(o Babilonia; babilonese Bāb-ilu o Bāb-ilāni) Città antica, la più importante dell’Asia Anteriore. Era situata sul canale Arakhtu dell’Eufrate, nella parte settentrionale della Babilonia. Se ne attribuisce la fondazione a Sargon di Akkad (2350-2294 a.C.), che forse ampliò un villaggio preesistente e vi eresse un palazzo reale. Fu ingrandita anche da Hammurabi (1728-1686 a.C.), che fondò pure la città gemella di Borsippa, e da Samsuiluna (1685-1649 a.C.); dopo un periodo di decadenza, sotto le dominazioni ittita e cassita, divenne di nuovo capitale di Nabucodonosor I (1137), ma sofferse durante le contese tra Babilonesi e Assiri, che la presero più volte. Sennacherib la distrusse nel 690; cacciata la tribù caldea insediatasi tra le rovine, Assarhaddon (681-69) e Assurbanipal (668-26) la riedificarono e abbellirono. Subì gravi danni quando quest’ultimo, lottando contro il re locale Shamashshumukīn, la prese, dopo un assedio di 2 anni (648). Rifiorì sotto la dinastia caldea: Nabopolassar (625-605) e Nabucodonosor II (604-562) intrapresero grandi lavori, specie il secondo, che la fortificò. Ciro, che la prese nel 538, vi risiedette per qualche tempo, e così Cambise: è questa la città descritta con ammirazione dagli scrittori classici, abitata da genti di nazioni e lingue diverse. Anche sotto i Persiani rimase città fiorente, capitale della più importante satrapia dell’impero, sebbene in lenta decadenza. Nel 331 a.C. fu conquistata da Alessandro Magno, che iniziò a ricostruirla, ma perse quasi tutta la sua importanza sotto i Seleucidi, benché Antioco IV la fondasse di nuovo, probabilmente col nome di Antiochia; la rovina fu completa dopo che fu presa e arsa dal satrapo parto Evemero (126-125 a.C.).
Fu scavata con regolarità a partire dal 1811. Le fasi di frequentazione più documentate risalgono al 7°-6° sec. a.C. quando la città raggiunse l’estensione di 950 ha circa. Attraversata dall’Eufrate, era divisa in un settore est, con i centri politico-amministrativi, il palazzo reale e gli edifici templari, e in uno ovest, di più recente formazione. Il polo orientale era dotato di una doppia cinta muraria in mattoni crudi, con fossato esterno difeso da una muraglia in mattoni cotti. Il centro della vita religiosa era il santuario del dio poliade Marduk, costituito da un tempio, caratteristica costruzione babilonese quadrata in mattoni crudi, e dalla colossale ziqqurat Etemenanki, di cui si conserva solo la parte inferiore. Sotto i Seleucidi e gli Achemenidi la città si arricchì di edifici tipicamente greci (teatro, agorà). L’attuale sito archeologico, presso Hilla, ha subito notevoli danni a seguito della guerra del 2003.
Torre di B. Il libro della Genesi racconta (connettendo erroneamente il nome della città con l’ebraico bālal «confondere») che gli abitanti di Sennaar decisero di costruire una città e una torre «la cui cima raggiungesse il cielo» (cioè «altissima»); ma Dio, volendo punire il loro orgoglio, confuse le lingue, cioè le idee e i propositi di costoro che, interrotta la costruzione della città, si dispersero per il mondo.