AUSTRALIA (V, p. 387; App. I, p. 191)
Popolazione (V, p. 409). - L'ultimo censimento australiano risale al 1933, poiché a causa della seconda Guerra mondiale non poté essere effettuato il censimento stabilito per il 1943. Secondo valutazioni la popolazione del Commonwealth assommava nel giugno 1946 a 7.448.601 abitanti, contro i 6.629.839 del 1933, con un aumento assoluto in tredici anni di 818.762 abitanti.
La densità di tutto il Commonwealth si mantiene molto bassa: 0,9 ab. per kmq., mentre negli stati più popolosi, come quello di Victoria (8,9 ab. per kmq.), Nuova Galles del Sud (3,6 ab. per kmq.), Tasmania (3,6 ab. per kmq.) permane più elevata. Il fenomeno dell'urbanesimo, già notevole nell'anteguerra, si è grandemente accentuato durante la seconda Guerra mondiale e si calcola che oltre due terzi della popolazione australiana viva, attualmente, nelle aree urbane. Secondo una stima del 1944, la popolazione dei maggiori centri era la seguente: Sydney 1.398.170; Melbourne 1.170.000; Adelaide 366.000; Brisbane 384.000; Perth 233.017.
Condizioni economiche (V, p. 411; App. I, p. 192). - L'allevamento ovino, fonte principale della ricchezza australiana, ha subìto nell'ultimo decennio un ulteriore incremento, raggiungendo, nel 1945, un totale di 118.141.434 capi, cifra che rappresenta ben 1/6 di tutti gli ovini del mondo.
L'allevamento bovino è rimasto quasi stazionario dal 1933, accusando solo un leggerissimo aumento.
Durante la seconda Guerra mondiale, la necessità di provvedere alla alimentazione delle truppe alleate nel Pacifico, ha determinato un incremento fortissimo nella produzione agricola australiana. Mentre fu notevolmente ridotta la coltura del grano, per mancanza di esportazione e di fertilizzanti, furono estese, con ottimo successo, la coltura del riso, quella della canapa (passata da 809,4 ha. a 28.329 ha.) e soprattutto quella degli ortaggi che, da 48.562 ha. nel 1938, è passata a 77.297 ha. nel 1942-43.
Lo sforzo bellico, inoltre, ha introdotto innovazioni radicali nei metodi per la conservazione e la preservazione degli alimenti e ha stimolato la creazione di nuove industrie connesse con l'agricoltura (cotonifici, zuccherifici, fabbriche di conserve e frutta secche) e con l'allevamento (industria dei latticini, concerie).
Commercio (V, p. 414; App. I, p. 192). - Durante il periodo bellico si nota una contrazione delle esportazioni ed un considerevolissimo aumento delle importazioni, cosicché la bilancia commerciale presenta un forte passivo.
Per quanto riguarda le merci esportate ed importate va rilevata la contrazione dell'esportazione di grano, burro e zucchero, necessarî al consumo interno ed una maggior importazione di tutti i generi manufatti.
Comunicazioni (V, p. 415; App. I, p. 193). - Nel 1945 la rete ferroviaria australiana si estendeva per 44.688 km. Nel febbraio 1941, per ragioni militari, venne condotta a termine una strada rotabile, che con un percorso di 1.100 km. collega Darwin ad Alice Spring, nell'Australia Centrale. Questa importante via di comunicazione permette il collegamento diretto tra Adelaide e Darwin con un percorso totale di 5.556 km., attraverso il cuore del continente australiano.
Finanze (V, p. 418; App. I, p. 194). - L'andamento delle finanze pubbliche della Federazione ha naturalmente risentito dello stato di guerra. Le spese straordinarie sono state però in gran parte sostenute mediante il Fondo prestiti, cosicché entrate e spese ordinarie hanno potuto all'incirca bilanciarsi.
Il debito pubblico è passato da 1.347 milioni di ???S-116???a, quale era al 30 giugno 1939, a 2.890 milioni di ???S-116???a al 30 giugno 1947, con un aumento nel debito interno e una diminuzione in quello verso l'estero; quest'ultimo è infatti diminuito da 644 milioni di ???S-116???a nel 1939 a 567 milioni nel 1947. Nei suoi rapporti con la Gran Bretagna la Federazione australiana è passata a una posizione sostanzialmente creditrice; si calcola che i crediti dell'Australia verso il Regno Unito per saldi in sterline accumulatisi durante la guerra ammontassero, al 31 dicembre 1946, a 178 milioni di sterline; di questi, 20 milioni vennero abbonati come dono nell'aprile del 1947.
