CATTOLICA, AZIONE (IX, p. 477; App. II, 1, p. 538)
Nel decennio successivo al 1948 l'A. C. italiana ha registrato una espansione organizzativa, di cui sono indice le cifre degli iscritti (da 2.275.000 nel 1948 a 3.372.000 nel 1959) e lo sviluppo delle opere da essa promosse (che vanno dalle unioni professionali dei medici, insegnanti, giuristi, ecc. al Centro sportivo italiano) e di cui sono stati notevoli manifestazioni esterne, l'80° della Gioventù cattolica (Roma 1948); il 30° degli Uomini cattolici (Roma 1952) e il 40° della Gioventù femminile (Roma 1958). Caratteristica di questo periodo è stata la tendenza al coordinamento, accanto all'Azione cattolica, delle altre organizzazioni di apostolato dei laici. Tale coordinamento veniva avviato anche sul piano internazionale (costituzione nel 1951 in Roma del Comitato permanente dei Congressi dell'apostolato dei laici; I e II Congresso dell'apostolato dei laici rispettivamente nel 1951 e nel 1957); sul piano interno esso si andava realizzando non solo attraverso la Consulta generale già prevista negli stessi statuti dell'A. C. I. del 1946, ma anche in organismi di settore in cui sono confluiti esponenti delle opere cattoliclle interessate (comitati civici, Centro italiano femminile, Fronte della famiglia, ecc.). Un coordinamento di carattere più generale ed ai fini più specificatamente apostolici è quello di recente (1959) affidato alla Commissione episcopale per l'alta direzione dell'A. C. I., divenuta così Commissione episcopale per l'A. C. I. e il coordinamento dell'Apostolato dei laici. Questo nuovo compito è stato attribuito alla Commissione episcopale per l'A. C. I. al momento in cui essa ha assunto le funzioni di Commissione della Conferenza episcopale italiana (CEI) la quale, come è noto, era stata costituita sotto il pontificato di Pio XII (conformemente a quanto già avveniva per l'episcopato degli altri paesi) ma ha avuto una più organica articolazione sotto il pontificato di Giovanni XXIII. Va sottolineato che la nomina del presidente della Commissione per l'alta direzione dell'A. C. I. e per il coordinamento dell'Aposiolato dei laici è stata mantenuta di libera scelta pontificia; così come è stata mantenuta la nomina pontificia del presidente generale e dei presidenti centrali dell'A. C. I. e dei relativi assistenti, a norma degli statuti del 1946.
Nel periodo considerato l'A. C. e più in generale l'apostolato dei laici ha continuato a formare oggetto di speciale attenzione nel magistero pontificio. Mentre si è riaffermata l'importanza e in un certo modo la necessità dell'A. C. per il più efficace adempimento della missione della Chiesa (Pio XII al I Congresso mondiale dell'apostolato dei laici 14 ottobre 1951), si è precisata la posizione dell'apostolato dei laici nei confronti della gerarchia ecclesiastica: "è evidente che l'apostolato dei laici è subordinato alla gerarchia ecclesiastica; questa è di istituzione divina, esso, perciò, nei suoi confronti non può essere indipendente. Pensare diversamente sarebbe colpire alla base il muro sul quale Cristo stesso ha costruito la Sua Chiesa" (ibidem).
Tuttavia nel vasto campo dell'apostolato dei laici, tale dipendenza dalla gerarchia ammette dei gradi; essa "è strettissima per l'A. C.; questa infatti rappresenta l'apostolato dei laici ufficiale; è uno strumento nelle mani della gerarchia, deve essere come il prolungamento del suo braccio, è, per questo fatto, sottomessa per natura alla direzione del Superiore Ecclesiastico. Altre opere di apostolato dei laici organizzate o non, possono essere lasciate di più alla loro libera iniziativa, con la larghezza che domandassero gli scopi da conseguire. È evidente, in ogni caso che l'iniziativa dei laici, nell'esercizio dell'apostolato, deve mantenersi sempre nei limiti dell'ortodossia e non può opporsi alle legittime prescrizioni delle competenti autorità ecclesiastiche" (ibidem).
