BENDIS (Βενδῖς)
Divinità molto venerata in Tracia: Esichio e Fozio la designano come μεγάλη ϑεός e ricordano che si trova nominata nella commedia perduta Le donne di Lemno di Aristofane. Esichio la chiama ancora δίλογχος, cioè "la dea dalle due lance"; essa veniva riguardata come l'intrepida cacciatrice vagante per i balzi e le nevi dei monti della Tracia. A questo carattere della dea si riconnettono i riti orgiastici delle feste di Bendis in Tracia, ai quali allude anche Strabone (X, p. 470). Il suo culto fu diffusissimo in Tracia, come ne fanno fede non pochi resti monumentali e monete; sappiamo da Livio (XXXVIII, 41) che il console Manlio trovò, nella spedizione del 189 a. C., un tempio di Bendis presso il fiume Ebro. La dea passò poi dalla Tracia, attraverso il Bosforo, in Asia Minore; era venerata a Bisanzio, a Lemno, in Bitinia.
Il suo aspetto di divinità armata di lancia e cacciatrice indusse gli antichi a identificarla con Artemide (Esichio, cfr. Erodoto, V, 7) e favorì l'accoglimento del suo culto nelle città greche. Già nel corso del sec. V, la dea era penetrata nell'Attica, dove si celebrava la sua festa (Esichio: Βενδῖς. παρὰ 'Αϑηναίοις ἑορτὴ Βενδίδεια). Ce ne dà notizia Platone (Rep., I, 327-328): da lui (e dagli scolî relativi) apprendiamo che il rito si svolgeva al Pireo, anche lì con carattere orgiastico; consisteva principalmente in una processione degli Ateniesi e in una, distinta, dei Traci presenti ad Atene, e si chiudeva la sera con una fiaccolata a cavallo e una festa notturna (παννυχίϕς). Il giorno del rito cadeva il 19 di Targelione: un santuario di Bendis al Pireo è ricordato già da Senofonte (Hell., II, 4, 11).
Oltre che ad Artemide, Bendis fu ravvicinata anche ad Ecate e a Persefone.
Bibl.: Preller-Robert, Griech. Mythologie, I, 327 seg.; A. Rapp, in Roscher, Lexikon der gr. und röm. Myth., I, coll. 779-83; Knaack, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., III, coll. 269-71.