La circolazione fiduciaria è passata da 49,4 milioni di ???S-116???a nel 1939 a 200,4 milioni nel 1947 con un aumento del 306 per cento; uno spostamento si è verificato pure nella percentuale di biglietti detenuta dal pubblico, passata dal 70,4 per cento (1939) all'89,6 per cento (1947).
L'organizzazione creditizia ha subìto nel dopoguerra una trasformazione profonda. In un primo tempo si è provveduto, con il Commonwealth Bank Act 1945, a porre sotto il diretto controllo del Tesoro la Banca centrale, il cui capitale, del resto, era già in possesso dello stato. Contemporaneamente, con altro provvedimento legislativo, il Banking Act 1945, vennero fissate norme dettagliate e rigorose sull'esercizio del credito e per la protezione del risparmio, che sottoposero praticamente tutta la politica del credito al controllo della Banca centrale e, attraverso questa, del Tesoro.
Due anni dopo si è cercato di realizzare la completa nazionalizzazione del credito. Nel novembre 1947 venne approvato il Banking Act 1947, in virtù del quale le nove banche commerciali avrebbero dovuto essere rilevate dallo stato, previo compenso agli azionisti, e la loro gestione assunta dalla Commonwealth Bank. A seguito del ricorso delle banche interessate l'Alta Corte, nell'agosto del 1948, ha dichiarato nulle alcune delle principali disposizioni della legge; contro questa decisione il governo australiano si è appellato al Consiglio privato. La situazione delle nove banche commerciali al 31 dicembre 1947 era la seguente: depositi 669 milioni di ???S-116???a, attività liquide (cassa, conti speciali presso la Banca centrale, titoli di stato) 376 milioni di ???S-116???a, crediti all'economia 336 milioni di ???S-116???a.
L'Australia fa parte, come membro originario, del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale con una quota, per ciascuno dei due enti, di 200 milioni di dollari.
Storia (V, p. 419; App. I, p. 794). - In seguito alle elezioni del 1937, che confermarono i suffragi del 1931 e del 1934, il governo Lyons poté ricostituirsi sulla base della coalizione United Australia Party e Country Party. Durante il 1938, la guerra del Giappone contro la Cina provocò nel paese una reazione più intransigente di quella che il governo era allora disposto a manifestare: i lavoratori portuali decisero il boicottaggio delle merci dirette al paese aggressore. Nello stesso anno, in vista dei tempi difficili che si avvicinavano, veniva introdotta una legge sull'assistenza sociale (per malattia, invalidità e vecchiaia). L'anno seguente Lyons moriva. Dopo una breve presidenza ad interim dell'agrario Earle Page, ex-ministro del commercio, il nuovo gabinetto veniva costituito da R. G. Menzies, cui toccava, il 3 settembre 1939, di dichiarare la guerra alla Germania. La lealtà degli Australiani verso la madrepatria in pericolo si manifestò allora con grande vigore (v. appresso). Fu tra l'altro ristabilito il servizio militare obbligatorio (istituito nel 1911 e abolito nel 1929). Dopo che le elezioni del 1940 ebbero equilibrato le forze fra i laburisti e la coalizione governativa, la quale poté mantenersi ancora al governo soltanto per i voti di due indipendenti, gli insuccessi militari in Europa e in Africa Settentrionale, la minaccia del Giappone, le prime difficoltà finanziarie, infine i dissensi sorti fra United Australia Party e Country Party, portarono alle dimissioni del governo Menzies alla fine di agosto del 1941 e di quello costituito dal capo degli agrarî, A. W. Fadden, il 3 ottobre. John Curtin formò allora il suo primo gabinetto laborista rifiutando la collaborazione degli altri partiti e fondandosi unicamente sui due voti degli indipendenti. Egli stimava necessaria, per un regime di vera democrazia, una forte opposizione e dannosa ogni suddivisione della responsabilità. L'8 dicembre, il giorno dopo l'attacco di Pearl Harbour, l'Australia entrò in guerra contro il Giappone. Questa volta non fu il re a dichiarare le ostilità, ma il governatore, su richiesta del parlamento australiano. A quell'epoca il porto di Darwin era sottoposto ai bombardamenti aerei e quello di Sydney veniva forzato dai sottomarini giapponesi, ma un reale pericolo d'invasione giapponese in forze non ci fu che nella fantasia eccitata dai travolgenti successi giapponesi nell'Indonesia. Curtin, che durante la prima Guerra mondiale era stato arrestato per propaganda contro la coscrizione, seppe ottenere dal paese il più intenso sforzo bellico della sua storia. L' "organizzazione" per la produzione bellica, istituita dal governo Menzies, venne trasformata in ministero; venne istituito un ministero per la mano d'opera. Alla fine del 1942 fu