Quanto all'ambito di attività dell'A. C., si è ribadito che "essa si estende a tutto il campo religioso e sociale, fin dove, cioè, giunge l'opera della Chiesa" (Pio XII, discorso alle giunte diocesane dell'A. C. I. 3 maggio 1951) senza tuttavia "entrare in lizza nella politica" (Pio XII, discorso al I Congresso mondiale dell'apostolato dei laici, cit.) in quanto l'A. C. "non è chiamata ad essere una forza nel campo della politica di partito. I cittadini cattolici, in quanto tali, possono bene unirsi in una associazione di attività politica; è il loro buon diritto non meno come cristiani che come cittadini. La presenza nelle sue file e la partecipazione di membri dell'Azione Cattolica - nel senso e nei limiti suaccennati - è legittima e può essere del tutto desiderabile. Non potrebbe invece ammettersi, anche in virtù dell'art. 43 del Concordato fra la S. Sede e l'Italia, che l'Azione Cattolica italiana divenisse una organizzazione di partito politico" (Pio XII, allocuzione sull'Azione Cattolica nei tempi presenti del 3 maggio 1951). Infatti "i cattolici, con la loro attiva presenza nella vita politica, assicurano una benefica collaborazione, nella misura ad ognuno consentita, nella formulazione e nella attuazione dei programmi cristianamente ispirati" (Giovanni XXIII, discorso ai giuristi cattolici italiani, 7 dicembre 1958) ma è necessario "insistere, innanzi tutto, su ciò che è propriamente Azione Cattolica, e guardarsi dal fare confusione o sbandamenti o prendere iniziative su quanto è, invece, direttamente e precipuamente azione politica. La politica deve essere certamente illuminata e penetrata dei principî cristiani, ed è grave dovere di ogni cittadino di occuparsene in esercizio dei proprî diritti e responsabilità nell'ordine sociale. Conviene però distinguere tempi e circostanze: ed operare in ogni campo con lealtà e schiettezza, ed a generale edificazione" (Giovanni XXIII, discorso ai presideuti diocesani di A. C. I., 3 agosto 1959).
L'A. C., d'altra parte, è distinta non solo dalle associazioni civiche ma anche dalle altre consociazioni religiose tanto per il suo particolare vincolo con la gerarchia ecclesiastica quanto per lo specifico impegno apostolico che non consiste solamente nella "custodia pura e semplice di antiche e care tradizioni"; ma neppure in attività puramente esteriorì (Giovanni XXIII, discorso alla Azione Cattolica romana del 10 gennaio 1960). Infatti sua caratteristica è il "primato dello spirituale" tanto nella formazione dei soci che nella azione esterna (ibidem); ed è questo che le consente di impegnarsi in modo proprìo, nella "ricerca degli interessi più alti delle anime", anche in una "strenua difesa, in faccia a chicchessia, dei principî fondamentali dell'ordine sociale cristiano, nella salvaguardia dell'uomo, redento da Gesù Cristo e nella valorizzazione di ciò che costituisce il fondamento della sua dignità, della sua libertà, dei suoi inalienabili diritti" (ibidem).
Anche l'opinione pubblica ha dimostrato negli anni considerati, particolare attenzione alla Azione Cattolica forse a seguito delle affermazioni del movimento politico di ispirazione cristiana nel 1946 e nel 1948 e del fatto che talune fra le massime responsabilità della vita politica furono assunte da uomini provenienti dalle file dell'A. Cattolica. Tale interesse ha avuto singolare riscontro anche in campo culturale e segnatamente in quello delle ricerche storiche, ove sono stati pubblicati numerosi studî (dei quali i principali sono citati in bibliografia) sulle origini e sugli sviluppi del movimento cattolico in genere, e in particolare della A. Cattolica.
