Uomo politico spagnolo (n. Madrid 1953). Presidente del Partido popular, grazie alla svolta marcatamente centrista e alla crisi dei socialisti riuscì a vincere le elezioni politiche del 1996 e del 2000, guidando la Spagna con una politica liberista che ebbe molto successo.
Laureatosi in giurisprudenza, nel 1979 intraprese la carriera politica nelle file della formazione di centrodestra Alianza popular (AP), di cui divenne vicepresidente nel 1982. Eletto deputato in quello stesso anno, e presidente della Regione autonoma di Castiglia e León nel 1987, assunse la guida dell'AP nel 1989. Fu A. a imprimere al partito, che per sua iniziativa cambiò il nome in quello di Partido popular (PP), un'accentuata svolta centrista, anche se, soprattutto nell'elettorato, restava viva una componente di nostalgici del franchismo. Grazie a questa svolta, nonché alla crisi del Partido socialista obrero español (PSOE), coinvolto in numerosi scandali politico-finanziari, il PP vinse le elezioni politiche del 1996. Dopo lunghi negoziati, nel maggio A. riuscì a formare un governo di minoranza che, in cambio della promessa di un rafforzamento delle autonomie nazionali, ottenne il sostegno esterno dei catalani di Convergencia i Unió (CiU), dei nazionalisti moderati baschi e dei nazionalisti delle Canarie di Coalición canaria (CC). La significativa crescita economica del paese, sull'onda della ripresa già in atto a partire dal 1994, premiò la scelta politica liberista di A., assicurando a lui e al suo partito la vittoria nelle elezioni del 2000. La maggioranza assoluta dei suffragi permise così ad A. di formare nell'aprile un nuovo governo senza più dover far ricorso all'appoggio dei partiti nazionalisti. Nelle elezioni del 2004 non fu riconfermato alla guida del paese, nonostante l'ampio margine di vantaggio attribuitogli dai sondaggi: l'attentato terroristico di Madrid (11 marzo) e la gestione dell'emergenza da parte del governo spinsero la maggioranza degli elettori a dare il proprio voto al candidato socialista J. L. R. Zapatero.