indetta una campagna per la riduzione di un terzo dei consumi. L'appello di Curtin agli Stati Uniti nel marzo 1942, le sue proposte per l'istituzione di un sistema stabile di cooperazione fra i membri del Commonwealth britannico (proposte che egli doveva rinnovare due anni dopo, durante la Conferenza imperiale, a Londra) e quelle per la formazione di un Consiglio di guerra per il Pacifico, che Churchill accolse, l'adozione, nell'ottobre del 1942, dello statuto di Westminster, che concedeva all'Australia maggior autonomia e rapidità di decisioni nella condotta della sua difesa, infine l'accordo "Anzac", con la Nuova Zelanda, firmato a Canberra nel gennaio 1944, con il quale i due paesi si impegnavano a collaborare strettamente per la difesa comune e, nel dopoguerra, a non cedere alcuna base a terze potenze, furono gli atti di una politica estera attiva e intelligente che non mancò di suscitare qualche critica, ma alla fine meritò l'approvazione di Londra, di tutto l'Impero e degli elettori australiani. Questi, nel 1943, dettero la maggioranza ai laboristi in ambedue le camere. Curtin morì nell'estate del 1945 e J. B. Chifley fu chiamato a completare la sua opera.
Le elezioni del 1946 confermarono i risultati delle precedenti ed ebbe successo una delle domande poste sull'ampliamento dei poteri del Commonwealth australiano (un referendum analogo era fallito nel 1944): quella relativa all'assistenza sociale; le altre due, sui controlli dei mercati dei principali prodotti e sull'impiego nelle industrie ebbero anch'esse la maggioranza fra gli elettori, ma non fra gli stati. Nel corso di quell'anno però elezioni locali, svoltesi per lo più intorno all'argomento della nazionalizzazione delle banche private (v. § Finanze), si conclusero con una serie di insuccessi per i laboristi. L'influenza esercitata da questo partito è stata fondamentale per l'Australia negli anni della guerra e del dopoguerra. La severa organizzazione, fondata sulla dipendenza dei governi laboristi locali dalle conferenze elette dai sindacati e dalle leghe politiche, e del governo del Commonwealth australiano dalla Conferenza federale e dal particolare comitato parlamentare detto "Caucus", pur criticata aspramente dagli altri partiti, ha finito con l'essere applicata, entro certi limiti, anche da loro. Ma se, nel campo costituzionale, il laborismo ha lavorato con successo al rafforzamento dello stato federale, decisa resistenza ha incontrato quando ha manifestato il proposito, ad es., di abolire la seconda camera negli stati e di sostituire la struttura federale con un sistema di provincie dotate di consigli elettivi per le questioni locali.
Dopo la guerra, una funzione direttiva nel settore dell'Estremo Oriente venne riconosciuta al Dominion dal governo di Londra (il 1° gennaio 1948 tutte le forze imperiali d'occupazione in Giappone passarono sotto comando australiano) e lo spirito di indipendenza della politica di Canberra si affermò anche nei rapporti con Washington. Gli Stati Uniti, nella loro azione rivolta ad estendere il controllo su tutte le isole e basi importanti del Pacifico, trovarono nel governo australiano una tenace resistenza. Nel giugno del 1947, i comandi delle due marine si accordarono per la continuazione delle consultazioni periodiche, come durante il conflitto, ma nessuna concessione venne fatta per l'utilizzazione o per il potenziamento delle basi, in particolare quella di Manus, se non a condizione di assoluta reciprocità. Mentre il sistema preferenziale imperiale veniva potenziato attraverso la riduzione delle tariffe di importazione dal Regno Unito, le importazioni dagli Stati Uniti venivano ridotte. Nel febbraio del 1946, l'Australia ottenne dalle N. U. l'amministrazione fiduciaria per la Nuova Guinea e Nauru. Durante la Conferenza imperiale sulla pace col Giappone, tenuta a Canberra nel settembre di quell'anno, sostenne la necessità di smilitarizzarlo e di limitarne le industrie ed è per risolvere divergenze in proposito con gli Americani che il ministro degli Esteri, H. V. Evatt, si era recato, qualche mese prima, a Tōkyō, a conferire col gen. Mac Arthur. Nel gennaio 1947, ancora a Canberra, si costituì una Commissione per il progresso economico e sociale dei territorî del Pacifico Sud-occidentale, della quale entrarono a far parte tutte le potenze presenti nel Pacifico Meridionale. Con lo stesso intento di creare un sistema di paesi gravitanti intorno all'Australia si giustifica l'appoggio dato dai suoi rappresentanti in seno al Consiglio di sicurezza delle N. U., nell'agosto dello stesso anno, al punto di vista della giovane repubblica d'Indonesia, nella sua contesa con l'Olanda.
