un quadro, prima di essere un cavallo, una scena di battaglia o una donna nuda, è una superficie coperta di colori disposti in un certo ordine. Esiste cioè un ordine interno alla forma che è indipendente da ciò che la forma rappresenta.
Forse non è un concetto facile, ma è proprio questa l'idea che sta alla base del grande cambiamento portato nell'arte moderna, dall'astrattismo. Il compito del pittore non è riprodurre ciò che già esiste, copiare e imitare la natura, ma usare liberamente i mezzi del suo linguaggio: colori, linee, materie. Ma con che cosa sostituire la realtà? Le risposte sono diverse: c'è chi si concentra sul puro colore, per esprimere uno stato d'animo; chi cerca di rendere visibili le suggestioni della musica; chi le strutture invisibili della natura. Il primo a dipingere un'opera astratta è un artista russo, Vasilij V. Kandinskij.
Nel 1895 Kandinskij vede un quadro di Claude Monet, il celebre pittore impressionista, che rappresenta un pagliaio illuminato dal sole. All'inizio non riesce a capire che cosa raffiguri la tela, perché Monet ha dipinto con piccoli tocchi di colore, senza linee di contorno, cercando soprattutto di 'suggerire' l'effetto luminoso. Ma, pur non riuscendo a capire il soggetto nel quadro, Kandinskij rimane lo stesso affascinato dalla sua bellezza. Quando si avvicina alla tela e individua cosa vi è rappresentato, ha la sensazione che, tutto sommato, il pagliaio non è così importante. Ciò che conta è il modo in cui è dipinto e l'effetto che ha su chi lo guarda.
Kandinskij arriva così all'astrattismo. I tradizionali soggetti dell'arte sono sostituiti da macchie e zone colorate, da forme libere, che l'artista dispone con l'esperienza di chi conosce il funzionamento dell'occhio umano. L'artista russo intuisce che possono diventare immagini della mente anche le emozioni suscitate dalla musica. Comincia così la produzione di quadri e acquerelli che intitola Improvvisazioni e Composizioni, come fossero opere musicali. Per Kandinskij i colori e le forme hanno un suono interiore che influenza la psicologia di chi li guarda: per esempio, un colore squillante come il giallo in una forma acuta come il triangolo suscita inquietudine. L'azzurro produce una sensazione di calma. Ogni colore è associato dal grande artista al suono di uno strumento musicale. Con questa ricerca sulle emozioni, Kandinskij vuole risvegliare nel mondo una nuova spiritualità, dopo un lungo periodo di attaccamento alle cose materiali, e a tal fine scrive anche un affascinante libro, Lo spirituale nell'arte. Dopo la Pri-ma guerra mondiale lo stile di Kandinskij si modifica, diventa geometrico, e l'artista costruisce una vera e propria teoria delle linee, dei punti e delle superfici piane.
Le prime opere astratte presentano forme biomorfiche, cioè fluide e minute come i microrganismi osservati al microscopio: forme del genere si trovano nei lavori dell'artista svizzero Paul Klee e dello spagnolo Joan Miró. Lo scultore Jean Arp e l'americano Alexander Calder realizzano invece opere colorate e bizzarre, che assomigliano alle composizioni fatte dai bambini.
Accanto a questi quadri, ne possiamo trovare altri, completamente diversi, fatti di figure geometriche: sono le opere del pittore olandese Piet Mondrian. Secondo Mondrian un albero può essere semplificato, finché non appare la sua struttura geometrica essenziale e quelli che erano rami diventano linee: tutta la varietà della natura per lui può essere racchiusa in diagrammi di questo tipo. Nelle sue tele più celebri, Mondrian traccia una griglia di righe orizzontali e verticali e usa come tinte il bianco, il nero e i tre colori primari (giallo, rosso e blu). A settant'anni visita New York e… impara a ballare il boogie-woogie. Questo per Mondrian è fonte di ispirazione: infatti cerca di suggerire il ritmo frenetico della danza in un'opera chiamata Broadway boogie-woogie, che fa pensare ai passi di un ballerino sulla pista.
Il pittore russo Kazimir S. Malevič utilizza forme geometriche essenziali, come quadrati, triangoli, croci. Lavora negli anni della Rivoluzione russa e con le sue ricerche si spinge fino a limiti estremi, arrivando a dipingere addirittura un quadrato bianco su fondo bianco. È un'opera limite, come un muro oltre il quale non c'è più niente. E proprio il niente MaleviŠc voleva rappresentare: l'idea di un mondo privo di oggetti.
Fino alla Seconda guerra mondiale, l'astrattismo è un movimento tutto europeo ma, con la fuga degli artisti in America a causa della guerra e delle persecuzioni naziste, il nuovo stile si diffonde negli Stati Uniti. Il contatto con il mondo americano, provoca la nascita di un movimento chiamato espressionismo astratto, in cui ha molta importanza il gesto istintivo dell'artista che arriva a realizzare i quadri gettando i colori sulle tele.
L'astrattismo è legato anche allo sviluppo della scienza. In biologia, il microscopio mostra il mondo delle cellule. In fisica, l'atomo, che per millenni era stato ritenuto l'elemento di base della materia, risulta essere divisibile. Si scopre cioè che, sotto la superficie del mondo, dentro la materia, si muovono altri mondi, altre forme. Negli stessi anni, a Vienna, Sigmund Freud fonda la psicoanalisi. Anche questa disciplina cerca di andare al di là di ciò che appare a occhio nudo, esplorando l'inconscio dell'essere umano.
Contemporaneamente, il compositore Arnold Schönberg, amico di Kandinskij, inventa la dodecafonia, una musica che non rispetta più le tradizionali regole armoniche. Insomma, l'astrattismo fa parte di tutta una serie di tentativi di superare i limiti dell'apparenza della realtà e delle abitudini quotidiane.
A parte i quadri dell'astrattismo, esistono altre immagini senza figure? Immagini che non rappresentano né esseri umani né animali? Certo. Se visitiamo una moschea (il luogo di preghiera della religione musulmana) o una sinagoga (il tempio della religione ebraica), possiamo osservare che le decorazioni non raffigurano mai uomini e animali. Si tratta di arte astratta? Non proprio: il termine da usare in questi casi è aniconico. È una parola greca che vuol dire "privo di figure" (da icona, "figura") e che si usa spesso in riferimento a decorazioni e ornamenti. Ne troviamo esempi nell'arte greca e nel Medioevo. In molti casi, si tratta di stilizzare le forme naturali: per esempio, il profilo di una foglia viene semplificato al massimo finché diventa una linea ornamentale in cui la foglia non si riconosce più.