In sede internazionale, l'A. C. ha avuto nell'ultimo decennio notevole impulso, sia per effetto della decisiva funzione assunta dalle Organizzazioni-non-governative nei confronti delle organizzazioni internazionali ufficiali (particolarmente nei confronti dell'UNESCO e dell'ECOSOC) e della congiunta ed avvertita necessità della presenza dei cattolici organizzati nella vita internazionale, sia per effetto dei precisi e ripetuti incitamenti pontifici: per Pio XII, oltre ai messaggi natalizî, significativi i discorsi al Movimento universale per una conferenza mondiale (1951), all'Azione Cattolica Italiana (1952), a Pax Romana (1957), alla JOC Internazionale (1957), e le lettere alla Conferenza delle organizzazioni internazionali cattoliche per gli anni 1953-57. Di fatto, nel giro del decennio considerato sono nate dodici nuove organizzazioni internazionali cattoliche, fra le quali la FIJC (Federazione Internazionale della Gioventù Cattolica, 1948), e la F.I.H.C. (degli Uomini Cattolici 1948), la BlCE (Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia, 1947), mentre altre numerose hanno riveduto in questo periodo le loro strutture e i loro statuti: è chiara in tutte la tendenza ad uscire dall'Europa, dove la grandissima maggioranza ha avuto origine ed ha la direzione centrale, e ad agire particolarmente nell'America del Sud ed in Asia. Un posto a sé occupa, come si è visto, "Il Comitato permanente per i congressi mondiali dell'apostolato dei laici", costituito a seguito del Primo Congresso Mondiale per l'Apostolato dei laici (1951), e che ha preparato il secondo Congresso, tenutosi nel 1957. Funzioni di permanente collaborazione tra tutte le Organizzazioni Internazionali Cattoliche ha la "Conferenza delle OIC" che ha costituito centri specializzati presso le Nazioni Unite, l'UNFSCO, il BIT, ecc.
Nelle singole nazioni, le strutture e le forme di attività della Azione Cattolica si presentano variamente configurate e abbastanza variato è anche l'ambito delle organizzazioni di apostolato dei laici che la Gerarchia dei singoli Paesi include nella Azione Cattolica propriamente detta: della quale è comunque sempre caratteristico il mandato ufficiale di apostolato dei laici conferito dalla stessa Gerarchia, e in conseguenza lo speciale vincolo che a quest'ultima lega l'Azione Cattolica.
Bibl.: Sull'Azione Cattolica e sull'apostolato dei laici in genere: A. Bonet, Apostologia Laical, Madrid 1959; L. Cardini, voce Azione Cattolica, in Enciclopedia Cattolica, vol. II, coll. 593-598; L. Civardi, Manuale di Azione Cattolica, 2ª ediz. Roma 1952; id., Compendio di storia dell'Azione Cattolica Italiana, Roma 1956; Atti del II Congresso Mondiale dell'apostolato dei laici, Roma 1957: Ed. a cura del Comitato Permanente dei Congressi per l'Apostolato dei laici; Università Cattolica del Sacro Cuore, L'Apostolato dei laici. Bibliografia sistematica, Milano 1957; L. Civardi, Il laicato. Sue posizioni e suoi ordinamenti, Roma 1958; C. Carbone-C. Righini, L'Apostolato dei laici nella parola dei Papi, Roma 1959.
Sulla storia dell'Azione Cattolica: G. Spadolini, Il papato socialista, Milano 1950; F. Fonzi, I cattolici e la società italiana dopo l'unità, Roma 1953; G. Magri, L'Azione Cattolica in Italia, 2 voll. Milano 1953; G. De Rosa, Storia politica dell'Azione Cattolica in Italia, 2 voll. Bari 1953-1954; G. Spadolini, L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98, Firenze 1954; A. De Gasperi, I Cattolici dall'opposizione al governo, Bari 1955; A. Gambasin, Il movimento sociale nell'Opera dei Congressi (1874-1904). Contributo per la storia del Cattolicesimo sociale in Italia, Roma 1958 (con ricca bibliografia); L. Bedeschi, Le origini della Gioventù Cattolica, Bologna 1959.