L'industrializzazione del paese, già avanzata prima della guerra (lavoro nell'industria: 1933, 21%; 1937, 40%), toccò il vertice nei primi anni di guerra (v. appresso), diminuì poi, in confronto alla produzione primaria, con l'intervento degli Stati Uniti, ma nel dopoguerra ha potuto mantenere un ritmo quasi costante, continuando l'afflusso dei capitali dalla Gran Bretagna e l'impianto di filiali di ditte britanniche e americane, anche di industrie pesanti. Per questo e per le provvidenze del governo, durante la smobilitazione e la conversione i disoccupati erano appena un sei per cento. Dal periodo 1936-39 al 1947 i prezzi all'ingrosso sono saliti solo del 40% e quelli al minuto del 30%, mentre i salarî sono aumentati del 35%. Gli operai hanno ottenuto nel settembre 1947, dalla Corte federale d'arbitrato, la settimana di 40 ore, uno degli scopi del vasto movimento di scioperi dell'anno prima. L'immigrazione è continuata con ritmo costante, quasi esclusivamente dall'Inghilterra e dal nord Europa. In conclusione si può affermare che la seconda Guerra mondiale e il dopoguerra non hanno mutato sostanzialmente le linee e il ritmo caratteristici della precedente storia dell'Australia, sebbene l'ondata giapponese, per tutto il 1942, esercitasse su questo paese una influenza più diretta e violenta di quanto esso avesse subìto nel passato. Nuovo, forte impulso ebbe nel campo economico, come si è detto, l'industrializzazione; in quello politico l'accentramento dei poteri, senza che perdesse vigore tuttavia la difesa delle autonomie regionali. Dacché l'Australia si trovò, nella lotta contro il Giappone, al centro del sistema strategico non soltanto britannico, ma anglo-americano di tutto il Pacifico Sud-orientale, (v. appresso), andò aumentando la sua importanza in seno al Commonwealth e prese forma per sua iniziativa una politica di collaborazione regionale in quella zona, nel quadro delle N. U. Nel complesso lo sviluppo del paese si accentuò durante la guerra ed il tenore di vita degli abitanti è rimasto fra i più alti del mondo.
Il contributo australiano nella seconda Guerra mondiale. - Alle risoluzioni prese nella conferenza del giugno 1939 a Singapore fra Gran Bretagna e Francia per far fronte alle aggressioni nipponiche, seguirono quelle fra la Gran Bretagna e i due dominî del Pacifico, Australia e Nuova Zelanda. Una nuova guerra mondiale sembrava imminente; era quindi logico che i piani e gli sforzi difensivi dei dominî e delle colonie venissero coordinati, in accordo con la madrepatria, da un consiglio permanente di difesa del Pacifico.
Nel 1939 e 1940 l'Australia, ritenendosi non direttamente minacciata, diede il massimo contributo con le sue forze armate su tutti i fronti. Le navi della marina da guerra operarono in tutti i sette mari del mondo. Le forze di terra, per un totale di 122 mila uomini, furono inviate nel Medio Oriente, area d'importanza vitale sia per l'Australia, sia per l'Impero britannico. Tre divisioni prestarono servizio nelle campagne d'Africa, Grecia, Creta, Siria e in Etiopia (alla testa dei ribelli abissini), mentre le forze aeree si unirono alla RAF nelle stesse campagne e nella difesa di Malta. Dopo il disastro della Francia nel 1940, quando la Gran Bretagna fu sola contro la Germania, l'Australia cooperò con gli S. U. nel rifornirla di armi. Di più la 9ª div. lasciò il Medio Oriente e si trasferì in Inghilterra. Col peggiorare della situazione nel Pacifico nel 1941 e con l'occupazione giapponese di basi nell'Indocina, fu necessario che l'Australia rinforzasse le sue barriere contro una possibile aggressione nipponica, cioè le isole che la circondano da Singapore alla Nuova Zelanda. Perciò entro il 1941 l'Australia inviò l'8ª divisione di fanteria in Malesia e squadre aeree in Amboina, Timor, Port Moresby, Rabaul, isole Salomone, isole Ocean e Nauru e in Nuova Caledonia. Il mantenimento di queste forze dipendeva dalle marine britannica ed australiana. L'isola di Singapore era il punto cardinale della difesa per l'Australia: era in quella base che la Gran Bretagna avrebbe dovuto radunare una forza navale capace di impedire l'aggressione nipponica contro le Indie Olandesi e i territorî inglesi ed australiani sotto mandato, la Nuova Guinea ex-germanica e le isole Salomone. Con l'aggressione di Pearl Harbour e l'affondamento delle corazzate Prince of Wales e Repulse a levante della penisola di Malacca, il I0 dicembre 1941, la minaccia dell'invasione del continente australiano si fece più sentita e perciò si richiese al comando supremo l'immediato rinvio di due delle tre divisioni australiane ancora nel Medio Oriente per destinarle alla difesa delle Indie Olandesi. Ma, nel frattempo, essendo sbarcati i Giapponesi a Rabaul e nelle isole adiacenti (23 gennaio 1942) e caduta la base di Singapore (15 febbraio), l'Australia richiamò anche la terza divisione e dispose che tutte le truppe si raccogliessero sul continente. Preoccupate per la loro sorte, Australia e Nuova Zelanda sollecitarono gli Stati Uniti perché coordinassero gli sforzi bellici di tutte le nazioni interessate nel Pacifico (Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Indie Olandesi, Cina e anche l'India) allo scopo di arginare e reprimere le aggressioni nipponiche. Accettato il principio nel marzo del 1942, fu deciso che il Consiglio di guerra del Pacifico risiedesse a Washington e che le operazioni belliche fossero di esclusiva responsabilità americana, l'Oceano Pacifico appartenendo alla sfera d'azione operativa degli Stati Uniti. Nell'aprile del 1942 il generale D. A. Mac Arthur fu nominato comandante supremo alleato nel Pacifico sud-occidentale, mentre il generale australiano Blamey, di ritorno dal Medio Oriente con le sue truppe, ebbe il comando delle forze terrestri nell'area di operazioni. Con l'eccezione della zona di Port Darwin, la difesa del continente australiano rimase affidato alle autorità locali: gli Stati Uniti si assunsero il compito di mantenere aperte le comunicazioni fra i dominî e le Americhe, e la Gran Bretagna quello della difesa della zona fra l'India e l'Australia.
Prima dell'entrata in guerra del Giappone gli uomini iscritti nelle forze armate erano 431.000; nel dicembre 1942 già 750.000, di cui 380.000 arruolatisi nelle tre armi volontariamente per combattere in qualsiasi parte del mondo. I rimanenti formarono la milizia per difendere la madrepatria, il Territorio di Papua nonché tutta la Nuova Guinea, le isole Salomone e parte del Borneo. La cifra degli iscritti crebbe fino a 975.000 per poi decrescere alla fine del 1944, non appena si rese palese e urgente la necessità mondiale di una maggiore quantità di cibo e di navi.
L'importanza dell'Australia, nel quadro degli interessi militari delle due nazioni anglo-sassoni, fu determinante per la distribuzione delle forze del lavoro nel paese: fu data la preferenza allo sviluppo delle attrezzature portuali, alla costruzione di strade strategiche, di aeroporti, caserme, campi di isolamento e di prigionia, ospedali ecc. Fra queste iniziative vanno ricordate la costruzione di un grande bacino di carenaggio nella base navale di Sydney, capace di contenere le maggiori navi da guerra e mercantili (entrò in servizio all'inizio del 1945, nel momento di maggiore aflusso di navi britanniche), la grande strada, camionabile con ogni tempo, fra Adelaide e Darwin, i miglioramenti dei porti di Brisbane e di Melbourne: opere tutte che con quelle più attinenti alle armi e alla produzione alimentare, ebbero effettivo peso nell'economia generale della guerra.
Prima dell'invasione nipponica in Cina nessuna industria di guerra esisteva in Australia: il 1939 ne vide l'inizio in scala ridottissima, per crescere dopo il crollo della Francia nel 1940 e svilupparsi con ritmo accelerato dopo l'attacco di Pearl Harbour nel dicembre 1941. Gli operai specializzati da 12.000 nel 1939 crebbero a 520.000 a danno, s'intende, delle industrie tradizionali basilari del passato. Le industrie delle munizioni estesero la loro produzione ad ogni articolo di guerra, dal vetro per ottica ai cannoni e ai carri armati. Nel 1944 i costruttori aeronautici produssero 2700 apparecchi, di cui 1000 per le forze operanti e il rimanente per le scuole. I cantieri navali costruirono 3 cacciatorpediniere della classe Tribald da circa z000 tonn. di dislocamento, una cinquantina di fregate, corvette, mezzi di ogni specie per la difesa e per i servizî dei porti: un complesso di 150 unità per la marina imperiale australiana; furono inoltre costruite 13 navi mercantili di 9000 tonn. di stazza ognuna, vennero riparate navi per un totale di oltre 36 milioni di tonn. e immesse in bacino, per pulizia di carena e riparazioni, per 4 milioni di tonnellate.
Situazione strategica e delle forze armate nel marzo 1942. - Quando il generale Mac Arthur il 17 marzo arrivò in Australia si poteva pensare che i Giapponesi, completata l'occupazione delle Salomone e della Nuova Guinea, avrebbero proceduto oltre sbarcando nel nord del continente australiano. In Nuova Guinea non v'erano che poche migliaia di soldati della milizia australiana e truppe indigene: Port Moresby non era che una mediocre stazione per rifornimenti agli aerei: nelle isole Salomone, possedimento britannico (tranne Bougainville), la situazione non era più brillante. La 6ª e la 7ª divisione col gen. Blamey erano rientrate in patria da pochi giorni, meno alcuni reparti che giunsero in aprile: l'8ª divisione aveva subíto la sorte dei difensori di Singapore; la 9ª era ancora nel Nord Africa e non fece ritorno che nel febbraio 1943. La marina da guerra aveva perduto l'incrociatore Sydney, affondato da una nave tedesca a 300 miglia dalla costa australiana; l'incrociatore Perth, affondato, unitamente all'inglese Houston, dai Giapponesi nella battaglia della Sonda del 27 febbraio 1942; il cacciatorpediniere Thanet, colato a picco a levante della penisola di Malacca, mentre il caccia Vampire era andato perduto nella baia del Bengala. Inoltre, erano stati affondati i due avvisi Paramatta e Yarra e molte unità minori. In conclusione delle unità maggiori rimanevano due incrociatori pesanti: l'Australia e il Canberra (poi sostituito quando affondato, dallo Shropshire, ceduto dalla Gran Bretagna), l'incrociatore Hobart e 3 cacciatorpediniere dei 5 esistenti all'inizio della guerra.
Migliore era, nel suo complesso, la situazione delle forze aeree. L'embargo posto dalla Gran Bretagna nel novembre 1940 sulle materie prime e sui semi-lavorati per gli apparecchi Bristol-Beaufort, che la ditta Bristol si era impegnata di costruire in Australia, fu l'incentivo per rendersi indipendenti, anche per il tipo, dalla madrepatria, pur appoggiandosi in un primo tempo agli Stati Uniti in fatto di motori. Nel maggio 1941 il primo bombardiere Beaufort fu consegnato: ma solo nel settembre tali apparecchi ebbero l'attrezzatura per il lancio dei siluri. Il generale Mac Arthur, al suo arrivo in Australia, trovò 400 officine in efficienza che lavoravano per l'aviazione combattente e per gli apparecchi scuola, poi sospesi in quanto era stato stabilito che il centro di addestramento fosse nel Canada: mentre non era lontana la costruzione in serie dei motori Wasp. Fu allora effettuato il richiamo in patria degli aerei che avevano partecipato alle azioni belliche del Mediterraneo, con l'esclusione di quelli che prestavano servizio in Islanda, nelle Azzorre e perfino in Russia. L'Australia aveva anche ottenuto che i suoi apparecchi all'estero, fossero raccolti sotto il comando di ufficiali australiani.
La partecipazione australiana alla guerra nel Pacifico. - Gli accenni fin qui fatti ci consentono di ricordare che le forze armate dell'Australia hanno partecipato alle campagne di Malacca e di Giava, e si sono contrapposte con le loro deboli forze alla conquista nipponica delle isole Bismarck; inoltre hanno eseguito continue incursioni aeree contro le Caroline e le isole dell'Insulindia occupate dai Giapponesi e partecipato all'azione aeronavale statunitense del 1° gennaio 1942 contro le isole Marshall e Gilbert. Sotto la imminente minaccia importanti rinforzi (prelevati dalle divisioni rientrate in patria dal Medio Oriente) e reparti aerei furono inviati a Port Moresby e nella baia di Milne per rinforzarne i presidî. E che ciò fosse quanto mai urgente venne dimostrato dalla battaglia del Mar dei Coralli (7-8 maggio 1942), alla quale partecipò una divisione mista alleata composta da due incrociatori e tre cacciatorpediniere australiani e da un incrociatore americano, e dal tentativo di sbarco di truppe nipponiche nella baia di Milne. È poi in gran parte merito dei soldati e degli aerei australiani se la spedizione giapponese, partita dalla costa settentrionale di Papua, fu fermata a pochi chilometri da Port Moresby e poi ricacciata fino ai porti di provenienza Buna, Gona e Sanananda al di là dei monti Owen Stanley (agosto-ottobre 1942). I tre porti vennero riconquistati dagli Australiani nel dicembre 1942-gennaio 1943. Questo successo fu l'inizio della fortunata campagna di riconquista della Nuova Guinea: l'occupazione delle isole Trobriand e Woodlark diede alla marina e all'aeronautica australiano-americana le basi per troncare il traffico dei rifornimenti fra Rabaul e la Nuova Guinea ed alimentare invece quello degli Alleati, che ne approfittarono per l'inizio di quelle operazioni anfibie a "salto di montone", consistenti nell'effettuazione di sbarchi di truppe americane al di là del punto da espugnare, mentre gli Australiani procedevano regolarmente lungo la costa in modo che il nemico veniva ad esser preso fra due fuochi. Fu questo il piano strategico che permise al gen. Mac Arthur, di giungere all'estremo limite occidentale della Nuova Guinea, la penisola di Vogelkopf, il 30 luglio 1944.
Logicamente la riconquista della Nuova Guinea doveva compiersi di pari passo con quella delle isole Salomone, Bismarck e dell'Ammiragliato, in modo da respingere al nord dell'equatore gli invasori nipponici. Soltanto così l'Australia avrebbe potuto ritenersi sicura da sbarchi giapponesi sulle coste orientali e sud-orientali del continente. La campagna delle Salomone fu iniziata e portata a termine (8 agosto 1942-fine 1943) dalla marina degli Stati Uniti con la collaborazione della marina australiana. Oltre il Canberra, affondato l'8-9 agosto 1942 nel corso della battaglia di Savo, tutte le navi australiane parteciparono alle campagne suddette: della Nuova Guinea, delle Salomone e delle Bismarck. Nel prosieguo della guerra le truppe e la flotta australiane parteciparono all'occupazione (11 settembre 1944) dell'isola Morotai del gruppo Halmahera (Gilolo). All'attacco e allo sbarco su Leyte nelle Filippine (19 ottobre 1944) e in tutte le operazioni anteriori all'invasione di Luzon cooperarono le forze dell'aria, quindi alla marcia su Manila. Non intervennero le forze di terra, che furono invece utilizzate nel maggio 1945 per espellere i Giapponesi dall'isola di Tarakan, dal Borneo Britannico e dal Sarawak; nel luglio per riconquistare Balikpapan.
Anche l'eliminazione dei presidî giapponesi, accerchiati a Bougainville, Rabaul, Kavieng e Wewak, fu affidata alle truppe australiane che sostituirono le americane immobilizzate da circa un anno. La lotta fu durissima, specialmente a Bougainville e durò oltre la capitolazione del Giappone e il primo sbarco delle truppe americane nella baia di Tōkyō (28 agosto 1945).
Le perdite subite dalle forze australiane durante la seconda Guerra mondiale ammontarono a 92.200 uomini, fra cui 21.415 morti; dei 26.000 prigionieri, 20.000 caddero nelle mani dei Giapponesi.
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